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Il Forum di johnkennedy.it Il forum sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy

1964:verso una "Grandeur" Presidenziale ?

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    carmelo pugliatti
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    Registrato il: 17/12/2002
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    00 16/02/2005 02:15
    Uno degli stereotipi più triti e fasulli ,rispolverato di tanto in tanto da certa stampa nostrana, su John F. Kennedy è, accanto al "presidente liberal ", quello del presidente informale "in maniche di camicia".Basterebbe soltanto ricordare l inaugurazione Presidenziale del 1961,in cui per espresso volere di JFK si rividero cilindri e tight (l ultima volta era stato venti anni prima con Roosvelt)per sfatare questo mito caro a certi "Kennedyani" di casa nostra ,che di storia Americana in generale e di John Fitzgerald Kennedy in particolare non conoscono in realtà nulla.In quegli anni una "Presidenza informale" fu semmai quella di Dwight D.Eisenhower,non in maniche di camicia,ma in polo e cappellino da golf.La Casa Bianca "alla buona" di Ike e Mamie contrastava in modo stridente con l elegantissima "maison blanche" palcoscenico dei raffinati ricevimenti di Jack e Jackie .E' interessante notare che a partire dalla seconda metà del 1963 la tendenza alla "Grandeur" della presidenza Kennedy si accentuò notevolmente esprimendo una serie di iniziative poco conosciute,alcune realizzate poco prima di Dallas,altre postume,altre ancora programmate ma non sopravvissute a JFK.Un primo spettacolare cambiamento erano state le Lincon Presidenziali Blue Navy (ridipinte in nero da LBJ),ed il restauro della Casa Bianca (in realtà un vero e propio riarredamento)gestito da Jacqueline.A fine 1962 Il Presidente diede incarico al notissimo designer Raymond Loewy di studiare un nuovo look per l' Air Force One.Il risultato fu un elegantissima livrea bianca e azzurra,con le lettere "United States Of America" dipinte in solenne carattere Traiano. Nel corso del 1963 Kennedy iniziò a pensare ad un nuovo studio ovale,più adatto del precedente ad un grande leader di statura internazionale,quale egli era diventato dopo la trionfale conclusione della crisi dei missili cubani.Al tradizionale stile "cape code" declinato in verde e color legno sarebbe succeduto qualcosa di molto sofisticato,di gusto Francese,nei colori dominanti del rosso scuro e del bianco uovo.Tende e tappeti furono commissionati alle più ricercate filande Francesi e reimportate sotto marchio Americano per evitare accuse di esterofilia.Il 21 Novembre del 1963 l ufficio più importante d America era pronto.Il Presidente aveva avuto modo di dargli uno sguardo poco prima di salire la scaletta dell elicottero ,prima tappa di un viaggio pre elettorale nel Texas.Anche il guardaroba personale di Kennedy andava facendosi via via più raffinato.Ai completi confezionati dalla sartoria Newyorkese Fenn-Feinstein "Frank Brothers" si erano andati affiancando abiti provenienti dalle più importanti sartorie Londinesi e Romane (un nome per tutti: Angelo Litrico).Anche in questo caso i capi venivano reimportati sotto compiacenti etichette Americane:Se la camicia a righine grigie su fondo bianco portata dal Presidente a Dallas veniva dalla bottega di Pierre Cardin a Parigi,il completo in grisaglia grigio azzurro due bottoni,di taglio non comune, etichettato "Oleg Cassini" era in realtà di origine Londinese o (più probabilmente) Romana.Altri spettacolari cambiamenti erano in programma per il 1964 e nel corso del secondo mandato (1965-1968).La visità del Generale De Gaulle a Washington,in programma per il 64 sarebbe stata di uno di sfarzo mai visto fino a quel momento negli Stati Uniti.Ricevimenti,spettacoli teatrali,opera,balletti,mostre d arte;i Kennedy erano più che decisi ad affascinare l altero Generale.In agenda c era anche la costituzione di uno speciale reggimento di Marines "Guardie del Comandante in Capo",dotati di speciali uniformi storiche,cui sarebbe stata affidata la Casa Bianca sul modello della Guardia Repubblicana Francese,la trasformazione di Camp David in una residenza più sofisticata,la visita ufficiale della Regina Elisabetta II(altrettanto solenne e spettacolare di quella di De Gaulle)Viaggi Presidenziali in Russia,Oriente,Europa. JFK intendeva anche trasformare Washington da noioso centro provinciale fatto di marmo di Carrara in una sofisticata città sul modello delle capitali europee.Incentivi per la trasformazione dell' arteria principale di Pennsylvania Avenue da un viale di "squallidi negozietti" (per citare Jackie) in un grande boulvard con locali all aperto nella bella stagione sul modello Parigino ,la riqualificazione urbana di interi settori della città,la costruzione di grandiosi edifici come il complesso del Watergate (costruito dall architetto Italiano Luigi Moretti) o il National center for the performing arts (poi John F. Kennedy center),con teatro dell Opera,Sale concerti,balletti,per spettacoli teatrali,mostre,ecc.Non vi è dubbio che JFK andava nel corso del suo secondo mandato (e Vietnam permettendo) verso un sogno di "Grandeur",verso il tentativo di rendere gli Stati Uniti non solo il paese più potente,ma anche più colto ,elegante e sofisticato del mondo.Nella sua visione,una volta riuscito a realizzare il progetto che considerava più importante,un massiccio taglio delle tasse,gli Americani avrebbero avuto più soldi da spendere per consumi,arte e cultura,e la prima famiglia avrebbe indicato la via.Come sappiamo il bel sogno fu spezzato un venerdì di fine Novembre.
    carmelo pugliatti
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    carmelo pugliatti
    Post: 385
    Registrato il: 17/12/2002
    Frequentatore
    00 16/02/2005 02:15
    Piccola,ma interessante galleria fotografica sulla "Grandeur" Kennedyana. http://img134.imageshack.us/gal.php?g=airforce15fk.jpg&cols=4

