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L'omicidio dell'agente Tippit

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2005 22:26
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03/01/2005 00:35

x Marco
La fonte è una dichiarazione giurata rilasciata da T. F. Bowley alla polizia di Dallas. Di seguito te ne propongo la traduzione tratta da “L’America ricorre in appello” di Mark Lane.
(oppure www.jfk-online.com/bowley.html)
“Stavo percorrendo il quartiere di Oak Cliff e avevo appena voltato verso ovest sulla Decima Strada. Dopo circa un isolato vidi un’autopattuglia della polizia di Dallas ferma nella corsia diretta a est. Vidi un poliziotto sdraiato accanto alla ruota anteriore sinistra. Fermai l’auto e mi avvicinai. Diedi un’occhiata all’orologio che segnava le 13.10. Erano presenti parecchie persone. Appena arrivato, cercai per prima cosa di aiutare il poliziotto, ma compresi che era troppo tardi. Un uomo stava cercando di far funzionare la radio dell’autopattuglia, ma disse che non sapeva come fare. Io me ne intendevo e così lo sostituii alla radio. Dissi: “Pronto, centralino. Hanno sparato a un poliziotto”. Il centralinista mi domandò dove. Mi informai sulla posizione in cui mi trovavo e gliela comunicai”.
Domingo Benavides testimoniando davanti alla Commissione Warren confermò la presenza di una persona che lo aveva sostituito alla radio della polizia. Dichiarò di non conoscere il suo nome e, non so quanto in buona fede, la sua testimonianza non chiarì chi dei due era riuscito ad effettuare la chiamata. L’interrogante, avvocato Belin, non fece alcuno sforzo in direzione di questo chiarimento.
A me sembra evidente, comunque, che se Bowley ritenne opportuno prendere il posto di Benavides e quest’ultimo glielo concesse, l’unica ragione possibile era l’incapacità di Benavides di utilizzare la radio della macchina di Tippit. Ma la Commissione evitò, come la peste, la dichiarazione di Bowley, più che altro, perché l’uomo aveva detto di essere arrivato sulla scena del delitto alle 13.10, e questo orario avrebbe fatto crollare le ricostruzioni cronologiche a cui tenevano così tanto gli autori del Rapporto. Nessuno mi toglie dalla testa che, se Bowley avesse dichiarato di essere giunto sul posto alle 13.20, la Commissione gli avrebbe riservato un posto d’onore fra i testimoni dell’inchiesta, magari convocandolo addirittura prima di Marina Oswald. Invece lo ignorò completamente. Tu cosa ne pensi?

Sempre in relazione all’uccisione di Tippit, in questi giorni sto dando un’occhiata a quelle testimonianze che, impropriamente, Biagio Privitera ha definito “macigni”, in quanto, secondo lui, rappresenterebbero prove schiaccianti a carico di Oswald.
Ebbene, più si approfondisce la conoscenza delle dichiarazioni di certi personaggi e più aumenta lo sconcerto e lo sbigottimento per la leggerezza con cui la Commissione Warren ritenne tali testimonianze attendibili ai fini di una identificazione certa di Lee Oswald.
La signora Barbara Davis affermò che il fuggitivo indossava una giacca nera, mentre gli altri testimoni la videro chiara o, addirittura, bianca. Il Rapporto Warren ci dice che la giacca ritrovata nel parcheggio, attribuita ad Oswald, era di colore grigio chiaro. L’identificazione di Oswald da parte di Barbara Davis appare ancora più dubbia quando la donna dichiara di averlo riconosciuto dalla faccia, sebbene avesse ammesso, poco prima, di aver visto l’uomo in fuga solo di profilo.
In riferimento agli abiti che Oswald indossava durante il line-up la donna non effettuò nessuna identificazione.
Altro particolare interessante che si può trarre dalla testimonianza della Davis è il fatto che l’assassino le avrebbe sorriso, o che, comunque, avrebbe sorriso, se non a lei, alla signora Markham, la quale stava anch’essa osservando la fuga del criminale. Questo episodio ci induce ad aggiungere alle già incredibili e numerose qualità post-assassination che Oswald riusciva ad esprimere, anche la capacità di mostrarsi sadicamente allegro. Quindi, non solo, a seconda dei casi, freddo, calmo, rilassato, gentile, sconvolto, braccato e con la faccia storta (Bledsoe description), ma anche sorridente. Che uomo!!!!
Di altri due testimoni cito solo una “piccola” discrepanza tra le loro dichiarazioni.
Sam Guinyard e Ted Callaway erano insieme quando assistettero alla fuga del sospetto assassino, e quindi, osservarono il tutto dalla stessa posizione. Secondo Callaway la distanza minima a cui passò il fuggitivo era di 55 piedi, cioè 18 metri, e sembra che questa distanza sia stata anche misurata. Sapete secondo Guinyard a quanto ammontava questa distanza minima?
10 piedi, cioè 3 metri!!!!
Praticamente Guinyard fu quasi investito da Oswald, e meno male che non ci scappò il terzo omicidio.

Saluti
Giuseppe




[Modificato da sabatinogiuseppe59 03/01/2005 1.01]

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