Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!


 
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Per una volta, una considerazione non tecnica

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2004 14:08
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13/12/2003 10:55

Mi è capitato, giorni fa, un qualcosa che mi ha fatto riflettere. Penso sarà utile alla discussione, sul complotto e sulle discordanze tra varie versioni, anche ufficiali, dei fatti.

Un mio amico ha avuto un incidente stradale piuttosto serio, un paio di costole e il femore destro rotti. La mattina dell'incidente ho ricevuto, da tre amici, altrettante telefonate. Non si chiama Luca, il mio amico, ma qui non importa.
Prima telefonata: "Luca ha avuto un incidente. Guidava lui, in auto non c'era nessuno per fortuna, è finito in un fosso, è ferito alla testa ma non grave, poi ha preso un colpo forte per cui magari gli trovano altro, è cosciente".
Seconda telefonata: "Esco adesso dal pronto soccorso, hanno ricoverato Luca, incidente d'auto. Forse c'era qualcuno con lui, peò adesso non parla e non so, anche se è cosciente, ha qualcosa di brutto a una gamba, pare che andasse forte e mi pare abbia tamponato un'altra macchina, però si è fatto male solo lui".
Terza telefonata: "Mi hanno appena detto che Luca si è piantato (gergo: sta per 'ha bocciato') in macchina. E' uscito in curva, la macchina distrutta, l'hanno tirato fuori svenuto, e pensa che non guidava nemmeno lui da quello che ho capito, appena so qualcosa anche sull'altro che guidava ti richiamo".

Su dieci cose dettemi, l'unica precisa era che Luca aveva avuto un incidente. Il resto era giusto a metà, o incompleto, o quasi del tutto sbagliato, o equivoco, o completamente erroneo. Chi mi ha dato notizie per sentito dire, poi, ha sbagliato praticamente tutto. Certo, direte voi, c'è quello che tende a drammatizzare, quello che si agita, quello che capisce male, quello che ingigantisce. Nel mondo c'è di tutto.
Ora che è passata una settimana, e tutti sappiamo precisamente cos'è successo, anche chi mi aveva detto che non era Luca a guidare, o che era ferito alla testa, o che aveva perso i sensi si è dovuto, come dire, "ricredere": con il tempo i fatti si acclarano, solitamente. Sul momento mi sono però sentito dare tre versioni diverse dello stesso accadimento. Motivo? Semplice: sul momento, a caldo, non è necessario mettersi d'accordo per dire bugie. Basta la confusione in sé a creare equivoci.


Le indagini ufficiali (e qui arriviamo a Kennedy) hanno in genere tempo e modo di studiare le cose, è vero. Il problema è che sui fatti di Dealey Plaza si può studiare quello che si vuole ma, scavando, rimangono come piatto forte elementi di fatto (impronte, fucile, bossoli, autopsia) e testimonianze di prima mano, e quelle sono.
Se il dottor Perry dice, di primo acchito, che la ferita alla gola "gli pare in entrata", e poi, a mente fredda, riesamina il tutto e conclude di essersi sbagliato, c'è chi (perché nel mondo c'è di tutto) si aggrappa a quella parola e la ripresenta ogni volta come oro colato.
Una foto che ritrae un uomo che mette in tasca un qualcosa, diventa la prova provata che sia stato trovato un altro proiettile poi sparito.
Se qualcuno ha sentito il rumore degli spari e gli pareva arrivassero dal poggio, è andato là: non ha trovato niente, perché non c'era niente, ma non era in malafede: il suo orecchio lo ha diretto là, e non ha avuto modo di sapere che l'eco di uno sparo è capacissimo di ingannare.
Prendendo per buono tutto, però, e soprattutto usando fatti e parole a proprio comodo, il mio amico Luca dovrebbe avere la faccia rotta e dovrebbe esserci un altro ferito uscito da quell'auto, o un'altra auto coinvolta. E invece niente.
Se Zapruder nell'intervista tv mette la mano sopra la tempia destra per far vedere dove era stato colpito Jfk, c'è chi prende il filmato e ne fa la prova dello sparo frontale. Lo stesso per Bill Newman, che indica la tempia destra come zona di ingresso del prioettile.
Se Bill Dodds parla di fumo che esce da un'arma dietro la staccionata, c'è chi porta le sue parole come prova anche se il fucile non 'fuma', se non nei cartoni animati. Dodds ha semplicemente visto uno sbuffo di vapore, non è che si sia inventato tutto, ma sul momento ha visto così e così ha riportato i fatti. Si è sbagliato, in buona fede, che ne sapeva lui di fucili e di vapori che escono dai tubi?
Lo stesso si può dire del Mauser, lo stesso della questione del foro alla schiena che viene spostato su o giù a seconda di come la si pensa, lo stesso si può dire del pacco portato da Oswald nel Deposito.