    [Modificato da carmelo pugliatti 16/02/2005 2.20]

    carmelo pugliatti
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    Maxmir
    Post: 1
    Registrato il: 15/02/2005
    Novizio
    00 16/02/2005 18:54
    salve amici......
    Ciao a tutti... sono Massimo...di Milano, ormai trasferito a Latina, il mio precedente login era Mirmax, ora ho ricreato un profilo....e riesco finalmente a partecipare al forum.... a presto

    Un saluto a tutti Max!
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    Diego Verdegiglio
    Post: 767
    Registrato il: 18/11/2002
    Veterano
    00 17/02/2005 00:43
    Benvenuto, Max. Ora siamo vicini e chissà che non possiamo organizzare una cena del gruppo kennedofilo romano al ristorante preferito da JFK, "Da Alfredo" in Piazza Augusto Imperatore della Capitale. Ciao. DV
    Diego Verdegiglio
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    interista8
    Post: 65
    Registrato il: 30/05/2003
    Novizio
    00 18/02/2005 23:42
    Asta JFK
    Per chi fosse interessato, dalla Repubblica di ieri 17-2-2005

    Io, innamorato dei Kennedy ho comprato la sedia di Jfk

    Armatore napoletano acquista all' asta di Sothebys il dondolo per 96 mila dollari

    DANIELA D' ANTONIO


    NAPOLI - è napoletano, ha 68 anni, si è aggiudicato una delle sedie a dondolo di John Fitzgerald Kennedy per 96 mila dollari ma, stavolta, i soldi non c' entrano. E neanche i capricci di un uomo danaroso che partecipa all' asta di Sotheby' s per portare a casa i cimeli della storica famiglia. Stavolta, dietro l' offerta telefonica di Lucio Zagari, armatore, c' è la storia di un bambino che ha conosciuto la paura e la guerra e 63 anni dopo si è regalato un sogno che forse servirà a cancellare definitivamente gli incubi dell' infanzia: «Avevo cinque anni - racconta Zagari dalla sua casa di Londra - Napoli era sotto le bombe e cominciammo a scappare. Mamma era ebrea e quando uscivamo di casa, tra uno spostamento e l' altro, dovevamo proteggerla. Ci rifugiammo in un paesino dell' Abruzzo, pensavamo di essere al sicuro ma un terribile bombardamento colpì la nostra casa, morirono dieci miei parenti. Vidi la morte e la paura. Fino a quando, a Roma, arrivarono gli alleati, mi sembrò di prender fiato, di nuovo. Di colpo cessarono le preoccupazioni e iniziò l' amore per questo popolo che con gli occhi di un bambino vedevo come quelli che tutto potevano, quelli che avrebbero portato la pace. Sensazioni che non mi hanno mai più lasciato». Ricordi che in questi anni hanno alimentato una passione per la storia degli Usa: «Collezionare oggetti importanti come questo è solo un aspetto di una passione che come tutti gli amori è difficile da raccontare. Di sicuro un' altra immagine che mi ha convinto ad alzare la cornetta e a chiamare Sotheby' s è quella di un giovane e affascinante Kennedy che, a bordo di un' auto decappottabile, salutava la folla durante una sua visita a Napoli. Avevo 25 anni, credevo nel suo sogno e nelle sue parole. L' incubo della guerra fredda aveva risvegliato le paure dell' infanzia e rividi in lui una figura rassicurante, familiare. Era per me come quei soldati che a bordo dei carri armati percorrevano le strade di Roma liberata. è da allora che studio la famiglia Kennedy, mio figlio si chiama Raphael John Fitzgerald ma non sono un feticista, quella sedia a dondolo resterà a casa mia per qualche anno, cinque al massimo, poi la restituirò agli Stati Uniti, sto pensando di donarla a una fondazione americana. Non vorrei si trasformasse in una attrazione per gli amici. Mi è bastata la sensazione di gioia provata quando ho saputo che me l' ero aggiudicata. Non è giusto che un oggetto appartenuto a JFK sia in un anonimo appartamento come il mio. Mi consolerò con altri ricordi, frutto di altre aste, come quel tappeto appartenuto a Nureyev e una zuppiera appartenuta all' esploratore Shackleton». Altre storie, altre passioni. Stavolta la paura non c' entra.