00 07/08/2007 15:27
Anche altri Autori, sia italiani che stranieri, rigettano la teoria del complotto. Carlo Casalegno, vicedirettore del quotidiano La Stampa, ucciso in un attentato delle Brigate Rosse nel novembre 1977: "Un attentato è, nella maggior parte dei casi, un ' azione solitaria, individuale; eppure accade di rado che dietro un omicidio politico non si sospetti e si ricerchi una congiura, non si tema o non si immagini un complotto. E` naturale, perché la scomparsa di un uomo di Stato ha sempre conseguenze gravi, colpisce interessi interni o internazionali. La nostra stessa logica si rifiuta di accettare l ' ipotesi di un delitto isolato, gratuito; eppure, assai spesso, le inchieste più diligenti impongono di escludere che l ' assassinio rientri in un piano rivoluzionario... E quasi certamente John Kennedy non è morto, come molti sospettano tuttora, per un complotto voluto dalle forze potenti della controrivoluzione... Il Rapporto Warren non chiarisce tutti gli enigmi e probabilmente non rivela tutte le verità note agli inquirenti. Ma la versione ufficiale, nonostante reticenze e lacune, pare più attendibile dei romanzi costruiti sull ' ipotesi di una necessariamente immensa congiura. E` molto più facile credere alla follìa del solo Oswald che alla possibilità di mantenere segreta per un decennio una cospirazione di enormi proporzioni: tra le due, sembra verosimile l ' ipotesi più semplice. Ed anche la più tragica, pensando che le fucilate di un esaltato cambiarono la politica e distrussero le speranze di un grande Paese". "Il mio punto di vista - dice Henry Wade, Procuratore Distrettuale di Dallas - è che la congiura non ci sia stata ...Non c ' è niente di assurdo nella tesi che Ruby abbia sparato a Oswald credendo di diventare un eroe, un benemerito della nazione.... Al posto dei fatti nuovi ci saranno sempre e solo chiacchiere, speculazioni tese ad allargare il mistero, perché il mistero diverte troppo. C ' è ancora gente che dice non fu Booth ad uccidere Lincoln". Scrive Norman Mailer: "Numerosi libri sono stati scritti dai fautori della teoria della congiura, per porre in risalto la possibilità che Oswald fosse manovrato dai Servizi Segreti. Tuttavia non è saltata fuori alcuna prova inoppugnabile che egli fosse veramente legato all ' FBI, alla CIA, ai servizi segreti dell ' Esercito o della Marina, o a questo o a quel gruppo di Cubani. E' quindi tutt ' ora possibile ritenere che Oswald fosse semplicemente una persona iperambiziosa, un megalomane, uno squilibrato, un marito becchettato dalla moglie e in vena di brutalità con lei, e basta. Lee aveva il carattere adatto per uccidere Kennedy... Era capace di agire da solo. E` pur sempre difficile non credere che sia stato lui a premere il grilletto... Quell ' atto era la più grossa occasione che gli si fosse mai presentata. Le probabilità che egli sia senz ' altro colpevole, e protagonista unico dell ' attentato, sono tre su quattro. Le probabilità che una vasta congiura ha di sortire successo e di restare nascosta sono invece assai scarse. E Oswald sarebbe l ' ultimo uomo che gli artefici di una sì vasta cospirazione avrebbero scelto come loro pedina. Aggiunge The Guardian di Londra: Si è sempre disposti ad accettare la spiegazione a base di cospirazione piuttosto che quella a base di un individuo mentalmente tarato". Perché, allora queste nuove e accurate indagini governative non metteranno la parola fine alle supposizioni su una cospirazione per uccidere il Presidente?".
Una dichiarazione del miliardario di Dallas Stanley Marcus, stranamente liberal e harvardiano come Kennedy in una città che non amava il Presidente. Oriana Fallaci, che lo intervista, dice che il suo punto di vista ha interesse in quanto è il punto di vista di un ricco innocente: "Mi convinsi subito della colpevolezza di Oswald, vale a dire che non si trattava di una congiura ma del delitto di un pazzo. Ci sono tanti pazzi in America che proteggere un uomo politico è praticamente impossibile. La mia tesi, lo so, piace poco in Europa...Son passati tre anni esatti e gli Europei si offendono di nuovo quando uno dice: non ci fu congiura. A volte anche gli Americani. Il complesso della congiura ormai va di moda, ha preso il posto dei complessi freudiani. Non capisco perché: non ci sono nuove prove, ci sono solo nuove domande sollevate da qualche bestseller. Forse il Rapporto Warren è criticabile su questioni marginali, ma non sulla verità fondamentale che un pazzo chiamato Oswald abbia ucciso da solo John Kennedy e che un altro pazzo chiamato Jack Ruby abbia ucciso da solo Lee Oswald. E' difficile, lo so, far accettare il concetto che questa e solo questa sia la verità. E' difficile vendere una storia semplice. Non la compra nessuno. Bisogna riscriverla, farne una storia poliziesca. Tempo fa chiesero a Georges Simenon cosa pensasse del mistero della morte di Kennedy: Non c'è alcun mistero - rispose lo scrittore - Il Rapporto Warren ha cancellato ogni mistero. Questa storia è così semplice che se la scrivessi non me la comprerebbe nessuno".