Quello che conta è che, alla fine, le cose si chiariscano, magari non tutte, ma che capisca il necessario. E' ovvio che del caso Kennedy, ormai, si è parlato troppo per cui tutti, ma proprio tutti, hanno detto la loro. Se a morire fosse stato un John Smith qualunque, le indagini avrebbero portato alla condanna di Oswald senza tanti intoppi, mentre qui il minimo tentennamento è stato usato per creare verità alternative, complici, complotti, coperture.
Del resto succede spessissimo che i casi di cronaca più in vista deraglino e diventino cose a sé, per cui Andreotti ora è un mafioso, ora viene scagionato, ora viene nuovamente condannato e la giustizia non solo non mette in chiaro i fatti, ma li pasticcia ulteriormente; cosicché si può dire, ormai, il tutto e il contrario di tutto su Andreotti, e solo lui sa la verità.

Quello che è ovvio, per chi ha raziocinio e conoscenza dei fatti, e non è (come chi scrive è stato per anni) incline a immaginare scenari di cospirazione ovunque, è che le poche certezze sulla morte del presidente John Kennedy sono Oswald e la sua colpevolezza.
Se il pazzo che ha sparato a Ronald Reagan avesse mirato leggermente meglio sarebbe nato un altro Oswald, negli anni Ottanta.
Altre cospirazioni, altri poteri forti che organizzano un golpe eccetera. Reagan se l'è cavata e il pazzo è ancora in galera, e pazzo è rimasto, senza etichette di agente Cia, senza che nessuno sia andato a scavare nel suo passato (perché qualche "legame" con qualcosa lo avrebbe trovato, statene certi, magari un abbonamento a un giornale di sinistra o il servizio nei Marines o amicizie influenti).
Sirhan Sirhan, consigliato da un avvocato, giura di non aver sparato a Bob Kennedy e il suo legale di fiducia presenta da tempo studi che, secondo lui, dimostrano che è stato un altro a uccidere Rfk e che Sirhan è solo una marionetta. Per fortuna la giustizia Usa ha letto e regolarmente cestinato quella spazzatura.

L'HSCA, pur organo ufficiale, ha parlato di un complotto "likely", probabile. Peccato si sia dimenticata di spiegare come, nei fatti, si siano svolti i piani degli attentatori. Il merito dell'inchiesta Warren è quello di essere, a tutt'oggi, l'unico studio che porta a conseguenze seriamente credibili sulla morte di Jfk. Le altre teorie, tutte nessuna esclusa, hanno gran forza nel trovare le pecche (che ci sono) nel lavoro di Warren ma diventano debolissime quando tocca loro la creazione di uno scenario altrettanto credibile.
Esistono libri che infilano decine e decine di rilievi, di eccezioni, che sollevano dubbi e perplessità. Ma nessuno di questi lavori è altrettanto scrupoloso nell'arrivare alle conclusioni. Bravi a distruggere, incapaci a creare: e perché? E' ovvio. Perché chi si mettesse a fare il lavoro che, per esempio, ha fatto Oliver Stone nel suo film, cioé distruggere ma anche creare una teoria, finirebbe per essere sbugiardato come è successo a lui. Perché per parlare di complotto è necessario raccontare panzane come la storia del proiettile che zigzaga, o il polso di Connally rotto che regge il cappello, o la testa che va indietro e a sinistra colpita alla tempia, o l'autopsia pilotata, o il proiettile intatto, o le impronte digitali di Oswald.
O si parla, vagamente, della collinetta, ma alla fine vien fuori che nessuno ha visto niente, che Lee Bowers non ha visto in realtà nulla, che non ci sono bossoli, ma soprattutto che non c'è una ferita compatibile con uno sparo laterale, niente. Solo fantasie. Bisogna aggrapparsi a Jean Hill, che prima vede un cane in braccio a Jacqueline, poi vede Ruby che scappa dietro la staccionata, anche se una foto la inchioda: non guardava nemmeno il presidente, mentre lui veniva ucciso.

Affrontare il caso Kennedy con onestà intellettuale porta, e non può che portare, a un'unica conclusione, quella che ha persuaso, per dire (anche se non ne aumenta la credibilità) il fratello di Lee Oswald e l'intera famiglia Kennedy. Magari ci vuole tempo, c'è il periodo delle certezze (Stone e Garrison sono una ricetta quasi mortale per chi non ha conoscenze alle spalle), poi il periodo dei dubbi più o meno lungo (il mio è durato 5 o 6 anni) e ci vuole tempo per scoprire che tutte le "prove" del complotto sono, chiamiamole col loro nome, boiate, e altrettanto tempo per accettarlo. E' incredibile, e soprattutto irrispettoso della morte di un presidente, ma aprire gli occhi sull'assassinio è quasi una delusione, manco la morte di un uomo fosse meno tragica se avvenuta per grandi manovre piuttosto che per un incidente o una fatalità. Chi arriva a quel punto, però, non ha più scuse: ha gli elementi per capire. Se non lo fa o è uno stupido o è in malafede, come tutti gli autori che han fatto soldi sul complotto.

