00 25/11/2004 20:05
Re:

Scritto da: clorammina 25/11/2004 8.56
Ciao Carmelo,
Ti ringrazio per la puntualizzazione su chi intervenne (non avevo possibilità di controllare esattamente, ed era appena tremata la terra... era quello il riferimento al terremoto contenuto nel mio precedente post), ma mi spiace contraddirti in merito al boom economico "potenziale" che si sarebbe avuto con JFK.
Quella americana, infatti, è un'economia di guerra, ossia per sopravvivere, deve (nel caso del Vietnam, probabilmente l'intenzione è sfuggita di mano) imbarcarsi per qualche avventura bellica. Questo fenomeno (warfare economy) è ben noto agli economisti di tutto il mondo, ma non a certe anime candide (vedi Veltroni) che credono ancora alla favola del New Deal del Buon Vecchio Nonno Frank. Probabilmente JFK, a differenza di Johnson e del suo vergognoso finto attacco al Maddox (che era una nave spia che incrociava nelle acque territoriali del Vietnam del Nord), avrebbe valutato diversamente il dispiego delle forze USA nel mondo, tenendo in debito conto le pesanti lezioni (Cuba I e II, Vietnam) che la Storia gli stava impartendo. A mio parere, RFK, più pragmatico di lui, sarebbe stato un ottimo pres, ma, come già detto, la Storia non si fa con i verbi al condizionale.
Saluti
Simone Colzani

Su questo punto non sono d'accordo.Recentemente ho letto un articolo (sul "corriere della sera",mi pare) che dimostrava che dal punto di vista economico le guerre fin dal medio periodo sono sempre state un pessimo affare per tutti .Di certo la guerra del Vietnam si rivelò catastrofica per l economia Americana.La recessione e l inflazione degli anni 70 debbono imputarsi principalmente alle spese per il conflitto nel sud est asiatico.Il Vietnam fu una catastrofe anche per l esercito degli Stati Uniti e per il suo arsenale.Fino al 1973 gli USA avevano un esercito di leva.In seguito alle vicende della guerra la leva fu abolita e gli americani passarono all attuale esercito di professionisti.Ma i soldati di mestiere costano,e per pagare i loro stipendi (e tutti i programmi di successivo reinserimento nella vita civile) l US ARMY fu costretta a destinare a questo scopo gran parte del bilancio.Il risultato fu che le commesse militari alle industrie furono drasticamente tagliate,così come le spese per la ricerca,e gli Americani si ritrovarono a metà degli anni 70 con un arsenale obsoleto ed una netta inferiorità in fatto di armamenti convenzionali con l Unione Sovietica.Inoltre durante il conflitto ,per la necessità di rimpiazzare sempre gli stessi armamenti le industrie non aggiornarono la loro produzione,mentre d altra parte in conseguenza del graduale disimpegno Americano (dal 1969)i quantitativi richiesti erano sempre minori.Tutto questo si rivelò alla fine un pessimo affare per l industria bellica che al contrario prosperava in tempi di "normale guerra fredda". Nel 1964 si tenne a New York il "world fair",la fiera mondiale.In quella occasione venne orgogliosamente mostrato da un America ricca ed opulenta all apice del benessere il "meraviglioso mondo di domani",ossia i progetti delle maggiori industrie Statunitensi per i prossimi dieci anni (Se si vuole averne un idea si guardi il film "2001 odissea nello spazio",basato propio sui programmi mostrati alla fiera).Soltanto tre anni dopo,nel 1967,il Presidente Johnson si appellò al popolo americano affinchè rinunciasse ai viaggi all estero,dato il precario stato dell economia conseguente all impegno bellico.Senza il Viet-Nam (e le spese per la Grande società) Non soltanto il boom sarebbe durato,ma si sarebbe accresciuto in modo esponenziale con benefici per tutti.

[Modificato da carmelo pugliatti 25/11/2004 20.18]

carmelo pugliatti