00 03/10/2005 12:54
Il problema non è nemmeno tanto "ravvedersi". Il problema è non capire, o non voler capire, che gli errori sono parte quotidiana del nostro vivere. Quando chiamarono Pertini a Vermicino in occasione della disgrazia del bambino caduto nel pozzo ricordo che qualcuno (politico o giornalista, non saprei) disse che il poverino sarebbe stato certamente tirato fuori in giornata, e spiegò perché e percome (un tunnel parallelo, un operaio nano che si calava nel pozzo) e dava per scontato l'esito felice della vicenda, garantendo che laggiù il bimbo stava bene, mangiava, beveva da un tubo, parlava. I tentativi sono falliti, tutti, e il bimbo è morto.

Ce ne sono a milioni di questi episodi: quando scoppia un palazzo si diffondono cinque versioni (attentato, incidente per bombola a gas, cedimento strutturale, terremoto, tentato suicidio) e poi, via via, si tolgono le scemenze (quando si può) e si spiega cosa è successo. La smania di voler dare la notizia SUBITO, prima degli altri, meglio degli altri scatena gli istinti peggiori di certi cronisti che, a volte, non si fanno problemi a INVENTARE DI SANA PIANTA particolari per rendere più credibile una versione dei fatti o ingigantire le parole di una vechietta che passando dice "ieri sera ho visto un tipo strano con un tubo in mano".
La colpa è in massima parte di chi lavora nei mezzi di informazione. L'ingenuità o la credulità della gente è solo una debolezza sfruttata da chi informa, non una responsabilità in sé. C'è poi chi, pur non rivestendo ruoli riconosciuti nell'informazione, sfrutta l'innato desiderio di "scoprire misteri e inganni" che ognuno di noi coltiva, chi più chi meno, per mettere insieme mezze verità, fatti presentati in maniera tendenziosa, un po' di pseudocompetenza da fumo-negli-occhi (c'è chi parla di quanti, pulsar, neutrini e fotoni senza nemmeno sapere di cosa si tratta ma i "paroloni" spesso ingannano chi non ha preparazione specifica) e diffonde falsi scoop, flsi miti, falsi crimini, falsi... falsi.

Questo, ripeto alla noia, non significa affatto negare a priori la fallacia e a volte la dolosa malafede delle "autorità": ma fare dell'anti-ufficiale un mestiere è di per sé dimostrazione di pregiudizi e di parzialità che mettono immediatamente al bando, prima ancora di entrare nel merito, l'attendibilità di certe "teorie".

Saluti
FF

[Modificato da Federico Ferrero 03/10/2005 12.55]

Federico Ferrero