Mi sono allungato troppo, me ne scuserete.
Saluti a tutti



[Modificato da Federico Ferrero 13/12/2003 10.58]

Federico Ferrero
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13/12/2003 15:08

JFK e Connessioni
Ciao Federico,
Potrei essere d'accordo con te sulla questione dell'incidente occorso al tuo amico: sui sinistri automobilistici ho abbastanza esperienza da sapere quali e quante versioni escano dalle testimonianze di un numero limitato di persone che hanno assistito all'evento. Se a ciò aggiungi le dichiarazioni "de relato", il numero di testi e di racconti del medesimo fatto raggiunge un ordine di grandezza e diversità invero stupefacente: ti consiglio di leggere qualche breve saggio sulla diffusione e amplificazione delle voci in ambito civile, come ha già esemplificato (mi pare) Marshall McLuhan.
Totalmente diverse sono le questioni sulla morte di un individuo, in special modo sulla morte violenta (assassinio) di un personaggio famoso: posso capire JFK, sul quale hai studiato e ti sei fatto una cultura (non importa se in contrapposizione con la mia), ma su RFK dovresti informarti di più (chi era la guardia del corpo che doveva proteggerlo e si defilò al momento opportuno? Uno con conoscenze molto "onorevoli"), per non parlare di Ronnie Reagan: perchè i mezzi di comunicazione non misero in evidenza il fatto che la famiglia Hinckley (da cui proveniva l'attentatore) era in rapporti d'affari e d'amicizia con quella Bush (e non con Cip e Ciop), e la sera stessa il fratello di John (the lone gunman) si sarebbe dovuto incontrare con George Bush Sr., vicepresidente USA ed ex capo CIA (che non si è mai guardato dallo smentire)? Non stiamo parlando di Oswaldate, ma di connessioni più solide...
Non parlo dell'11 settembre, visto che ho già capito la tua opinione in merito, altrimenti di carne al fuoco ce ne sarebbe parecchia, altro che JFK[SM=g27825] ...
Mi piace ricordare, infine, che i delinquenti professionisti non lasciano prove in giro, di solito... Sono i ricercatori che devono trovarle, facendo attenzione a non incappare in falsi e simili

Ciao
Simone Colzani

[Modificato da clorammina 13/12/2003 15.17]

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13/12/2003 15:24

al 100% concordo con Federico!
Federico, il tuo lungo messaggio e' estremamente sensato : concordo con te al 100%!
ciao
Biagio
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13/12/2003 15:53

E’ alquanto singolare il tentativo di Federico Ferrero di stimolare la discussione sul complotto e sulle discordanze delle varie versioni. Infatti il suo intervento, che inizialmente appare orientato a nobili propositi, poche righe più avanti evidenzia le reali intenzioni dell’autore, che non si lascia scappare l’occasione di definire disonesti o, nel migliore dei casi, stupidi, tutti coloro che dissentono. E poi non si capisce cosa c’entrino le voci sull’incidente del suo amico con i testimoni oculari dell’assassinio del Presidente Kennedy. Il dottor Perry non parlava per sentito dire; il dottor McClelland non parlava, e non parla (mi riferisco al documentario di Discovery Channel), per sentito dire; stesso discorso vale per tutti gli altri medici che assistettero JFK al Parkland Hospital, compreso Charles Carrico, il quale firmò una relazione in cui si definiva d’entrata il foro alla gola. Ferrero, che presume di essere molto documentato sulla vicenda, ignora le dichiarazioni di questi importanti testimoni oculari e il fatto che i medici modificarono i loro pareri a seguito di una visita di agenti del Servizio Segreto che li informarono delle conclusioni di un’autopsia che di fatto non avvenne. Il colonnello Finck, durante la sua titubante testimonianza al processo Shaw, fu costretto a riconoscere che la ferita alla schiena di Kennedy non era stata sondata.
Un altro testimone, poliziotto, che non parlava per sentito dire, si diresse con decine di altre persone verso il poggio erboso. Sentì odore di polvere da sparo e fermò un uomo, la cui esistenza è fuori discussione, che si presentò come agente del Servizio Segreto. Ma, come fu accertato, non lo era.
Affermare, a sostegno delle proprie argomentazioni, che l’assenza di bossoli sulla collinetta conferma di per se la fondatezza delle tesi ufficiali, è una grave ingenuità. E’ chiaro che se qualcuno voleva far apparire come unico colpevole Lee Harvey Oswald, indipendentemente da un reale coinvolgimento di quest’ultimo, avrebbe sicuramente fatto il possibile per non lasciare tracce dietro la staccionata. E non mi si venga a dire che recuperare qualche bossolo (forse solo uno) sarebbe stata un’impresa impossibile da realizzare.
Non voglio esprimermi sull’eventualità che lo sparo di un fucile possa causare uno sbuffo di fumo, ma dal modo in cui se ne parla, e se ne è parlato, non sembrerebbe una possibilità esclusiva dei cartoni animati. Certamente, però, lo sfiatatoio di vapore era molto distante dal punto in cui alcuni testimoni videro la nuvola di fumo.
Ferrero, che parla di onestà intellettuale come se fosse l’unico a rappresentarla, e dando per scontato di rappresentarla, si libera con discutibile facilità della testimonianza di Bowers paragonandola a quella di coloro che gli hanno riferito sull’incidente del suo amico Luca. Egregio signor Ferrero Lei sa meglio di me (credo) che Lee Bowers vide, qualche attimo prima dell’inizio della sparatoria, due uomini dietro la staccionata. E la sua testimonianza non lascia spazio a dubbi di sorta, basta andarsela a leggere. Le ricordo, inoltre, a proposito di tutti quelli che non hanno visto un bel niente, che nessuno ha visto sparare Oswald, ma questo, ovviamente, non ha importanza.
Nessuno si aggrappa a Jean Hill, della cui testimonianza, indipendentemente dalla sua credibilità, qualsiasi critico serio delle conclusioni ufficiali può fare tranquillamente a meno. Ma coloro che sostengono o tollerano testimoni come Helen Markham e Howard Brennan, dovrebbero avere il pudore di evitarci lezioni di moralismo. Jean Hill, comunque, a differenza della Markham e di Brennan, non ha rilasciato false testimonianze. E’ vero che qualche frazione di secondo prima del colpo fatale la Hill non guarda il Presidente, ma nel film di Muchmore la si vede girarsi verso Kennedy proprio nel momento in cui viene colpito alla testa. Ferrero, mi auguro, sarà così gentile da mostrarci la foto che inchioderebbe la Hill alla sua distrazione.
Infine, vista la sua grande stima per le conclusioni della Rapporto Warren, e non per l’HSCA, Ferrero come spiega la riluttanza di alcuni membri della Commissione verso la teoria della pallottola singola, che è determinante per sostenere l’ipotesi del folle solitario? Se questi erano scettici, vuol dire che non credevano all’unico sparatore. Il senatore Russel, che anni dopo dichiarò pubblicamente di non aver mai creduto che Oswald potesse aver fatto tutto da solo, era solo un antenato, un po’ deficiente, di quella brutta razza di cui fanno parte i complottisti?
O si è scoperto che Russell era un azionista di spicco di qualche famosa casa editrice, ovviamente, complottista?