Aggiunge Ted Sorensen: "Se Bob Kennedy fosse stato in possesso di elementi tali da suggerire il legittimo sospetto che altri fossero coinvolti nell ' assassinio di suo fratello, è difficile pensare che avrebbe lasciato cadere la cosa. Senza dubbio la Commissione Warren.... autorizzò lo staff a compromessi di fronte a scogli insuperabili. Ma non ho letto nulla tale da farmi pensare che un'altra Commissione, procedendo in modo diverso, avrebbe potuto indicare il nome di individui realmente coinvolti nell ' assassinio. Personalmente accetto l ' opinione che non intervennero nessun complotto e nessun motivo politico... Tanta gente nel mondo ha riposto tanta speranza nel presidente Kennedy che rifiuta di credere che la sua sicurezza possa essere stata violata da un solo assalitore sconosciuto. In qualche modo la sua morte avrebbe più significato e sarebbe più accettabile, per loro, se egli fosse stato vittima di un complotto di destra, di sinistra, razzista o politico". Robert Oswald, fratello di Lee: "Nulla, finora, ha scosso la mia certezza che Lee, e Lee soltanto, sparò i colpi che ferirono Connally e uccisero Kennedy". John Pic, fratellastro di Oswald: "Io credo che Lee sia colpevole del delitto di cui è stato accusato ". "Ho visto almeno trentaquattro libri sull ' assassinio del Presidente - aggiunge Malcolm Kilduff - Sono autentica spazzatura, scritti unicamente per desiderio di pubblicità e guadagno". Bob Kennedy, a un amico: "Se pensassi ad un mistero nella morte di mio fratello, non credi che farei qualcosa? ". Jim Bishop, giornalista e storico: " Io personalmente penso che Oswald fu il solo uccisore. Era un individuo squilibrato dal punto di vista emotivo e, prima o poi, avrebbe sparato a qualcuno con la stessa facilità con la quale un bambino dà un calcio a un barattolo di latta". Michael Musmanno, giudice della Corte Suprema della Pennsylvania, uno dei giudici americani al processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti: "Coloro che criticano il Rapporto spaccano il capello in due, analizzano la posizione delle virgole, ma non presentano nulla di serio per contraddire i risultati... I critici del Rapporto non impiegano neppure un briciolo di evidenza per indebolire l ' accuratezza di questo documento". Gino Gullace: "I demolitori del Rapporto faranno più colpo dei difensori perché la critica è un ' arte molto facile, in questo caso. I critici fanno acrobazie di logica, spaccano il capello in quattro, ingrandiscono piccoli episodi, mescolano sofismi verbali con argomenti seri per dimostrare che l ' assassinio di Kennedy non si è svolto nel modo spiegato dal Rapporto". Stewart Alsop, scrittore: "Nelle settimane successive all ' assassinio del Presidente... ci siamo abituati a considerare il delitto come un gesto di pura e inutile brutalità... Non esisteva alcuna cospirazione internazionale". John Connally, governatore del Texas, ferito nell ' attentato: "Bisogna mettere la parola fine alla storia dei complotti. Sono assolutamente convinto che non ci fu cospirazione contro il Presidente e che Oswald era un pazzo isolato". Henry Barney Ross, ex - commilitone di Kennedy nel Pacifico e membro della Commissione sulla Delinquenza Giovanile: "Sono piuttosto convinto che sia stato Oswald, che è il gesto di un malato di mente". Bill Decker, sceriffo di Dallas nel 1963: "Perché la verità vera non dovrebbe essere questa? Io non credo alla congiura. A volte le cose sono molto più semplici di quanto si creda e in tanti anni che faccio lo sceriffo ho notato che le cose di solito sono semplicissime, che è inutile logorarsi il cervello con la fantasia. La storia è troppo semplice? Dico: vogliamo complicarla per renderla più interessante? O per vendere libri?". Evan Thomas e Melinda Beck: "E così proliferò la teoria della cospirazione, alimentata in parte dall ' immaginazione, in parte da strane coincidenze e frammenti di verità... Alla fine, la Commissione Warren aveva probabilmente ragione: Kennedy fu ucciso da un solitario, che a sua volta fu ucciso da un altro pazzo solitario. Ma la teorie sostenitrici della cospirazione muoiono a fatica: più persone credono al complotto CIA - LBJ - Pentagono del film di Stone di quante non credano alla Commissione Warren, sforzo combinato di senatori, statisti e Corte Suprema... E' un passo assurdo pensare che la CIA avrebbe ucciso Kennedy: vecchi agenti come Helms hanno ragione di sentirsi violentati dal film JFK. Molto probabilmente gli uomini