00 01/12/2007 11:23
Salve Giuseppe,
mi dispiace ma devo contraddirla. Lei continua a usare argomentazioni "a effetto" come le assi di legno trapassate da una parte e il fuscello che disintegra il proiettile dall'altra, continuando a tenere in assoluto spregio le considerazioni balistiche da me riportate che mi sembrava fossero pacifiche. Per parlare semplice: conta anche la distanza del target, non solo la densità relativa. Ecco perché la pallottola corazzata si frantuma attraversando un polso a breve distanza e perfora assi di legno a maggior distanza. Se accetta questo (e mi pare l'avesse accettato, siccome non è che lo dica io ma è vero, è comprovato) non mi pare corretto che lei continui a usare a suo vantaggio l'esempio "a effetto" (che è tale solo su chi non conosce il funzionamento delle armi da fuoco, benché la gran maggioranza della gente sia in questa posizione).

Non c'è da "ammettere per assurdo" alcunché. Io posso solo supporre che quel proiettile, che fu sparato e di cui non abbiamo in mano effetti (a differenza degli altri due) abbia toccato (non so come) un ramo di quella quercia e che un suo frammento scamiciato sia finito sul marciapiede (graffiandolo, niente più) davanti a Tague. La camiciatura? Se ha attraversato il ramo, data la distanza ravvicinata dello stesso e l'alta velocità della palla in uscita può averla persa lì, anche solo in parte (magari quella apicale), per proseguire il cammino sull'asfalto davanti all'auto di Kennedy e, frantumandosi all'impatto, essersi diviso in schegge una delle quali finì da Tague.
Non capisco perché una scheggia del genere non potesse avere l'energia necessaria per arrivare da Tague.

Per essere più preciso questa è la vista che Oswald poteva avere al momento del primo sparo.




Anche qui non capisco come lei possa stabilire per certo che un ramo, seppur apicale, non possa aver deviato il corso di quel proiettile.

Saluti
Federico Ferrero