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14/12/2003 10:46

Simone,
su RFK e Reagan si sono dette (per fortuna poche) stupidaggini. Una guardia del corpo (nel caso Reagan c'era e non è servita) non basta a "parare" i proiettili di uno che arriva, tira fuori un'arma e spara.


Ribadisco il significato del messaggio: la mancanza di uno scenario alternativo credibile rende la posizione dei "complottisti" un mero attaccarsi a singole (anche se molteplici) circostanze, più o meno discutibili. Non si riesce a costruire una verità alternativa, nemmeno mettendo insieme tutto il "materiale critico", e non è un caso.

Non mi nascondo dietro un dito: la mia posizione è chiara e non ho motivi per tenerla segreta. Un ricercatore di cui ora non ricordo il nome disse, un giorno, che TUTTI i libri complottisti sono disonesti, perché costretti, chi prima chi dopo, a dire mezze verità, o complete falsità.
Un conto è affrontare dubbi e parziali incongruenze, un conto è costruire una teoria (teoria, appunto) con fondamenta errate o, peggio, inventate.

Stupido significa ottuso: intestardirsi ad analizzare col microscopio i granelli di polvere fingendo di non vedere un macigno è, detto fuori dai denti, una stupidaggine.

[Modificato da Federico Ferrero 14/12/2003 10.59]

Federico Ferrero
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14/12/2003 12:09

Rispondo alla "questione Perry", che è stata affrontata più volte. Riporto per l'ennesima volta la frase "incriminata".

Perry: "...La ferita sembra essere un foro di entrata, posto quasi al centro".
Domanda: "Ma da che parte proveniva il colpo? Frontalmente?"
Perry: "Frontalmente".

Insomma: secondo Perry, in conferenza stampa, prendendo per buona questa frase, quello alla gola fu un colpo sparato da davanti.
Ma Perry disse anche un'altra cosa: "...Potrebbe trattarsi di una ferita sola ma ce ne potrebbero essere anche due, se il secondo colpo ha centrato la testa oltre al collo...".

Ossia: Perry crede che lo stesso colpo che ha ferito JFK alla base del collo possa aver ferito anche la testa. Cosa significa questo? Significa che Perry, e gli altri medici del pronto soccorso, non erano lì per stabilire l'origine delle ferite, erano lì per soccorrere un moribondo. Da medici hanno dato un parere (compreso quello, a posteriori strampalato, che il colpo al collo potesse essere salito nel cranio) perché non sapevano niente di Oswald, del deposito, del Carcano. Sapevano solo che stava arrivando un presidente ferito.