dell ' establishment avevano ragione su Oswald, ma, a causa dei loro errori, l ' opinione pubblica non crederà mai a ciò che è accaduto". Clay Shaw, accusato dal Procuratore di New Orleans Garrison di complotto contro Kennedy: "E' difficile rendersi conto che il principe azzurro sia stato ucciso da un piccolo verme insignificante, un povero perdente psicotico che ha fatto il colpo per lui fortunato di uccidere il Presidente accovacciato dietro scatole di libri, col suo vecchio fucile ordinato per posta. Ma il fatto che sia una cosa assurda non vuole dire che non sia successa. La vita è piena di cose assurde e io credo di essere una persona molto qualificata per dirlo. Parlo per esperienza diretta". Jas Gawronski: "Anche se Marina Oswald ha dimostrato di propendere per la tesi di suo marito come soldato obbediente manovrato da altri, le sue dichiarazioni mi hanno confermato nell ' idea, che ho sempre avuto, che Oswald ha agito da solo: il ritratto che sua moglie ne tratteggia è infatti quello di uno squilibrato...". Enzo Bettiza, de La Stampa: "La mia impressione è che Marina Oswald si è persa in una serie di ipotesi simili a quelle dei romanzi di spionaggio... Troppi intrighi: quello di Oswald manipolato dalla CIA è il più improbabile. Perché la CIA avrebbe dovuto far uccidere Kennedy? Perché Oswald dovrebbe sparare prima a un uomo di estrema destra come il generale Walker e poi a un liberal democratico come John Kennedy?". Indro Montanelli: "Vorrei esprimere anzitutto la desolazione, che non credo soltanto mia personale, per il pretesto che subito si è colto, in quell ' infame assassinio, di una speculazione politica... Ma soprattutto mi ripugna il tentativo di attribuire all ' ignobile delitto una spiegazione, come si suol dire, ideologica... Chiunque sia stato a uccidere Kennedy, non era né di destra né di sinistra. Era un volgare assassino, un ottuso fanatico, e basta. L ' unica attenuante che gli si potrebbe concedere è la pazzia. Le idee e gli ideali no". Mauro Calamandrei: " Senza disporre di nuove prove, sembra impossibile continuare a dubitare che a sparare contro Kennedy possa essere stata una persona diversa da Lee Harvey Oswald. Naturalmente ipotesi e leggende continuerano a sopravvivere... Chi sia convinto, per esempio, che l ' FBI o la CIA sono enti governativi completamente asserviti alla destra non crederà mai alle conclusioni del Rapporto Warren". Enzo Biagi: "In una storia di sangue e di potere anche il mistero ha la sua parte: e le interpretazioni sono quasi sempre d'obbligo. La mamma del killer mi diceva: Lee è il capro espiatorio di un intrigo nato da gente della politica, ed è stato scelto perché era un disertore, perché era un marxista, perché aveva sposato Marina. Supposizioni, particolari mai confermati dalle verifiche... E' sempre encomiabile ricercare la verità, ma in questo caso bisognerebbe anche tenere presente che, al tempo dell ' assassinio, ministro della Giustizia era Robert Kennedy, ritenuto un duro poco incline ai compromessi e che di certo ha tentato ogni strada per arrivare a qualche certezza. E poi, che il giornalismo americano non lascia perdere, quando si tratta di figure pubbliche. E non avrebbe mai permesso che si dissolvesse nel nulla il fragore di quelle fucilate". Ruggero Orlando, contraddittoriamente: "E' molto difficile far credere che Kennedy sia stato vittima di una congiura razionale: avrebbe richiesto milioni di dollari a disposizione e una lunga catena di complici capaci di ricattarsi reciprocamente. E nessun milionario o gruppi di milionari rischierebbe le proprie comodità per uccidere una persona dall ' autorità limitata nel tempo come il Presidente degli Stati Uniti. Con meno denaro e meno rischi si può cercare di assicurarsi protezione negli àmbiti senatoriali... Oswald non è stato l ' assassino . Tutto il rapporto Warren si basa sul fatto che avrebbe ucciso per fare qualcosa di grande, di memorabile... ma Oswald ha detto pubblicamente di non aver ucciso nessuno e così ha contraddetto la tesi secondo la quale avrebbe ucciso per vanità". Andrea Barbato: "Su John non so... Ma sull ' assassinio di Bob Kennedy si è indagato molto e non è venuto fuori nessun complotto... Solo questo folle solitario Sihran Sihran, che uccide un grande per farsi lui stesso grande". Guglielmo Zucconi: "Contro i romanzi che erano stati ricamati, e ancora lo saranno, attorno a John Fitzgerald Kennedy, la Commissione Warren, un anno dopo il delitto, escluse