Il Forum di johnkennedy.it Il forum sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy

Per il complotto,ora si torna alle"rivelazioni"di un cubano...

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    Diego Verdegiglio
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    N O T I Z I E
    L'Avana. 4 Novembre 2003



    CONFERMATA LA DATA DEL PROCESSO PER IL 12 NOVEMBRE
    Perché Kennedy è stata ucciso con una carabina con mirino telescopico?
    • Morto prima di affrontare la giustizia panamense con Posada Carriles per il caso contro il fallito attentato al presidente Fidel Castro… Cos’altro sapeva il cubano-americano José Valladares?

    di Jean-Guy Allard – speciale per Granma Internazionale

    Incredibilmente, è facendo riferimento all’assassinio di John F. Kennedy che il cubano-americano José Valladares ha confessato alla Procura panamense la sua partecipazione alla cospirazione diretta dal suo amico, il terrorista internazionale Luis Posada Carriles…

    Sospettato da vari esperti, di aver partecipato all’esecuzione del Presidente nordamericano!

    La dichiarazione di Valladares, alias “Pepe el Cubano”, che fino a qualche ora prima della scoperta da pate della polizia del complotto contro Fidel aveva ospitato Posada nella sua proprietá in provincia di Chiriqui, è un elemento fondamentale del dossier della Procura panamense sulla colpevolezza di Posada e dei suoi complici.

    La lettura del voluminoso documento – 175 pagine – rivela una gran quantitá di elementi che dimostrano pienamente il tentativo di attentato che, se fosse andato in porto, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, secondo gli esperti di esplosivi della polizia panamense.

    Interrogato dalla PM argentina Barrera Flores su chi avesse introdotto a Panama il detonatore che avrebbe dovuto essere usato con l’ordigno esplosivo, Valladares ha risposto: “La mia opinione era che lo ammazzassero, ma non cosí. Perche Kennedy fu ucciso con una carabina dotata di mirino telescopico, peró una sola. Io dissi che se avessero portato piú carabine con mire telescopiche lo avrebbero ammazzato e adesso non staremmo in mezzo ai guai”.

    Che ha voluto dire Valladares con il suo enigmatico riferimento al presidente nordamericano assassinato? Che altro sapeva questo vecchio collaboratore della mafia di Miami? Che gli avrá raccontato Posada per aver fatto riferimento all’assassinio avvenuto a Dallas?

    Disgraziatamente, “Pepe el Cubano” non potrá mai piú parlare. È morto il 7 ottobre del 2002, “per problemi coronari”, a Boquete, un comune di Chiriquí, dove viveva da anni. Era anche stato formalmente accusato di essere complice nella congiura diretta dal suo socio Posada.

    OSPITE DI ORLANDO BOSCH

    I legami di Valladares con la combriccola terrorista di Miami, risalgono a trent’anni fa, quando aiutó il terrorista di origine cubana Orlando Bosch Ávila nei preparativi per l’esplosione dell’aereo della compagnia “Cubana Aviación” nelle Barbados, nel 1976, in cui morirono 73 persone. Luis Posada Carriles, fu successivamente identificato come complice di Bosch in quell’atto terroristico e insieme a lui fu arrestato in Venezuela.

    Piú tardi, Valladares offrí a Bosch una delle sue case di Miami, quando l’estremista arrivó negli Stati Uniti dopo essere stato liberato grazie agli interventi dell’allora ambasciatore nordamericano a Caracas, il cubano-americano Otto Reich, oggi uno dei consiglieri di George W. Bush.

    Secondo fonti molto sicure, Valladares ospitó Bosch nella sua tenuta di Panama, a sei chilometri dal confine con Costa Rica, in una zona molto difficle da raggiungere.

    Orlando Bosch Ávila, fu fondatore e Capo dell’assassina Corporazione di Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU) e di varie organizzazioni responsabili del terrorismo contro Cuba.

    “Pepe el Cubano” ammise al Pubblico Ministero Barrera, di essere stato uno dei mercenari controrivoluzionari della fallita invasione della “Baia dei Porci” (Playa Jirón). Catturato il 17 aprile del 1961, fu liberato il 24 dicembre del 1962.

    Dichiaró successivamente di aver introdotto la forza armata degli Stati Uniti nel 1963. Al principio del 1964, riveló che faceva parte di “una compagnia” a Porto Cabeza, “una base di comando, di guerriglia e uomini rana, per sbarcare a Cuba ed eliminare Fidel Castro”.

    E chi c’era dietro questa operazione? Valladares lo confessó spontaneamente dichiarando alla procura panamense: “Ho lavorato nella Cia a Nicaragua, mi pagavano, sono stato in Guatemala per allenarmi”, disse testualmente.

    Interrogato sulla sua partecipazione alla cospirazione diretta da Posada per assassinare il Presidente cubano, Valladares riconobbe che i quattro terroristi internazionali, Posada, Pedro Crispín Remón, Gaspar Giménez Escobedo e Guillermo Novo Sampól, alloggiarono a casa sua. Piú tardi precisó: “Loro si fermarono a casa mia, dormirono a casa mia, mangiarono a casa mia, usarono il bagno di casa mia, sono amici miei, saranno sempre miei amici, sono i miei fratelli”.

    Valladares non venne incarcerato con Posada ed i suoi complici, perché gli amputarono il piede destro.

    All’inizio dell’interrogatorio, Valladares si rifiutó di collaborare con la PM Barrera e alle sue domande rispose dicendo che erano “tutte menzogne”, ma rivelando le loro intenzioni, finí per offrire testimonianze che accusano i quattro imputati.