Spero di non offendere DV se riporto un breve paragrafo del suo libro, e lo ringrazio preventivamente. "Le dimensioni ridotte del foro sotto il pomo d'Adamo, valutato da Perry in 'cinque-otto millimetri al massimo', inducono il chirurgo a ipotizzare in un primo tempo una ferita d'entrata. Non è così. L'analisi autoptica della ferita posteriore alla spalla (il cui orletto di detersione ha tutte le caratteristiche di un colpo in entrata), l'analisi delle fibre della giacca, della camicia e della cravatta del Presidente, le contusioni sugli organi interni posti fra la zona soprascapolare destra e la gola, la velocità iniziale alta - circa 650 metri al secondo - della pallottola corazzata calibro 6,5 entrata da dietro e passata senza frantumare ossa, provano che la ferita alla gola è di uscita. L'assenza di tracce metalliche sul nodo della cravatta e sull'asola del colletto e della camicia, trapassati dal proiettile, si spiega con il fatto che una pallottola corazzata di quel tipo, e in quelle condizioni, dopo l'ingresso nei tessuti molli del corpo, viene "ripulita", durante il passaggio, dalle impurità raccolte nella canna dell'arma al momento dello sparo".
(DV, "Ecco chi ha ucciso John Kennedy", ppg. 155-156).

Perry modificò il suo parere, e lo ripete da 40 anni, dopo che fu informato sulla dinamica dell'attentato: capì che i colpi arrivati dall'alto, così come non potevano aver ferito collo e testa con una pallottola sola, non potevano essere entrati da davanti: la ferita alla gola, da Perry mai analizzata ma solo, giocoforza, "guardata" e usata per infilare il tubo per la tracheotomia previo allargamento, non poteva essere d'entrata.

Il dottor McClelland ha disegnato la ferita alla testa di Kennedy così come la ricorda:
questo è il suo famoso disegno.


Confrontatelo con questa foto: dov'è il "buco"?


E ora leggete cosa hanno detto i dottori McClelland e Carrico sulle loro mansioni.
Mr. SPECTER. Osservò le condizioni della ferita alla testa?
Dr. McCLELLAND. Bè, parzialmente. No, ovviamente, non sollevammo la sua testa perché era gravemente ferita. Cercammo di evitare ogni movimento se non quelli strettamente necessari, però riuscii a vedere l'estensione della ferita".
Mr. SPECTER. Lei vide un largo foro, quello che ha già descritto?
Dr. McCLELLAND. Sì.

Carrico: "Non abbiamo mai visto né abbiamo cercato ferite posteriori. La nostra responsabilità era quella di valutare le ferite solo per cercare di tener vivo il paziente".

Chi non haproblemi con l'inglese dovrebbe conslutare questo sito:
http://graffiti.virgin.net/paul.seaton1/jfk/index.htm

Anche senza i testi si capisce a sufficienza.

[Modificato da Federico Ferrero 14/12/2003 12.10]

Federico Ferrero
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14/12/2003 12:48

Contraddittorio
Non si può avere dialogo con chi disprezza a priori il lavoro altrui: nel mio caso (che attualmente occupa uno spazio ben maggiore di JFK) principe (ossia l'11/09) le evidenze contro la versione ufficiale sono molte più di quelle a favore; su RFK ritengo che Sirhan (te la sei letta la versione ufficiale , vero? Se non fosse così, le tue parole sarebbero ahimè vane) abbia raccontato un mucchio di frottole, e non per colpa sua o del suo avvocato... Su Reagan, non mi hai risposto, e questo per me è un indizio (ops, parola esecrabile in questo contesto[SM=g27817]) di come la pensi.
Ripeto: i delinquenti professionisti non lasciano tracce dei loro crimini, anzi...
Saluti
Simone Colzani
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14/12/2003 22:57

Possiamo almeno essere daccordo sul fatto che John Hinckley era un matto? no,perchè posso capire chi pensa che Kennedy sia rimasto vittima di un complotto (io stesso,anni fa, ero convintissimo)o chi crede che dietro Shiran-Shiran ci fosse un grande burattinaio (anche se in tutti questi anni nessun indizio concreto è saltato fuori,nè l assassino tuttora in galera ha confessato altrimenti),ma che Hinckley abbia sparato a Reagan per fare un piacere ad un amico di famiglia... (Però che impunito stò George Bush sr:coinvolto nel delitto di JFK,mandante dell attentato a Reagan..Un genio del male;peggio del Joker e di Lex Luthor messi insieme)!! Personalmente resto più che scettico,e sono convinto che l unico delitto che si possa imputare a Bush senior sia di non aver usato anticoncezionali nove mesi prima della nascita dell attuale presidente degli Stati Uniti.P.S. per quel che riguarda il dottor McClelland il "buco" c era o non c era (magari la foto del presidente è "truccata")?
carmelo pugliatti
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14/12/2003 23:35

Già una volta il caso Kennedy mi ha creato qualche fastidio perché si è trasformato in una questione personale, mi spiace ma non permetterò più che accada, almeno nel mio caso.
Quindi: non c'entra niente "il lavoro altrui", a meno che le indagini ufficiali sui casi Kennedy, RFK e Reagan o Bin Laden siano state condotte da uno di noi. Non è questo il caso, direi.

