00 06/03/2006 22:22
Caro Diego,
mi trova assolutamente d'accordo. Oltretutto se c'è un libro che tratta in maniera (incolpevolmente, di massima) incompleta l'assassinio è proprio il lavoro di Epstein, superato (com'è giusto) da decenni di studi e di evoluzioni nelle inchieste.

Il libro di Jim Garrison è una mostruosità giuridica; pur viziato dall'ineliminabile difetto per cui è Garrison a raccontare la sua storia il procuratore mette in chiaro i suoi metodi e le sue "deduzioni", usate come arma di indagine.
Non una delle sue conclusioni (il ruolo di Shaw, Ferrie, Nagell, Ruby, Bannister, dei cubani) è mai stata minimamente confermata. Anzi: tutte, categoricamente, smentite e cadute nel nulla.
Poi Garrison ha iniziato a "sparare nel mucchio", tirando dentro Johnson, CIA, polizia, FBI, Servizi, omosessuali, banchieri, armatori, petrolieri, affaristi, mafia, destra, Casa Bianca, Pentagono.
A quel punto, però, aveva perso la lucidità. Non la carica, purtroppo. A volte la magistratura consegna alla storia "tumori" che ne ricordano la fallibilità e che sottolineano quanto sia importante che il giudice e la pubblica accusa siano uomini sereni, onesti, d'intelletto, capaci, autonomi certamente nel giudizio ma mai malati di protagonismo, spinti da ideali malsani o da giustizialismo, schiavi dei propri pregiudizi.
Federico Ferrero