    Durante un’investigazione, la polizia giudiziaria scoprí che Posada ed i suoi tre sicari avevano nascosto gli esplosivi C-4 e Centex nella tenuta di Valladares a Boquete, dove furono ospiti tre giorni prima di essere arrestati nella capitale.

    LEGATI AL NARCOTRAFFICO

    Nato il 7 febbraio del 1934 a Pinar del Rio (Cuba), Valladares successivamente fu conosciuto a Panama con il soprannome di “Pepe el Largo”, “Pepe el Flaco”, “Pepe el Cubano” o “El Cojo”. Era possessore di un passaporto nordamericano (Nº 044995338).

    A Chiriqui, a parte le sue funzioni di “ospite” dei vari elementi della fauna di Miami, fu associato al cubano-americano Orestes Cosio, deportato il 22 maggio del 2002 negli Stati Uniti per narcotraffico e per aver partecipato a tre omicidi .

    Cosio, che risiedeva nella provincia di Chiriquí sotto il nome di Luis “Mack” Navarro, si associó a Valladares e a Pedro Caridad Cordillo Serrano, un pensionato della polizia di Miami anch’egli legato al narcotraffico, che lavorava in una officina meccanica conosciuta come “Big Truck”.

    La provincia di Chiriquí confina con Costa Rica, a circa 450 chilometri ad ovest della capitale panamense.

    Alla fine di ottobre del 2001, Miles Burdén, Capo dell’FBI nell’ambasciata nordamericana a Panama, invió un dossier alla PM Barrera dicendole che era in possesso d’informazioni relative al fatto che nella tenuta di Valladares, a Chiriqui, si trovavano armi nascoste e probabilmente anche esplosivi. La Procura chiese rinforzi all’FBI per l’estensione del terreno della tenuta, dove Miles era riuscito ad entrare. Ma pochi giorni dopo, Miles concluse la sua missione, e questo fece apparentemente mandare a monte il ritrovamento del materiale.

    LA SFIDA DELLA GIUSTIZIA PANAMERICANA

    A Panama è stata confermata la data dal 12 al 14 novembre del processo di Posada e dei suoi complici, come deciso dal giudice Enrique Panisa all’inizio di settembre, quando si concluse l’udienza preliminare in cui si determinó che le prove presentate erano piú che sufficienti per inviare a giudizio i terroristi.

    Malgrado le pressioni della mafia di Miami, messe in atto alcune settimane prima dell’udienza preliminare - una vera e propria campagna a favore di Posada Carriles, eroe dei clans terroristi del sud della Florida - il magistrato panamense riconobbe la validitá del dossier presentato dal PM Arquímedes Sáenz con una brillante documentazione.

    I fatti dimostrano che dietro a questo criminale tentativo di assassinio, le cui consequenze avrebbero potuto essere disastrose, ci sono rinomati terroristi che per 40 anni hanno vissuto delle loro cospirazioni omicide, con la complicitá, l’incoraggiamento, il finanziamento e il costante sostegno dei componenti piú fanatici della mafia terrorista di Miami.

    L’udienza preliminare ha dimostrato che la giustizia panamense rispetta gli impegni internazionali di questo paese nella lotta contro il terrorismo. Il processo di Posada e dei suoi complici, con la presentazione di tutte le prove riunite, dimostrerá chiaramente l’estrema pericolositá dei cospiratori, riconosciuta anche dall’FBI in vari rapporti. E la necessitá di impedire, con tutto il peso delle leggi, che quattro terroristi internazionali riprendano quella strada lungo la quale per tanti anni, hanno seminato la morte.


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    Diego Verdegiglio
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    carmelo pugliatti
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    00 28/12/2004 03:34
    Re:

    Scritto da: Diego Verdegiglio 28/12/2004 1.34






    Che ha voluto dire Valladares con il suo enigmatico riferimento al presidente nordamericano assassinato? Che altro sapeva questo vecchio collaboratore della mafia di Miami? Che gli avrá raccontato Posada per aver fatto riferimento all’assassinio avvenuto a Dallas?

    Disgraziatamente, “Pepe el Cubano” non potrá mai piú parlare. È morto il 7 ottobre del 2002, “per problemi coronari”, a Boquete, un comune di Chiriquí, dove viveva da anni. Era anche stato formalmente accusato di essere complice nella congiura diretta dal suo socio Posada.



    Subir

    Ma guarda che combinazione,mannaggia li pescetti ! Dovremo "assumere" un nuovo articolo di fede.
    carmelo pugliatti
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    Diego Verdegiglio
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    00 28/01/2005 18:37
    Non ero andato nella fantascienza pensando che JFK fosse stato ucciso dai sudvietnamiti di Diem. Lo pensava inizialmente anche Lyndon Johnson (Vedi Robert Dallek "JFK-Una vita incompiuta",Le Scie Mondadori, p. 766)
    Diego Verdegiglio
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    carmelo pugliatti
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    00 28/01/2005 18:51
    Re:

    Scritto da: Diego Verdegiglio 28/01/2005 18.37
    Non ero andato nella fantascienza pensando che JFK fosse stato ucciso dai sudvietnamiti di Diem. Lo pensava inizialmente anche Lyndon Johnson (Vedi Robert Dallek "JFK-Una vita incompiuta",Le Scie Mondadori, p. 766)

    Lyndon Johnson inizialmente sospettava anche dei Cubani di Castro.Non a caso pose subito fine ad ogni tentativo di eliminare il dittatore Caraibico.La biografia di Dallek è superlativa.
    carmelo pugliatti
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    Diego Verdegiglio
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    00 13/02/2005 02:40
    Lo sciocchezzaio di Ufoitalia.net

    Il governo ombra americano


    Che cosa è realmente il presidente degli USA

    Il presidente degli Stati Uniti d’America è erroneamente definito come l’uomo più potente della Terra, per la falsa credenza che egli abbia il potere di dirigere la prima potenza mondiale. In realtà si tratta di una persona che deve sottostare ad un governo ombra che non ha nulla a che vedere con la democrazia. Questo governo ombra è una specie di Mafia formata da persone che fanno solo i propri interessi, eliminando chi si impedisce il raggiungimento dei propri interessi, chiunque esso sia. Questa Mafia ha il pieno controllo dell’ONU, di tutti gli enti civili e militari degli USA, nonché di quelli dei paesi NATO e dei paesi sotto il controllo degli USA.