Riguardo all'11 settembre, che sia chiaro: non ci credo, non è vero. Dire che l'America si è auto-tirata giù le torri, che Bin Laden è un agente Cia, o tutte le altre amenità simili non merita commenti ulteriori, ma penso ci siamo capiti. Avete presente i venditori del Colosseo? Ecco, siamo su quel piano.

Idem con patate per Bob Kennedy e Reagan. Pertanto sì, se "dialogo" significa dover prendere sul serio queste cose sono costretto a rispondere la stessa cosa che dico a chi mi parla dell'autopsia dell'alieno di Roswell come di un filmato autentico: non c'è vero dialogo, se non per scherzarci su (ma con i morti non mi va di scherzare, a differenza degli omini verdi).

Per quanto mi riguarda l'argomento torri, Bob Kennedy e Reagan è chiuso: non intendo riempire il forum di fantasie e non è questa la sede per trattare quegli argomenti, ben anche lo si volesse fare sul serio.

[Modificato da Federico Ferrero 14/12/2003 23.36]

Federico Ferrero
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15/12/2003 15:48

Mi piacerebbe proprio sapere, da chi, come Pugliatti, è molto bravo a fare inutili ironie, quale significato bisognerebbe attribuire al fatto che il disegno di McClelland colloca nella posizione sbagliata la ferita alla testa di JFK. A me sembra evidente che, screditando le capacità mnemoniche di McClelland, si cerchi, nel contempo, di screditarne le dichiarazioni e la professionalità.
La ferita disegnata da McClelland è frutto della sua fantasia o, più realisticamente, si riferisce al foro nella parte superiore della testa di JFK?
Non capisco cosa c’entri la dichiarazione di Carrico riportata da Ferrero con la relazione firmata da questo medico alle 14.30 del 22 novembre. Faccio notare che a quell’ora il presunto assassino di JFK era già stato catturato da 40 minuti e che il fucile utilizzato dall’assassino era stato scoperto al TSBD oltre un’ora prima che Carrico firmasse il documento in cui si parlava di ferita d’entrata alla gola.
Vorrei inoltre ricordare al moderatore che, proprio perché i medici, mentre soccorrevano JFK, non sapevano niente di Oswald e di tutto il resto, le loro dichiarazioni a caldo avrebbero dovuto ritenersi assolutamente attendibili. Il fatto che le impressioni iniziali dei dottori del Parkland siano state ritrattate a poche ore dall'assassinio, quando cioè non si poteva escludere l'esistenza di più sparatori e non si poteva dare per scontata la provenienza dei colpi dalla finestra del TSBD, dovrebbe essere, per le persone intelligenti come FF, un ottima ragione per dubitare fortemente della credibilità di queste ritrattazioni. Ma, evidentemente, le testimonianze di prima mano, molto care a Ferrero, perdono di importanza quando a rilasciarle sono i medici incompetenti e smemorati del Parkland Hospital.
Perché non si vuole riconoscere che i medici, come tutti gli altri testimoni, furono condizionati dalle premature conclusioni delle indagini della polizia di Dallas e dell’FBI, e che le loro successive deposizioni davanti alla Commissione Warren non potevano non risentire della precostituita colpevolezza di Oswald?
L’interpretazione che Ferrero dà della dichiarazione di Perry secondo la quale un solo proiettile aveva potuto causare le ferite al collo e alla testa, è più discutibile che mai. Perry, infatti, parla di due colpi, e quindi non si comprende perché avrebbe dovuto attribuire la paternità di tutte le ferite a un solo proiettile. Forse Ferrero fa un po’ di confusione con l’ipotesi che il colpo alla testa poteva aver causato la ferita alla gola. Era il rapporto dell’FBI che si prestava a questa possibilità, dopo aver concluso che i tre colpi erano andati a segno (due per JFK e uno per Connally) e che il primo era penetrato nella schiena di Kennedy per pochi centimetri.
Il Rapporto Warren ci propone diversi disegni, artistici e non, riguardanti le ferite di JFK, i quali, in qualche caso contraddicono clamorosamente le conclusioni ufficiali, e in altri collocano le ferite in posizioni diverse da quelle che possiamo osservare nelle foto rese pubbliche. I disegnatori si basarono sulle indicazioni dei medici che effettuarono l’autopsia e non sulle foto prese durante l’autopsia stessa. Le fotografie, infatti, non furono mostrate a Humes, Boswell e Finck durante le loro testimonianze davanti alla Commissione, come invece sarebbe stato ovvio attendersi. Perché Ferrero non si dimostra ugualmente interessato a questi errori, ma anzi ritiene assolutamente attendibili le conclusioni dell’autopsia effettuata al Bethesda Hospital?
Se, nel rispetto dei voleri della famiglia Kennedy, non si pubblicarono le foto dell’autopsia, perché almeno ai disegnatori non fu consentito di poterle visionare in modo che si potessero rendere pubbliche, se non altro, le posizioni esatte delle ferite di JFK?
Sono molto dispiaciuto, ma i protagonisti di questo forum confermano la loro incapacità ad essere convincenti e contemporaneamente una grande abilità ad essere faziosi.


