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Ed ancora:"La breve Presidenza di Kennedy deve ricordarci quanto siano distanti le politiche liberali di quei giorni da quelle attuali.Le sue iniziative in politica interna,passate con pochi cambiamenti dopo la sua morte erano una legge sui diritti civili e un importante taglio delle tasse per stimolare l'economia.La legislazione sui diritti civili è ben nota,ma molti hanno dimenticato la riduzione delle imposte del ben 30%,con i tassi abbassati dal 91 al 65%,una misura che venti anni dopo avrebbe ispirato la politica fiscale di Ronald Reagan.Kennedy era inoltre un sofisticato anticomunista che capiva i meccanismi della guerra fredda.Il suo discorso inaugurale nel 1961 era interamente incentrato sulla politica estera e la sfida al comunismo.Come Presidente la sua vittoria più grande è stata il confronto con l'Unione Sovietica sui missili a Cuba,e l'aver costretto i Russi a rimuoverli.Egli era estremamente diretto nell'enunciare gli obbiettivi fondamentali dell'America:"lasciate che ogni nazione,sia essa amica o ostile, sappia che pagheremo ogni prezzo,sopporteremo ogni difficoltà,sosterremo ogni amico e ci opporremo a qualunque nemico per assicurare la sopravvivenza ed il successo della libertà",ed ancora "l'America è una città sopra un colle,un esempio ed un modello per il mondo intero".Malgrado sia oggi ricordato per il suo idealismo liberale Kennedy era in realtà un rappresentante di quel liberalismo pragmatico che caratterizzò la sua epoca - per il quale il progresso doveva essere realizzato non inseguendo utopici ideali,ma attraverso la razionalità e la conoscenza dei problemi della vita pubblica.Lo stesso Kennedy esprimeva spesso questi concetti e parlava dell'ignoranza e dell'estremismo come di nemici gemelli da combattere".
carmelo pugliatti