    I suoi componenti sono persone che hanno un elevato potere economico anche legato al settore bellico e/o sono persone che ricevono denaro in cambio di creare situazioni che favoriscano determinate aziende.

    In effetti dal secondo dopoguerra si è verificato uno strano comportamento da parte degli USA, tendente ad intraprendere imprese assurde ed inutili, al fine di favorire le industrie collegate al settore bellico e spaziale, come la guerra del Vietnam, come la seconda guerra del Golfo, come la guerra del Kossovo, come il progetto Apollo per mandare l’uomo sulla Luna, eccetera: tutte imprese realizzate non nel modo più efficiente, ma nel modo che facesse realizzare più profitti possibili a certe aziende.

    Infatti mediante la costruzione del consenso, la diffusione di un’apparente benessere, l’uso strumentale dei conflitti sociali, dei colpi di stato e delle guerre, è possibile generare artificialmente una serie di situazioni che favoriscono speculazioni di portata inimmaginabile e permettono ad un’élite economica internazionale di tenere sotto controllo l’economia mondiale.



    Il governo ombra e J. F. Kennedy

    Questo governo ombra non guarda in faccia a nessuno per realizzare i propri progetti, come nel caso del presidente americano J. F. Kennedy, che fu ucciso perché ostacolava i progetti del governo ombra. Difatti Kennedy non solo era contrario all’invasione di Cuba e alla guerra del Vietnam, ma era intenzionato a smascherare anche il governo ombra attraverso il rendere pubblico documenti che attestavano la connessione tra il governo ombra ed enti americani come la CIA. Oltre ciò, Kennedy tentò di smascherare il potere del governo ombra attraverso clamorose dichiarazioni quali: “lo stesso ufficio del Presidente viene usato per sovvertire i diritti dei cittadini, ed è mio dovere renderlo noto”. Consapevole di come era rischiosa la strada da lui intrapresa, Kennedy dichiarò: “Un giorno qualcuno mi ucciderà all’aperto, nella confusione di un corteo. Sarebbe il momento migliore. Fucili ad alta precisione dall’alto di un palazzo...”

    La tesi ufficiale del governo sull’uccisione di Kennedy, è di una assurdità ridicola. Infatti, dopo che la CIA fece ridurre al minimo la scorta presidenziale di quel giorno, John Kennedy venne ucciso dal fuoco incrociato di 3-4 punti di sparo e quindi non solo dal colpevole ufficiale L. H. Oswald, il quale era appostato alle spalle del Presidente con un fucile a colpo singolo e quindi era incapace di provocare una simile triangolazione di sparo e di sparare tanti colpi in pochi secondi. Poco dopo l’arresto, Oswald venne ucciso da Jack Ruby, un uomo che prendeva soldi dalla CIA, mentre tutti gli altri testimoni chiave morivano o svanivano prima di andare a deporre.

    Inoltre Jack Ruby fu intervistato dalla giornalista Dorothy Kilgallen che, dopo aver detto telefonicamente di aver appreso la verità da Ruby, fu trovata morta in un finto suicidio e subito dopo fu trovato morto anche un suo amico a cui aveva passato degli appunti dell’intervista.

    In sostanza J. F. Kennedy era stato ucciso dagli stessi servizi segreti incaricati di proteggerlo per ordine di un gruppo di persone molto potenti, come sostenne anche il giudice Jim Garrison, che tra l’altro dichiarò: “La CIA è l’organizzazione più pericolosa e potente che esiste al mondo”.

    Successivamente quando Robert Kennedy, fratello di J. F. Kennedy, decise di puntare alla presidenza con gli stessi ideali del fratello, finì puntualmente sparato.

    Anche i Presidenti Ronald Reagan e Bill Clinton hanno osato opporsi al governo ombra, ma contro di loro è stata usata una nuova e più raffinata arma, vale a dire la diffamazione, che fa in modo da far perdere la loro credibilità e far sì che non vengano più rieletti. In questo modo a un presidente pericoloso per il governo ombra viene fatto perdere credibilità, in modo che delle dichiarazioni clamorose sul gruppo ombra non vengano prese sul serio, ma è ovvio che se un presidente decidesse di smascherare il governo ombra, non avrebbe il tempo di farlo perché farebbe la fine di un presidente che era lì per lì per farlo: John F. Kennedy.



    Le persone collegate a J. F. Kennedy

    J. F. Kennedy fu ucciso nel 1963 dal governo ombra poiché voleva divulgare un qualche segreto di stato che avrebbe danneggiato il governo ombra. Per lo stesso motivo furono uccise tutte le persone a cui Kennedy aveva confidato questo terribile segreto come avvenne nel caso di Marilyn Monroe, a cui l’ex amante J. F. Kennedy avrebbe rivelato il segreto per cui tutti e due sono stati uccisi.

