00 04/08/2007 00:37
Proprio così, signor Ferrero, la posizione del braccio di Connally non rende possibile un attraversamento lato dorsale-lato palmare del braccio destro, e anche se lei sposta di qualche centimetro, lateralmente, l’ingresso dorsale della ferita al polso, non cambia minimamente la sostanza del problema di cui stiamo discutendo (infatti “dorsal lateral surface” sta ad indicare la superficie laterale del dorso, non del polso).
Ora, poiché sembra lei abbia letto la testimonianza del dott. Gregory, avrà anche dedotto da molte sue risposte che non vi fosse alcun dubbio sull’entrata dal lato dorsale del polso. Infatti, la presenza di fibre tessili da quella parte della ferita, e il corrispondente strappo nella giacca, bastavano a dimostrare con assoluta certezza che si trattava di un foro d’ingresso.

Mi scusi, ma cosa c’entra nel nostro discorso il parere di Gregory secondo cui la ferita potrebbe essere stata causata da una pallottola rotolante?
Questo, semmai, servirebbe a spiegare le sette-otto lesioni che caratterizzarono la frattura del polso di Connally, oltre alla recisione totale o parziale di nervi e tendini.
Poteva il polso, in quelle condizioni, continuare a comportarsi così?



o non sarebbe più logico ritenere che le ferite al polso e quella alla coscia erano più compatibili con il governatore in questa posizione?



Provi a simulare la posizione di Connally a Z224, come descritta nel Rapporto, e se riesce a trovarne una compatibile con quelle ferite, le sarei grato se me ne facesse avere un disegno.

E’ stato molto bravo ad estrapolare dalla testimonianza di Gregory quello che le faceva comodo.
Ma, oltre al fatto che Gregory non esprima certezze nel caso specifico, lei avrà sicuramente anche letto che Gregory non riteneva possibile che il polso di Connally fosse stato attraversato dallo stesso proiettile che aveva colpito la schiena di Kennedy.
E ciò vuol dire che Gregory non avvalora la pallottola singola, come del resto tutti i suoi colleghi.
Comunque, quando Gregory esprime la sua opinione sulla possibilità che un solo proiettile avesse provocato tutte le ferite di Connally, lo fa limitandosi a valutare professionalmente le caratteristiche di quelle ferite, senza preoccuparsi di spiegare l’incongruenza derivante dalla posizione di entrata della ferita al polso. Di questa incongruenza si preoccupò molto Arlen Specter, che continuò a pressare Gregory sperando di minare la sua convinzione che il foro d’entrata fosse sul dorso.
E Specter non si sognò nemmeno di chiarire con l’interrogato il problema derivante dalla posizione del foro d’ingresso. Gregory, del resto, non era tenuto a commentare di sua iniziativa aspetti balistici di cui non gli era stato chiesto alcunché.

C’è una differenza sostanziale tra le mie e le sue “verità incontestabili”.
Io le mostro il polso di Connally che, se non altro, “in apparenza” è ancora integro.
Se lei almeno mi mostrasse qualcuno alla finestra del sesto piano dicendo che si tratta di Oswald, anch’io potrei dirle che solo “in apparenza” è Oswald . Invece lei non ha niente di niente, eccetto una firma a nome di Alek Hidell.
Come vede le sue verità sono un po’ più contestabili delle mie.

Ma la cosa che più mi ha colpito è l’accusa secondo cui io farei uso di false premesse.
Per lei è ragionevole una teoria fondata “unicamente” sulla “presunzione” che quel colpo sia partito da lì, e invece non è altrettanto ragionevole un’immagine che le mostra un polso perfettamente funzionante pur essendo completamente frantumato?
A mio avviso sono queste irragionevoli valutazioni di parte che rendono difficile il dialogo.

Comunque, se io le dicessi che quel colpo partì dal Dal-Tex Building, la mia fantasia non sarebbe meno ragionevole della sua.
Lei, invece, non riuscirà mai a farmi vedere un polso rotto prima che Connally si trovasse nella posizione giusta perché ciò realmente avvenisse (vedi immagine sopra).

Saluti
Andrea