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16/12/2003 02:29

Caro Sabatino,le mie ironie sono,appunto,facili perchè è facile,anzi inevitabile fare dell ironia su molti teoremi "ultracomplottisti",come ad esempio quello che vorrebbe George Bush senior mandante del tentato omicidio di Reagan.l ipotesi è talmente campata in aria che ,propio per evitare di cadere nella tentazione di altre facili ironie,accolgo l invito di Ferrero di ignorare simili argomenti.Per quel che riguarda Mc Clelland,visto che il suo disegno è indiscutibilmente in netto contrasto con l evidenza,e cioè con la foto (a meno che non si voglia ritirare fuori un altra teoria pazzesca,e cioè la manipolazione del cadavere)vi sono solo due possibili spiegazioni:o McClelland si è sbagliato,o ha mentito.Personalmente voglio credere alla prima ipotesi :in quei momenti drammatici,e con la testa del presidente piena di sangue,materia cerebrale, e lembi di carne (non potete immaginare quanto mi addolori rievocare una simile tremenda immagine)commettere uno sbaglio,ricevere una falsa impressione,è più che umano.Per quel che riguarda l essere "convincenti",io non voglio convincere nessuno;e del resto per esperienza personale sò che convincere chi ragiona per "teoremi" (non mi riferisco a lei Signor Sabatino,perlo in generale) è un esercizio quasi impossibile.Per quel che riguarda la faziosità,cosa dovrei fare per non essere fazioso? accettare assurdità come il complotto Hinckley-Bush? fingere di non vedere le discrepanze tra le foto dell autopsia ed i i disegni del Dottor McClelland?
carmelo pugliatti
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16/12/2003 02:31

Caro Sabatino,le mie ironie sono,appunto,facili perchè è facile,anzi inevitabile fare dell ironia su molti teoremi "ultracomplottisti",come ad esempio quello che vorrebbe George Bush senior mandante del tentato omicidio di Reagan.l ipotesi è talmente campata in aria che ,propio per evitare di cadere nella tentazione di altre facili ironie,accolgo l invito di Ferrero di ignorare simili argomenti.Per quel che riguarda Mc Clelland,visto che il suo disegno è indiscutibilmente in netto contrasto con l evidenza,e cioè con la foto (a meno che non si voglia ritirare fuori un altra teoria pazzesca,e cioè la manipolazione del cadavere)vi sono solo due possibili spiegazioni:o McClelland si è sbagliato,o ha mentito.Personalmente voglio credere alla prima ipotesi :in quei momenti drammatici,e con la testa del presidente piena di sangue,materia cerebrale, e lembi di carne (non potete immaginare quanto mi addolori rievocare una simile tremenda immagine)commettere uno sbaglio,ricevere una falsa impressione,è più che umano.Per quel che riguarda l essere "convincenti",io non voglio convincere nessuno;e del resto per esperienza personale so che convincere chi ragiona per "teoremi" (non mi riferisco a lei Signor Sabatino,parlo in generale) è un esercizio quasi impossibile.Per quel che riguarda la faziosità,cosa dovrei fare per non essere fazioso? accettare assurdità come il complotto Hinckley-Bush? fingere di non vedere le discrepanze tra le foto dell autopsia ed i i disegni del Dottor McClelland?
carmelo pugliatti
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16/12/2003 11:23

The OT Connection
Grazie Pugliatti per le considerazioni su Bush-Hinckley, ma temo siano diventate OT. Ti invito pertanto ad espormele in privato.
Grazie
Simone Colzani

[Modificato da clorammina 16/12/2003 11.23]

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16/12/2003 15:20

La ferita disegnata da McClelland si riferisce, e non potrebbe essere altrimenti, al colpo alla testa. Il problema è che McClelland, come si può anche vedere in questa foto, sostiene da anni che il vulnus fosse collocato in quella zona della testa, mentre è chiaro dalle foto dell’autopsia che quella porzione di cranio è rimasta intatta.



La dichiarazione di Carrico c’entra eccome. Io non so cosa di preciso sapessero i dottori di Dallas quando hanno firmato, ma volevo solo stabilire che i dottori di Dallas non hanno visitato Jfk allo scopo di stabilire la provenienza dei colpi. Al pronto soccorso si cerca di salvare la vita, punto e stop. Poi, trattandosi di dottori, si può anche dare un parere più qualificato rispetto a un uomo qualunque, però senza preparazione specifica sulle ferite da armi da fuoco non è che un medico sia in grado di dare opinioni “tecniche”.
Insomma: Perry si è sbagliato e lo ha detto, Carrico ha specificato di non aver esaminato praticamente niente. E infatti le foto smentiscono le loro dichiarazioni.

Una precisazione sulle parole di Perry in conferenza stampa.
“There are two wounds, as Dr. Clark noted, one of the neck and one of the head. Whether they are directly related or related to two bullets, I cannot say”.
Traduzione: “Ci sono due ferite, come ha fatto notare il dottor Clark, una al collo e una alla testa. Come queste siano collegate tra loro o correlate ai due proiettili non so dire”.
Prosegue poi Perry: “La natura delle ferita (alla testa) ci ha impedito di stabilire la direzione del colpo. Almeno, io non posso dirlo. Può farlo lei, dottor Clark?”
Clark: ”La ferita alla testa può essere o il foro di uscita di quella al collo o può essere una ferita tangenziale”.

