00 08/11/2005 08:10
Senza volersi addentrare in considerazioni di merito sulle teorie esposte è sintomatico l'argomentare a ruota libera parlando di gente mai conosciuta, nemmeno de relato, con la certezza di chi "sa" e "ha capito cosa c'è dietro". Clay Shaw invitava spesso nei suoi salotti uno straccione semianalfabeta e disoccupato come Lee Oswald. John Lear ha scoperto il Grande Fratello, che ha ucciso Kennedy. Oliver Stone ha fatto un film-verità. Garrison ha condotto un'inchiesta eroica.

E' il metodo, prima ancora del merito, a far restare quel tipo di informazione nella categoria in cui si trova e con il valore con la quale viene (giustamente) considerata.
Armato di sicumera e desiderio di aprire gli occhi alla gente c'è chi cade (altro che credere alle "bufale" della commissione Warren!) nei tranelli di Stone, nelle esternazioni deliranti di un procuratore distrettuale, nelle falsità conclamate che vengono credute dalla prima all'ultima senza neppure la voglia di documentarsi, di controllare, di verificare. Se è "contro", è vero. Se è "pro", è falso.

Anche i "controinformatori" seri la temono, perché mette (purtroppo) in discussione tutto il lavoro fatto da chi conduce inchieste indipendenti e/o in disaccordo con le indagini ufficiali.

Bisognerebbe che i ricercatori seri, per primi, prendessero tutte le distanze possibili da un certo tipo di pubblicazioni, evitando di farsi lusingare (blanditi dalla possibilità di essere pubblicati, alcuni hanno ceduto agli inviti di riviste di "quella" categoria). Pre fortuna certe riviste vendono sempre meno, certi convegni vanno deserti, certi giornalisti hanno sempre meno spazio in TV per parlare di maghi, dischi volanti, avvistamenti, antennine verdi e "grandi cospirazioni" mai esistite.

Saluti
FF

[Modificato da Federico Ferrero 08/11/2005 8.11]

Federico Ferrero