    I servizi segreti uccisero Marilyn Monroe nel 1962 inscenando un contraddittorio suicidio. L’ex marito di Marilyn, Bob Slatzer, dichiarò subito che l’avevano uccisa i servizi segreti perché sapeva troppo, ed effettivamente da intercettazioni telefoniche dei servizi segreti risulta che Marilyn disse di volere rivelare alla stampa il terribile segreto: due giorni dopo fu trovata morta. Marilyn sarebbe morta ingerendo 47 pillole di barbiturici senza bere un goccio d’acqua, cosa assurda visto che chi la conosceva bene sapeva che Marilyn non poteva prendere una pillola senza bere due bicchieri d’acqua. Quando arrivò l’autoambulanza Marilyn era ancora viva e grazie ai soccorsi degli infermieri ella si riprese, ma improvvisamente arriva il suo psichiatra, Ralph Greenson, che le pratica una violenta iniezione nel cuore di Nembutal (di cui infatti se ne trova traccia solo nel sangue) che in pochi secondi la uccide. A ciò si aggiunge il fatto che il diario di Marilyn sparisce nel nulla, che i veri risultati dell’autopsia furono tenuti nascosti e che i testimoni cambieranno continuamente la loro versione dei fatti.




    Diego Verdegiglio
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    Diego Verdegiglio
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    JFK: Chi uccise il presidente? Alessandro Piccioni

    22 Novembre 1963, Dallas. Il neo-presidente John Fitzgerald Kennedy viene assasinato. L’intero paese degli Stati Uniti si ferma, e con lui tutto il pianeta. Dopo poche ore tale Lee Oswald viene arrestato come autore dell’omicidio. Non ci sono certezze, ma la verità non riesce a venire a galla perché anche Oswald, dopo poco, viene assassinato da un qualunque(?) Jack Ruby.
    La Commissione Warren viene istituita dal Governo per indagare sul caso, ma il rapporto che viene consegnato alla fine risulta decisamente ambiguo e opinabile. Nasce la voce del complotto.
    Grandi autori (Norman Mailer in “Oswald: un mistero americano”, Don DeLillo in “Libra”, James Elroy in “American Tabloid” e David Foster Wallace in “Lyndon”), grandi registi (Oliver Stone in “JFK”), artisti, sociologi e filosofi si sono dati da fare per anni analizzando, ricostruendo e ricercando una verità che a tutt’oggi non accenna a venire fuori. E forse mai lo farà, portando il caso JFK come uno dei baluardi delle teorie dei complotti governativi.

    Ma chi è stato ad uccidere Kennedy? Si è detto di tutto. Che sia stata la Mafia, che sia stata la Massoneria, che sia stato effettivamente Oswald, che sia stata una cospirazione politica o un gruppo terroristico o i comunisti. Ma quali sono le incongruenze e gli avvenimenti decisamente strani che hanno generato questa idea condivisa da molti?
    Innanzitutto l’approssimazione usata dalla Commissione Warren. Strano che per l’assassinio di un presidente sia stata nominata una Commissione tanto inefficace e per molti versi incompetente. Essa ha deliberatamente ignorato eventi, male interpretato fatti, ha elaborato la famosa teoria del Proiettile unico, decisamente improbabile.
    Il percorso fatto fare a Kennedy viene cambiato all’ultimo momento, e casualmente viene fatto passare in una zona decisamente più a rischio di triangolazione di fuoco.
    Il famoso filmato Zapruder, che riprese il presidente al momento del colpo, dimostra chiaramente che lo sparo non poteva provenire dal luogo in cui si ipotizzò fosse Oswald. Proprio lui venne trovato tutto tranquillo al secondo piano di uno stabile un minuto e mezzo dopo lo sparo, anche se avrebbe dovuto sparare dal sesto piano.
    L’ambulanza presente a Dealey Plaza, che avrebbe potuto soccorrere e salvare il Presidente, non c’era perché impegnata a soccorrere un uomo in preda a una crisi epilettica. Peccato che ulteriori verifiche dimostrarono che nessuno era stato assistito o ricoverato per crisi epilettica. L’autopsia effettuata sul corpo del presidente viene decisamente pilotata a convalidare l’ipotesi di un solo proiettile entrato nella nuca, e soprattutto viene fatta in tempi brevissimi.
    Circa 75 persone coinvolte nel caso Kennedy morirono negli anni successivi, in circostanze misteriose. Il primo è Jack Zangretti, ucciso nel dicembre 1963, che sa di rapporti tra Oswald e Ruby. Solo nel 1964 muoiono tredici testimoni chiave, nell’anno successivo altre quindici, dodici nel 1965. Nel 1977, quando le indagini stavano per essere riaperte, scompaiono ben quattordici potenziali testimoni.

    La Teoria del Proiettile unico
    Il rapporto Warren è pieno di sciocchezze, ma la teoria del proiettile è il suo culmine.

    CONTINUA
    Il filmato Zapruder
    Uno dei filmati amatoriali più famosi del mondo. La vera grande prova sull'assassinio.

    CONTINUA



    Il cagnolino messicano

    Avete mai sentito di quella signora che aveva trovato quel bel cagnolino, che si è rivelato essere un topo?




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    Diego Verdegiglio
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    Diego Verdegiglio
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    00 13/02/2005 02:55
    JFK ucciso dagli Israeliani!

