00 18/06/2008 21:25
Ecco quanto scrivo alle pagine 273-274 del mio libro (1998): "La sua incredibilità non è relativa alla sua minorazione - volendo, avrebbe potuto presentare alla polizia un rapporto scritto - ma al fatto che riesce a spiegare di aver visto dopo gli spari, da un altro viadotto retrostante e lontano circa 250 metri dalla piazza e con la visuale ostruita, due uomini sul poggio erboso [quasi all'angolo col parapetto del cavalcavia ferroviario] passarsi tranquillamente un fucile, smontarlo con calma (in un punto che si trovava sotto gli occhi di tutti i ferrovieri e i poliziotti in quel momento presenti lungo il parapetto del cavalcavia) e metterlo in una custodia per poi allontanarsi lentamente, indisturbati [uno dei due anche aggiustandosi ben bene la giacca, come si vede anche nel film "The Men Who Killed Kennedy" di Steve Rivele e Nigel Turner]. Come altri testimoni clamorosi, anche Virgil "Ed" Hoffman rivela tutto all'FBI tre anni e mezzo dopo l'assassinio". Gerald Posner ("Case Closed", pp. 257-258) riporta che sarebbe stato impossibile per chiunque smontare un fucile e riporlo con calma in una custudia dato che i testimoni presenti sul cavalcavia si precipitarono dietro la staccionata subito dopo gli spari (io mi sono fatto videofilmare mentre correvo dal parapetto del cavalcavia fino alla staccionata: ci ho impiegato sei secondi).Hoffman contattò l'FBI nel 1967 e affermò in una prima versione di aver visto due uomini corrre dal retro del TSBD, ma l'FBI, durante i sopralluoghi, appurò che dalla sua posizione la parte occidentale della staccionata gli ostruiva la visuale del retro del magazzino. Hoffman cambiò quindi versione, sostenendo di aver visto i due uomini all'estremità della staccionata (FBI Statement of Ed Hoffman, June 28, 1967, Dallas Field Office Files), ma due impiegati del TSBD, James E. Romack e George W. Rackley, stazionavano sul retro del deposito e non videro nessuno uscire da lì (V. Bugliosi, "Reclaiming History", p. 874).Il poliziotto Earle Brown, che stazionava all'estremità del cavalcavia della Stemmons Freeway, affermò che nel punto in cui Hoffman sosteneva di aver sostato, non aveva visto nessun uomo in borghese (Warren Commission, Vol. VI, pagg. 233-236). Non solo: i poliziotti Eugene Moore e Joe Murphy, anch'essi di guardia nei pressi del punto in cui Hoffman disse di aver sostato, affermarono di non averlo visto (Warren Commission, Vol. III, p. 294; Warren Commission, Vol. VI, pp. 256-258). Un'indagine di Jim Moore relativa alla posizione di Hoffman appurò che egli non avrebbe potuto vedere da quel punto ciò che avveniva sul poggio erboso, perché la sua visuale, a quella distanza, era ostruita da cartelloni pubblicitari e stradali (Posner, p. 258, 545 note 170 e 171). Sia i parenti che i colleghi di lavoro di Hoffman affermarono di non aver avuto rivelazioni da lui subito dopo l'attentato e ne misero in dubbio l'attendibilità conoscendone il carattere fantasioso (V. Bugliosi, p. 874-875). Hoffman cambiò più versioni della sua testimonianza nelle deposizioni all'FBI del 21 e 28 marzo 1977 nonché in un'intervista televisiva del 1986. Sono stato nei punti indicati da Hoffman e ho constatato che la sua testimonianza è (a dir poco e a voler essere buoni) fantasiosa. Non ho pre-giudizi su di lui, ma solo post-giudizi.
Diego Verdegiglio