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Innanzitutto, spezziamo una lancia a favore di JFK sulla questione cubana: i piani della CIA, almeno quelli che condussero sino a Baia dei Porci, furono preconfezionati per e dall'Amministrazione Eisenhower. Non è un mistero, infatti, che il vecchio Ike vedesse Richard Nixon (suo vice nel secondo mandato) di buon occhio come suo successore alla Casa Bianca. Tuttavia, il delfino designato ben poco potè alle elezioni del 1960, ove subì una cocente sconfitta contro il gioco di squadra della famiglia Kennedy.
Nella fattispecie, ossia i fatti di Cuba, senza andare a pescare troppo in là (Fulgencio Batista, la mafia, il patto fra le multinazionali americane e la famiglia Bacardi) puoi cercarti il film Thirteen Days, che parla proprio della crisi dei missili, senza per questo dimenticare gli eventi precedenti.
Se vogliamo tracciare un bilancio sbrigativo dei rapporti intercorsi fra Kennedy e Castro, non dobbiamo dimenticare che JFK non era così progressista come taluni ce lo dipingono, anzi, sebbene Baia dei Porci (fatto in cui lui, ripeto, non aveva grandi demeriti) fosse stato un disastro, il Presidente aveva incoraggiato la ricerca di soluzioni "alternative" (nel caso vedi Operazione Northwoods) come l'assassinio dello "zio" Fidel tramite qualche prezzolato sicario.
Da qui vi fu la Crisi dei Missili (1962). Forse la negatività di JFK fu di averla indirettamente provocata (nel breve periodo) o forse nell'avere alterato gli equilibri interni alla Russia (nel medio-lungo periodo), con l'ascesa al potere di Breznev e l'inizio di un nuovo gelo nei rapporti fra le due superpotenze, gelo che colpirà in massima parte i suoi successori Lyndon Johnson e Richard Nixon.

Saluti
Simone Colzani

[Modificato da clorammina 24/11/2004 1.07]