qualsiasi congiura e attribuì al solo Lee Harvey Oswald la responsabilità della preparazione e dell ' esecuzione del delitto. Quei risultati non sono mai stati seriamente smentiti". Vittorio Zucconi: "Gli Americani sono affascinati dal complotto, la storia è magnifica, ma alla fine è una vertigine. L ' edificio dell ' assassinio di Kennedy è una casa surrealistica nella quale ogni porta che si apre conduce su un altro cortile con un ' altra porta. Io credo che gli Americani la verità vogliano saperla, ma ne abbiano un pò paura. Non solo che nasconda qualcosa, ma perché in fondo questo mistero Kennedy è una delle più belle storie, drammatiche ma belle, che un Paese possa vivere. E' in qualche modo un mito unificante per un Paese che si sta sgretolando, e unificante anche per tutte le generazioni che lo compongono". Alberto Ronchey: " La disputa su numerose circostanze si riduce a un contrasto fra il possibile e il probabile, ossia sull ' accettabilità di tante coincidenze... Fra la constatazione che c ' è qualche dubbio sulla ricostruzione dei fatti così come l ' ha fatta la Commissione Warren e le ipotesi di un vasto complotto politico, c ' è un salto da fare.... Chi conosce gli Stati Uniti ha qualche difficoltà, ad ammettere, in buona fede, l ' ipotesi di un grande complotto, dato che un piccolo complotto non spiega nulla... Tuttora è del pari difficile immaginare un movente persuasivo, lo scopo di un vero complotto politico". Giorgio Bocca: "La Storia, specie quella rivoluzionaria, è troppo semplice per la nostra immaginazione. La sua fulminea casualità non ci appaga. Dobbiamo fornirla di premeditazioni, retroscena, misteri". Livio Caputo: "L ' avvocato Salandria è fra i sostenitori della tesi romanzesca che vedrebbe coinvolte nella congiura circa cinquanta persone. Altre cento ne sarebbero al corrente, ma terrebbero la bocca chiusa, compreso Bob Kennedy... Inutile dire che queste sono fantasie di gente che si ostina a vedere intrighi e cospirazioni dappertutto... La cosa grave è che oggi in America si trovano innumerevoli cittadini predisposti a prestar fede più a un avvocato Salandria che al Presidente della Corte Suprema... E se si accenna, anche con persone intelligenti, alla possibilità che Johnson non sia del tutto estraneo al giallo di Dallas, non si viene più presi per matti". Francesco Gozzano, su L ' Avanti: " La stragrande maggioranza delle ricostruzioni ha riguardato la dinamica del delitto di Dallas, le insufficienze e le lacune delle inchieste ufficiali, l ' affannosa ricerca di un colpevole diverso da Oswald... La dietrologia l ' ha fatta ancora una volta da padrona senza peraltro che emergessero elementi nuovi e decisivi tali da inficiare la ricostruzione ufficiale dei fatti... Il Washington Post si sofferma sui motivi che indussero e inducono tuttora una larga parte dell ' opinione pubblica americana a non prestare soverchia fiducia alle conclusioni cui pervennero le autorità: è l ' ennesima riprova che il caso Kennedy oscilla sempre più fra mito e complotto... E' sorta la tentazione di pensare che tutto sarebbe stato diverso senza quel giorno a Dallas. Una simile tragedia sembra richiedere un colpevole più eccellente di Oswald: forse i Russi o la Mafia o la CIA". Aggiunge Lucia Annunziata: "Kennedy è oggi un ' icona della cultura pop del Paese, ancora più della cultura politica. La sua vita o meglio, le immagini che della sua vita sono diventate simbolo, vanno al di là del dibattito intellettuale: il parallelo per capire l ' enorme popolarità di questo Presidente non è un altro Presidente, ma Elvis Presley. Solo pensando in questo modo si possono capire gli eccessi, il collezionismo, le volgarità e le morbosità che circondano questo assassinio... Come sempre capita a Elvis, anche Kennedy viene ancora regolarmente notato in varie parti del Paese, e a volte in visita in carrozzella alla sua stessa tomba di Arlington, da fans che si rifiutano di credere che lui sia morto" . Ennio Caretto: " I sostenitori della verità ufficiale considerano l ' ossessiva richiesta di trasparenza sull ' omicidio di Kennedy un fenomeno psicologico di massa... William Manchester dichiara che la psiche popolare americana non accetta che un Presidente come Kennedy possa essere stato ucciso soltanto da un sociopatico come Oswald ". Conclude Luigi Barbara: "Oggi i risultati dell'inchiesta Warren sono ancora i più probabili, anche se suscitano riserve e dubbi"





















Diego Verdegiglio