Poco prima Perry dice, testualmente: “From the injury, it is conceivable that it could have been caused by one wound, but there could have been two just as well if the second bullet struck the head in addition to striking the neck, and I cannot tell you that due to the nature of the wound. There is no way for me to tell”.
Traduzione: “Dalla ferita è possibile che si tratti di un colpo solo, ma potrebbero anche essere stati due se il secondo proiettile ha colpito la testa oltre ad aver ferito il collo, e non posso dirlo per via della natura della ferita. Non c’è modo, per me, di affermare l’una o l’altra cosa”.
Credo non sia necessario andare oltre.

I dottori di Dallas sono in buona fede. Non si sono rivelati attendibili nel senso che la loro sommaria descrizione delle ferite (che, ripeto, non era loro compito esaminare, ma se il morto è un presidente...) si è rivelata inesatta. Senz’altro “pura”, nel senso che non hanno potuto subire condizionamenti, ma se l’autopsia e il materiale fotografico dimostrano che le loro opinioni non sono corrette... Fine del discorso: si sono sbagliati, è ovvio.
Non c’è motivo alcuno per dubitare delle loro ritrattazioni, e per una sola ragione: perché ci sono prove che dimostrano che si sono sbagliati. Il minimo, quando ci si accorge di un errore, è ritrattare. Che poi ci siano state “pressioni” siamo d’accordo, nel senso che dei che dottori contraddicono (sbagliando) le notizie che arrivano dalla Deaely Plaza sono un elemento di disturbo e possono creare false impressioni nel pubblico, e allora è meglio correggere il tiro quanto prima. Ma questo non ha niente, assolutamente niente a che fare con le fotografie e gli esami che contraddicono la versione dei dottori.
Federico Ferrero
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28/02/2004 11:17

Dott Ferrero si è tirato la zappa sui piedi
L' episodio dell' incidente da lei descritto è esattamente l' opposto di quanto successo con il caso JFK .
Prima le testimonianze sono discordi poi con il passare del tempo la sequenza dei fatti si assesta con la realtà.
Con Kennedy , invece avviene il contrario, prima viene data una versione ufficiale che poi con il passare del tempo e la scoperta di nuovi fatti non è più plausibile.
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29/02/2004 18:10

Ma quando mai? che era stato Oswald lo si è capito già il 22 novembre del 63.
carmelo pugliatti
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29/02/2004 22:51

Appunto.
Prima vi sono diverse versioni dell' incidente dell' amico del dott. Ferrero poi, col tempo, si chiarisce la giusta dinamica dei fatti sulla base di informazioni più precise.
Nel caso Kennedy è esattamente l' opposto: prima viene data una verità "assoluta" poi con l' andare del tempo emergono punti che questa verità la mettono in discussione (in discussione non vuol dire che la smentiscono, infatti quella del compotto rimane comunque solo una teoria )
Post: 153
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17/03/2004 09:48

Non è così.
Nel caso Kennedy fu arrestato, due ore dopo l'assassinio, un uomo, per l'omicidio di un poliziotto, un uomo che poco dopo divenne sospetto per il caso Kennedy (ovvero: non appena la polizia scoprì che il ragazzo lavorava in Dealey Plaza e che c'era il suo fucile al sesto piano).
Le testimonianze discordi ci sono subito (i dottori di Dallas, i testimoni in Dealey Plaza, il rapporto Fbi) ma poi, col tempo, si ristabilisce la verità.

Federico Ferrero
Post: 91
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22/03/2004 12:48

Re: JFK e Connessioni

Scritto da: clorammina 13/12/2003 15.08
[...] la sera stessa il fratello di John (the lone gunman) si sarebbe dovuto incontrare con George Bush Sr., vicepresidente USA ed ex capo CIA (che non si è mai guardato dallo smentire)?



Approfitto di questo messaggio per una domanda... Si dice "tutti ricordano dove si trovavano in un certo momento, p.es. quando spararono a Kennedy".
Ho letto che tra quelli che NON si ricordano, oltre a Nixon, c'e' proprio Bush sr.
Qualcuno sa con certezza se lo ha mai detto o se e' una leggenda urbana? (link o altro)
Grazie :-)
Post: 1
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22/03/2004 23:51

Re: Re: JFK e Connessioni

Scritto da: Demonfly 22/03/2004 12.48


Approfitto di questo messaggio per una domanda... Si dice "tutti ricordano dove si trovavano in un certo momento, p.es. quando spararono a Kennedy".
Ho letto che tra quelli che NON si ricordano, oltre a Nixon, c'e' proprio Bush sr.
Qualcuno sa con certezza se lo ha mai detto o se e' una leggenda urbana? (link o altro)
Grazie :-)

é una leggenda.
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