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    stampa
    segnala
    via emailVanunu sostiene che Israele assassino' John Fitzgerald Kennedy a causa delle pressioni esercitate sull'ex Primo Ministro Ben-Gurion
    La spia nucleare Mordechai Vanunu afferma in una intervista che Israele era
    dietro l'assassinio nel 1963 del Presidente degli Stati Uniti JF Kennedy, e
    alcuni ufficiali israeliani sperano a voce alta che l'inverosimile commento
    colpira' la credibilita' di Vanunu.
    Aaron Klein - Trad. di Chiara Panzera
    Fonte: WorldNetDaily.com - 25 luglio 2004
    27 luglio 2004
    Vanunu e' un ex tecnico nucleare recentemente rilasciato dopo una sentenza di
    detenzione di 18 anni per aver reso pubblico, attraverso il Sunday Times, il
    programma nucleare di Israele dello stabilimento di Dimona. Gli e' stato
    vietato di lasciare il paese, parlare con i mezzi di comunicazione e con gli
    stranieri.

    Ma il giornale Al-Hayat, che ha sede a Londra, ha pubblicato ieri (il 24-7,
    n.d.t.) un'intervista, dichiarando che e' la prima rilasciata da Vanunu, e
    nella quale afferma che secondo "certe indicazioni vicine", Kennedy e' stato
    assassinato a seguito della "pressione che aveva esercitato sul capo del
    governo israeliano, David Ben-Gurion, per fare luce sul reattore nucleare di
    Dimona." "Noi non sappiamo quale irresponsabile Primo Ministro israeliano
    assumera' l'incarico e decidera' di fare uso delle armi nucleari nelle
    battaglie con gli altri stati Arabi confinanti," cosi' viene riportato quello
    che Vanunu ha detto. "Quanto e' gia' stato rivelato sulle armi di cui Israele
    e' in possesso puo' distruggere la regione e uccidere milioni di persone."

    Vanunu, che non e' in grado di conoscere le attuali disposizioni di sicurezza
    del piano nucleare israeliano, afferma che il Medio Oriente corre il rischio di
    diventare una "seconda Chernobyl", nel caso che succeda un incidente
    all'impianto di Dimona. Un eventuale terremoto potrebbe causare delle crepe al
    centro dell'impianto e provocare una massiccia fuoriuscita di radiazioni che
    "minaccerebbe milioni".

    La Giordania deve controllare i residenti nelle regioni confinanti con Israele
    per essere sicura che non siano gia' stati esposti alle radiazioni e
    somministrare i medicinali necessari, riferisce Vanunu. Altresi' critica la
    visita che il capo dell'Agenzia per l'Energia Atomica Mohammed el-Baradei ha
    fatto in Israele all'inizio del mese. "Lui [Baradei] avrebbe dovuto rifiutarsi
    di visitare Israele [perche'] non gli e' stato permesso di visitare il reattore
    nucleare," sempre secondo quanto riferisce Vanunu.


    Secondo quanto riportato da al-Hayat, Vanunu adesso vive "con i suoi amici
    palestinesi" a Gerusalemme Est. Gli ufficiali israeliani non hanno commentato
    sui provvedimenti che prenderanno contro Vanunu, che non e' sottostato ad una
    parte degli accordi previsti dopo il suo rilascio, e che non gli permettono di
    rilasciare interviste ai media.

    "Le opinioni su Vanunu sono contrapposte," riferisce ai reporter Ra'anan
    Gissin, un portavoce del primo ministro israeliano Ariel Sharon. "Alcuni dicono
    di lasciarlo parlare e lo aggiungono alla politica ambigua, mentre altri dicono
    che piu' parla e piu' aumentano le tensioni, in special modo nelle circostanze
    attuali."

    Gisin dice che i commenti di Vanunu riguardo JFK servono solo a portare
    discredito alla ex spia. "E' un qualcosa che ti saresti aspettato da [Yasser]
    Arafat," dice Gissin.


    Allo stesso tempo una fonte israeliana ha riferito a WorldNetDaily, che dopo
    l'uccisione di Kennedy, i servizi segreti israeliani hanno effettuato delle
    esercitazioni per vedere come il tiratore Lee Harvey Oswald, che ha usato un
    fucile calibro 6,5 mm ordinato per corrispondenza, fu in grado di uccidere
    Kennedy dalla sua angolazione al sesto piano di un edificio nelle vicinanze.


    La simulazione dell'esercitazione e' stata fatta da tiratori scelti con un
    equipaggiamento molto piu' potente, poggiato su cavalletti, ed utilizzando
    puntatori al laser per vedere dove le persone nella macchina presidenziale
    sarebbero state colpite, dopo che i tiratori scelti avevano fatto fuoco. La
    fonte dice che l'esercitazione ha dimostrato che "e' quasi impossibile per
    Oswald poter avere fatto quello che ha fatto."




    Note:

    Traduzionedi Chiara Panzera a cura dell'associazione Peacelink

    Diego Verdegiglio
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    Diego Verdegiglio
    Post: 759
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    00 13/02/2005 02:58
    Avanti! Avanti a chi la spara più grossa!


    C
    UBAnews



    rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI



    Quando Posada Carriles confesserà la sua complicità nell’omicidio di Kennedy?

    Un documentario realizzato negli Stati Uniti presenta nuove testimonianze che situano Luis Posada Carriles con vari cospiratori cubano - americani a Dealey Plaza, a Dallas, quando venne assassinato a fucilate il Presidente degli USA

    Jean Guy Allard – speciale per Granma Internacional

    Luis Posada Carriles, noto terrorista internazionale, è sempre pronto a far la propria auto - apologia davanti alle telecamere di Miami, di Panama e di El Salvador che assediano la sua cella nel carcere El Renecer. Egli è anche molto abile a omettere o menzionare i capitoli più oscuri della sua biografia. Uno è particolarmente pericoloso perchè molti investigatori dell’assassino di Kennedy ormai lo vincolano direttamente o indirettamente all’omicidio del Presidente, un tema sul quale egli è assolutamente muto.

