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N O T I Z I E
L'Avana. 4 Novembre 2003
CONFERMATA LA DATA DEL PROCESSO PER IL 12 NOVEMBRE
Perché Kennedy è stata ucciso con una carabina con mirino telescopico?
• Morto prima di affrontare la giustizia panamense con Posada Carriles per il caso contro il fallito attentato al presidente Fidel Castro… Cos’altro sapeva il cubano-americano José Valladares?
di Jean-Guy Allard – speciale per Granma Internazionale
Incredibilmente, è facendo riferimento all’assassinio di John F. Kennedy che il cubano-americano José Valladares ha confessato alla Procura panamense la sua partecipazione alla cospirazione diretta dal suo amico, il terrorista internazionale Luis Posada Carriles…
Sospettato da vari esperti, di aver partecipato all’esecuzione del Presidente nordamericano!
La dichiarazione di Valladares, alias “Pepe el Cubano”, che fino a qualche ora prima della scoperta da pate della polizia del complotto contro Fidel aveva ospitato Posada nella sua proprietá in provincia di Chiriqui, è un elemento fondamentale del dossier della Procura panamense sulla colpevolezza di Posada e dei suoi complici.
La lettura del voluminoso documento – 175 pagine – rivela una gran quantitá di elementi che dimostrano pienamente il tentativo di attentato che, se fosse andato in porto, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, secondo gli esperti di esplosivi della polizia panamense.
Interrogato dalla PM argentina Barrera Flores su chi avesse introdotto a Panama il detonatore che avrebbe dovuto essere usato con l’ordigno esplosivo, Valladares ha risposto: “La mia opinione era che lo ammazzassero, ma non cosí. Perche Kennedy fu ucciso con una carabina dotata di mirino telescopico, peró una sola. Io dissi che se avessero portato piú carabine con mire telescopiche lo avrebbero ammazzato e adesso non staremmo in mezzo ai guai”.
Che ha voluto dire Valladares con il suo enigmatico riferimento al presidente nordamericano assassinato? Che altro sapeva questo vecchio collaboratore della mafia di Miami? Che gli avrá raccontato Posada per aver fatto riferimento all’assassinio avvenuto a Dallas?
Disgraziatamente, “Pepe el Cubano” non potrá mai piú parlare. È morto il 7 ottobre del 2002, “per problemi coronari”, a Boquete, un comune di Chiriquí, dove viveva da anni. Era anche stato formalmente accusato di essere complice nella congiura diretta dal suo socio Posada.
OSPITE DI ORLANDO BOSCH
I legami di Valladares con la combriccola terrorista di Miami, risalgono a trent’anni fa, quando aiutó il terrorista di origine cubana Orlando Bosch Ávila nei preparativi per l’esplosione dell’aereo della compagnia “Cubana Aviación” nelle Barbados, nel 1976, in cui morirono 73 persone. Luis Posada Carriles, fu successivamente identificato come complice di Bosch in quell’atto terroristico e insieme a lui fu arrestato in Venezuela.
Piú tardi, Valladares offrí a Bosch una delle sue case di Miami, quando l’estremista arrivó negli Stati Uniti dopo essere stato liberato grazie agli interventi dell’allora ambasciatore nordamericano a Caracas, il cubano-americano Otto Reich, oggi uno dei consiglieri di George W. Bush.
Secondo fonti molto sicure, Valladares ospitó Bosch nella sua tenuta di Panama, a sei chilometri dal confine con Costa Rica, in una zona molto difficle da raggiungere.
Orlando Bosch Ávila, fu fondatore e Capo dell’assassina Corporazione di Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU) e di varie organizzazioni responsabili del terrorismo contro Cuba.
“Pepe el Cubano” ammise al Pubblico Ministero Barrera, di essere stato uno dei mercenari controrivoluzionari della fallita invasione della “Baia dei Porci” (Playa Jirón). Catturato il 17 aprile del 1961, fu liberato il 24 dicembre del 1962.
Dichiaró successivamente di aver introdotto la forza armata degli Stati Uniti nel 1963. Al principio del 1964, riveló che faceva parte di “una compagnia” a Porto Cabeza, “una base di comando, di guerriglia e uomini rana, per sbarcare a Cuba ed eliminare Fidel Castro”.
E chi c’era dietro questa operazione? Valladares lo confessó spontaneamente dichiarando alla procura panamense: “Ho lavorato nella Cia a Nicaragua, mi pagavano, sono stato in Guatemala per allenarmi”, disse testualmente.
