00 07/12/2003 00:51
LHA come Candidato manciuriano?
Caro Simone,

per coloro neofiti nel sito che non sanno di che si tratti quando si parla di "Candidato Manciuriano", copio da un articolo di Gaetano Gentile:
L’opera The Manchiurian Candidate (Va’ e uccidi, 1962) di John Frankenheimer, e' tratta dall’omonimo, bellissimo e sfortunato romanzo di Richard Condon, con il quale l’autore newyorchese inizia un suo personalissimo e inquietante percorso nella fantapolitica. Il film prefigura macabramente e con agghiacciante tempismo l’assassinio di Kennedy (al quale la pellicola, sinistra ironia, era piaciuta), tanto che il coprotagonista e produttore Frank Sinatra, amico personale di Kennedy, lo tolse rapidamente dalla circolazione, contrariato perché Lee Oswald pare lo avesse visto poco prima dell’attentato al presidente degli Stati Uniti. La pellicola fu ridistribuita venticinque anni dopo, nel 1987. Tanto fu il clamore positivo che suscitò che il suo sceneggiatore, George Axelrod, affermò ironicamente: “The Manchiurian Candidate è il solo film che, da essere un flop, è divenuto un classico senza mai essere stato un successo”. Basato sulla guerra fredda tra Urss e Stati Uniti, con chiari riferimenti al maccartismo, narra di un reduce della guerra di Corea (interpretato da Laurence Harvey, che tratteggia con innegabile maestria una solitudine disperata e un black hole interiore senza requie), indotto a uccidere per i lavaggi del cervello pavloviani subiti, e di un suo amico reduce (Sinatra) che cerca di capire cosa succede.

Suppongo che tu ti riferisca quindi al concetto di "lavaggio del cervello". Bene, in base a tutto quello che ho letto relativo alla vita di Oswald, sia relativo al periodo Usa, poi in URSS durante la defezione (molto bello il libro di Norman Mailer basato sui dossier KGB) e poi ancora in USA, non mi sembra francamente credibile che qualcuno abbia fatto il "lavaggio del cervello" a LHO in modo da condizionarlo e "dirigerne" gli atti verso l'assassinio. Era si' un "tipo strano", ma lo era "di suo", senza alcun condizionamento esterno (almeno questa e' l'idea che me ne sono fatto io).

Se vuoi sapere la mia, io penso davvero che la morte di Kennedy sia stata la combinazione di una serie di notevoli "coincidenze" e non di un complotto.
Questa e' proprio la tesi espressa molto bene (certo meglio di come sono capace io) da Kenneth Rahn (Professor Emeritus at the University of Rhode Island) in un articolo del 19 Nov.2003 intitolato "CHANCE, NOT CONSPIRACY, IN THE DEATH OF JFK".
E' facilmente rintracciabile su internet, ma se vuoi ti posso inviare la versione word via email (penso che non sia possibile mettere allegati word sul forum, vero?). Se hai problemi con l' inglese, te lo traduco appena ho 10 minuti di tempo.
saluti
Biagio