    In un’intervista per Granma Internacional, Wim Dankbaar, un negoziante olandese che ha finanziato nuove investigazioni sulla morte di Kennedy con la collaborazione di agenti pensionati del FBI, ha promosso un documentario sul tema, nel quale si indica come uno dei tre individui arrestati dalla polizia di Dallas, poco dopo il crimine, proprio Luis Posada Carriles a Daeley Plaza, a Dallas, quando avvenne l’omicidio.

    Dankbaar afferma che Chauncey Holt, uno dei tre presunti vagabondi arrestati, in realtà erano sicari della mafia camuffati. Holt testimoniò sui fatti in un video di due ore di durata, registrato poco prima della sua morte e mai diffuso. In quel documento Holt nomina alcuni cubani, tra i quali Luis Posada Carriles e dice che non sapeva se coloro vennero mandato per eseguire un lavoro o per creare confusione.

    Holt aveva lavorato agli ordini di Meyer Lansky, famoso capo della mafia dell’Avana negli anni’50 e di Pete Licavoli, un altro capo mafia italo nordamericano.

    Dankbaar segnala anche che nella biografia del capo mafia Sam Giancana, raccolta dal fratello, si segnala il ruolo giocato da due amici di Santos Trafficante, un capo mafia dell’Avana, e uno dei due, in accordo con la descrizione offerta puo essere perfettamente Posada Carriles.

    Le ricerche finanziate da Dankbaar sono dirette dal detective in pensione Shelton che aveva lavorato per 28 anni nel FBI, soprattutto a Chicago e Kansas City. Il documentario si intitola “JFK the Proof” e presenta i risultati delle nuove ricerche su questo tema mai chiarito.

    In accordo con Dankbaar la presenza a Dallas di vari piccoli gruppi di individui vincolati alla mafia italiana e alla cupola di Batista cubano – americana, si spiega con il lavoro a comparti effettuato dalla CIA nelle sue operazioni.

    Oltre a Posada venne segnalata la presenza a Dealey Plaza di altri operativi, noti cubano - americani della CIA come Frank Sturgis o Orlando Bosh.



    Vari investigatori sono d’accordo nel situare i cubano - americani a Dealey Plaza nel giorno del crimine



    In un’intervista offerta di recente al sito web www.cubadebate.cu l’ex capo dei servizi segreti cubani, il generale ritirato Fabian Escalante, ha rivelato che Posada Carriles e Guillermo Novo Sampoll, detenuti ora a Panama, come Orlando Bosch, liberato il 20 luglio del 1990 dal presidente George Bush, appaiono nella lista dei sospettati del complotto per l’omicidio di Kennedy, eseguita a Cuba dagli organi di sicurezza dello stato.

    I vincoli di Posada nel complotto si spiegano raccontando la complessa storia (come ha fatto Escalante), di una cospirazione che aveva riunito i dirigenti della comunità cubana emigrata, i mafiosi nordamericani e gli ufficiali della CIA.

    Escalante ha descritto come nell’aprile del 1963 i capi cubano americani della Florida e di New Yersey crearono un’organizzazione che sarebbe poi scomparsa in maniera strana immediatamente dopo la morte di Kennedy.

    La detta Giunta di Governo Cubano nell’Esilio - JGCE - era un gruppo diretto da Carlos Prio Socarras, Felipe Rivero, e un terrorista noto come Paulino Sierra González, rappresentante della mafia nordamericana.

    Il mese dopo avvenne una riunione a Bimini, nelle Bahamas, vicino a Miami, alla quale parteciparono Carlos Prio, John Rosselli, il capo mafioso, William Carr, aiutante del colonnello King capo della divisione dell’emisfero occidentale della CIA e Robert Togers ufficiale.

    Le informazioni ottenute dal servizi segreti cubani, provenienti da vari stati degli USA, indicano che vennero realizzate varie riunioni con lo stesso proposito, alle quali parteciparono elementi terroristi come Frank Sturgis, Howard Hunt, Orlando Piedra, Antonio “Tony” Cuesta, Eladio del Valle, Ioaquin Sanjenis, Manuel Artime, Orlando Bosch, Antonio Vecina e lui.... Posada Carriles.

    Secondo l’ex capo degli organi di sicurezza dello stato, tra il marzo e l’aprile del 1963 l’omicidio di Kennedy era già stato deciso e si stava preparando un piano per la sua realizzazione.

    Una testimonianza importante delle attività di quel nucleo di cospiratori la offre una tedesca, Marita Laurens, che fu amante d Sturgis. Lei racconta che conobbe a Dallas Lee Harvey Oswald, l’assassino “riconosciuto” di Kennedy, mentre frequentava Sturgis, Novo Sampoll, suo fratello Ignacio e altri individui.

    I ricercatori nordamericani del caso Keenndy, tra i quali il giornalista di Miami, Gaston Fonzi, forse il più importante tra tutti – coincidono nel situare a Dallas, il giorno dell’assassinio, quel gruppo che operava per la CIA, che continuò a cospirare anche dopo il fallimento di Playa Girón.

    I membri dell’Operazione 40 montata dalla CIA e preparati a Fort Benning per realizzare a Cuba operazioni di terrorismo, si mantennero costantemente in contatto per eseguire il loro sporco lavoro da mercenari contro Cuba, sia nell’Isola che negli Stati Uniti e in altri paesi.

    Va segnalato che questo pericoloso gruppo comprendeva vari collaboratori della polizia di Batista e vecchi soci della mafia dell’Avana che si erano trasferiti negli Stati Uniti con il capo più noto, Santos Trafficante.