Interrogato sulla sua partecipazione alla cospirazione diretta da Posada per assassinare il Presidente cubano, Valladares riconobbe che i quattro terroristi internazionali, Posada, Pedro Crispín Remón, Gaspar Giménez Escobedo e Guillermo Novo Sampól, alloggiarono a casa sua. Piú tardi precisó: “Loro si fermarono a casa mia, dormirono a casa mia, mangiarono a casa mia, usarono il bagno di casa mia, sono amici miei, saranno sempre miei amici, sono i miei fratelli”.
Valladares non venne incarcerato con Posada ed i suoi complici, perché gli amputarono il piede destro.
All’inizio dell’interrogatorio, Valladares si rifiutó di collaborare con la PM Barrera e alle sue domande rispose dicendo che erano “tutte menzogne”, ma rivelando le loro intenzioni, finí per offrire testimonianze che accusano i quattro imputati.
Durante un’investigazione, la polizia giudiziaria scoprí che Posada ed i suoi tre sicari avevano nascosto gli esplosivi C-4 e Centex nella tenuta di Valladares a Boquete, dove furono ospiti tre giorni prima di essere arrestati nella capitale.
LEGATI AL NARCOTRAFFICO
Nato il 7 febbraio del 1934 a Pinar del Rio (Cuba), Valladares successivamente fu conosciuto a Panama con il soprannome di “Pepe el Largo”, “Pepe el Flaco”, “Pepe el Cubano” o “El Cojo”. Era possessore di un passaporto nordamericano (Nº 044995338).
A Chiriqui, a parte le sue funzioni di “ospite” dei vari elementi della fauna di Miami, fu associato al cubano-americano Orestes Cosio, deportato il 22 maggio del 2002 negli Stati Uniti per narcotraffico e per aver partecipato a tre omicidi .
Cosio, che risiedeva nella provincia di Chiriquí sotto il nome di Luis “Mack” Navarro, si associó a Valladares e a Pedro Caridad Cordillo Serrano, un pensionato della polizia di Miami anch’egli legato al narcotraffico, che lavorava in una officina meccanica conosciuta come “Big Truck”.
La provincia di Chiriquí confina con Costa Rica, a circa 450 chilometri ad ovest della capitale panamense.
Alla fine di ottobre del 2001, Miles Burdén, Capo dell’FBI nell’ambasciata nordamericana a Panama, invió un dossier alla PM Barrera dicendole che era in possesso d’informazioni relative al fatto che nella tenuta di Valladares, a Chiriqui, si trovavano armi nascoste e probabilmente anche esplosivi. La Procura chiese rinforzi all’FBI per l’estensione del terreno della tenuta, dove Miles era riuscito ad entrare. Ma pochi giorni dopo, Miles concluse la sua missione, e questo fece apparentemente mandare a monte il ritrovamento del materiale.
LA SFIDA DELLA GIUSTIZIA PANAMERICANA
A Panama è stata confermata la data dal 12 al 14 novembre del processo di Posada e dei suoi complici, come deciso dal giudice Enrique Panisa all’inizio di settembre, quando si concluse l’udienza preliminare in cui si determinó che le prove presentate erano piú che sufficienti per inviare a giudizio i terroristi.
Malgrado le pressioni della mafia di Miami, messe in atto alcune settimane prima dell’udienza preliminare - una vera e propria campagna a favore di Posada Carriles, eroe dei clans terroristi del sud della Florida - il magistrato panamense riconobbe la validitá del dossier presentato dal PM Arquímedes Sáenz con una brillante documentazione.
I fatti dimostrano che dietro a questo criminale tentativo di assassinio, le cui consequenze avrebbero potuto essere disastrose, ci sono rinomati terroristi che per 40 anni hanno vissuto delle loro cospirazioni omicide, con la complicitá, l’incoraggiamento, il finanziamento e il costante sostegno dei componenti piú fanatici della mafia terrorista di Miami.
L’udienza preliminare ha dimostrato che la giustizia panamense rispetta gli impegni internazionali di questo paese nella lotta contro il terrorismo. Il processo di Posada e dei suoi complici, con la presentazione di tutte le prove riunite, dimostrerá chiaramente l’estrema pericolositá dei cospiratori, riconosciuta anche dall’FBI in vari rapporti. E la necessitá di impedire, con tutto il peso delle leggi, che quattro terroristi internazionali riprendano quella strada lungo la quale per tanti anni, hanno seminato la morte.
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