    In una lussuosa cella a Panama, nella prigione El Renacer, Luis Posada Carriles costituisce uno degli ultimi esemplari vivi di quella fauna mafiosa vincolata alla CIA che si trovava a Dallas nel giorno fatidico, quando venne assassinato il Presidente degli Stati Uniti.

    Quando il terrorista Posada Carriles si deciderà a confessare la sua complicità nel tragico omicidio, egli che è anche responsabile dell’attentato di Barbados e di altri che hanno marcato i suoi quattro decenni di attività terroristiche?





    Diego Verdegiglio
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    Diego Verdegiglio
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    00 13/02/2005 20:37
    Sono stati i "servizi" inglesi e la Permindex
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    Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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    ARCHIVIO TERRORISMO
    PERMINDEX: i sicari della Corona
    –Elementi nuovi nel caso Kennedy portano ai servizi di Sua Maestà
    Vi sono tutte le circostanze per riaprire un'inchiesta sul più grave assassinio politico del dopoguerra. Roba per gli storici? No, le stesse identiche forze stanno dando la caccia a Clinton
    Il 22 novembre del 1963 veniva assassinato a Dallas il Presidente J.F. Kennedy. Come è noto i tribunali non riuscirono a fare luce sui mandanti e sulla dinamica stessa della famosa sparatoria. Oggi disponiamo però di due fatti nuovi che nella ricerca dei mandanti aiutano a puntare i riflettori molto in alto, verso la Corona Britannica. Gli aspetti nuovi riguardano in primo luogo l'inchiesta aperta dall'allora procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison sulla organizzazione Permindex. Questa sorta di facciata ufficiale dell'anonima assassini era presieduta dal canadese Louis Mortimer Bloomfield, maggiore nelle unità dei servizi segreti britannici Special Operations Executive (SOE) durante la guerra. L'EIR ha potuto accertare che nel 1971 Bloomfield figurava tra i soci fondatori del Club 1001/Nature Trust, l'organismo che raccoglie le donazioni più cospicue alle operazioni del WWF del principe Filippo, e che tra il 1970 ed 1978 egli ha ricoperto la carica di vice presidente del WWF Canadese, diventandone poi direttore fino alla sua morte nel 1984. In secondo luogo l'EIR ha potuto accertare che un giornale locale aveva pubblicato nel 1967 alcune fotografie in cui David Ferrie e Clay Shaw apparivano insieme in evidente familiarità. Ferrie e Shaw erano i due personaggi più importanti nell'inchiesta sull'assassinio di Kennedy condotta dal procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison.Insieme, i due aspetti nuovi della vicenda permettono di risalire dai controllori di Lee Harvey Oswald, presentato come lo "specchietto per le allodole" nell'assassinio, alla Corona inglese ed ai suoi servizi segreti.

    La prova cruciale mancante

    Nel 1967 Jim Garrison incriminò il presidente della International Trade Mart di New Orleans Clay Shaw sotto l'accusa di cospirazione nell'assassinio del Presidente J. F. Kennedy. Gli investigatori di Garrison avevano ricostruito i collegamenti di Shaw ad un'unità spionistica segreta che faceva capo al numero 544 di Camp Street a New Orleans, cioè agli uffici di Guy Bannister, ex dirigente dell'FBI. Fino al 1963 quegli uffici erano stati frequentati da Shaw, David Ferrie, Lee Harvey Osvald ed altri personaggi collegati ai tragici fatti del 22 novembre a Dallas. Per quegli uffici passano inoltre tutte le attività sporche di controllo degli esiliati cubani da parte dell'FBI. Il 16 marzo 1967 il quotidiano canadese Le Devoir pubblica un'ampia denuncia della Permindex tracciando i collegamenti con l'attentato a De Gaulle del 1962. Anche in Italia vi furono varie denuncie, la più importante fu una serie di sei articoli contro la Permindex pubblicati da Paese Sera tra il 4 ed il 18 marzo.Nel processo celebratosi nel 1969 (quando i teste più importanti, da Ferrie a Oswald a Bannister erano stati fisicamente eliminati), il giudice Haggerty escluse dalle prove il verbale della polizia secondo il quale Shaw aveva ammesso di aver usato lo pseudonimo "Clay Bertrand", sebbene il verbale fosse stato esteso da un funzionario decorato. Un personaggio col nome di Clay Bertrand aveva detto a Lee Oswald, subito dopo l'arresto, di prendere Dean Andrews come proprio legale. Il processo a Shaw si arenò definitivamente quando risultò impossibile accertare "in maniera inequivocabile", come esige la procedura, se Shaw e Ferrie si conoscessero, sebbene sul banco dei testimoni fossero stati in molti a dire che i due erano "vecchi amici". Sotto giuramento Shaw mentì quando affermò di non aver mai incontrato Ferrie, noto omosessuale e mercenario, che aveva lavorato per la Divisione Cinque della FBI in operazioni di addestramento e armamento degli esiliati cubani, nelle quali operò anche Oswald, e che venivano coordinate da New Orleans. Oltre a Bannister, Oswald manteneva collegamenti con l'agente speciale dell'FBI a Dallas, James P. Hosty. Eppure le foto in cui Ferrie e Shaw erano ritratti insieme in un party alquanto bizzarro erano state pubblicate nel numero del maggio 1967 del The Councillor, un foglio locale di Shreveport in Louisiana. Un reporter del The Councillor seguì in aula il processo a carico di Shaw tenendo per tutto il tempo le fotografie chiuse nella sua borsa. Successivamente, sia il giudice che la maggior parte dei giurati ammisero di essere convinti che vi fosse stata una cospirazione che aveva portato all'assassinio del Presidente, ma che sul conto di Shaw non era possibile essere sicuri. In punto di morte Haggerty dichiarò al cronista Stephen Tyler della WLAE-TV di essere convinto che Shaw avesse mentito sotto giuramento. Nel 1979 Richard Helms, direttore delle operazioni segrete della CIA, ammise sotto giuramento che Shaw aveva lavorato per l'Agency nel 1963. Shaw è morto nel 1974 ma non fu permesso eseguire l'autopsia.

    La Permindex di Sua Maestà

    Clay Shaw figurava nel consiglio di amministrazione della Permanent Industrial Exposition (Permindex) presieduta da Bloomfield. E figurava inoltre nel consiglio di amministrazione del Centro Mondiale Commerciale, la succursale della Permindex fondata a Roma nel 1958. Qualora le foto in questione fossero state esibite ai giurati non v'è dubbio che il verdetto di colpevolezza nei suoi confronti avrebbe aperto tutta una serie di indagini sul conto della Permindex, dalle quali il collegamento diretto della Corona Inglese nell'assassinio di Kennedy sarebbe potuto emergere alla piena luce del giorno.
    Nel 1967, la Permindex di Bloomfield fu espulsa dall'Italia, dalla Francia e dalla Svizzera dopo che le autorità francesi avevano accertato che la sua filiale di New Orleans, la Carribean Anti-Comunist League, aveva fatto arrivare diverse centinaia di migliaia di dollari ai membri dell'OAS (Organizzazione armata segreta) impegnati negli attentati al Presidente francese Charles De Gaulle. La transazione fu operata dal banchiere Tibor Rosembaum, anch'egli membro fondatore del Club 1001 dei grandi finanziatori del WWF.
    L'aspetto più interessante è che dopo la Seconda Guerra Mondiale il maggiore del SOE Bloomfield aveva funto da ufficiale di collegamento tra lo spionaggio della corona inglese e l'FBI, allora diretta dal noto omosessuale J. Edgar Hoover. Nel contesto degli accordi raggiunti da Winston Churchill e Franklin Roosevelt, Bloomfield arrivò a ricoprire l'incarico di consigliere speciale di J. Edgar Hoover per il controspionaggio dell'FBI, che è appunto competenza della famigerata Divisione Cinque. Questi venti anni di intima collaborazione tra Bloomfield e Hoover getta un po' di luce su certe anomalie evidenti sia nell'assassinio di Kennedy che nel modo in cui furono insabbiate le indagini. Perché mai Lee Harwey Oswald, se fosse stato il vero assassino, avrebbe dovuto inviare un telegramma personale ad Hoover, avvisandolo, 48 ore prima della tragedia, di un complotto contro la vita del Presidente? E invece, se Oswald fosse stato solo uno specchietto per le allodole, perché Hoower si precipitò a far sparire le tracce di quel telegramma, ordinando anche all'ufficio di Dallas di far sparire ogni traccia dei contatti tra Oswald e l'agente Hosty, per poi punire quest'ultimo per "negligenza" in tutto l'affare? La confessione di Hosty è purtroppo arrivata solo nel 1975, quando Hoover era già morto e gli schedari "sterilizzati".
    Fino al momento in cui non cadde sotto i colpi della pistola di Jack Ruby (anche Ruby era stato un informatore dell'FBI, aveva lavorato per Bannister quando questi era in servizio presso la Divisione Cinque a Chicago), Oswald continuò a ripetere di essere un "capro espiatorio" e di non aver sparato al Presidente. Un processo ad Oswald avrebbe necessariamente condotto a far luce nei meandri della Permindex.
    Shaw, Ferrie, Oswald, Bannister, Bloomfield ed Jim Garrison sono tutti morti. Ciò nonostante queste nuove prove possono condurre a ricostruire la verità che è particolarmente necessaria nel momento in cui le stesse forze che assassinarono Kennedy si sono messe alle calcagna di Bill Clinton promettendogli chiaro e forte di riservargli la stessa fine. Da una parte c'è l'ondata di attentati che da ottobre hanno trasformato la Casa Bianca in una sorta di poligono di tiro, dall'altra le campagne denigratorie e le minacce come quella profferta dal senatore Jesse Helms, personaggio che a gennaio ha assunto la presidenza della potentissima Commissione Esteri del Senato, quando ha detto che il Presidente dovrebbe farsi accompagnare dalle guardie del corpo se vuole visitare le basi militari del suo stato. Era il 21 novembre 1994, vigilia del trentunesimo anniversario della tragedia di Dallas... Il 27 ottobre 1962 venne assassinato in Italia il presidente dell'ENI Enrico Mattei in quello che fu fatto passare per un incidente aereo. L'aereo era partito dall'aeroporto di Catania, dove era stato sabotato, e la città siciliana era stata oggetto di una strana visita, nei due giorni precedenti, da parte del capomafia di New Orleans, Calogero Minacori, altrimenti noto come Carlos Marcello, un socio d'affari e amico di Clay Shaw e David Ferrie.





    Diego Verdegiglio
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    Diego Verdegiglio
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    00 01/04/2005 23:55
    Da LA REPUBBLICA 1° Aprile 2005, p. 22:
    "Attentato al Papa, niente complotto. Il giudice Priore sulle accuse di Alì Agca: rivelazioni da controllare. Scetticismo in Vaticano: E' un depistatore. Il governo tedesco esclude un ruolo dei servizi segreti comunisti. Agca: Non chiamatemi sicario, io sono un rivoluzionario".
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