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Quando alla fantasia non c'è limite... Leggete, leggete!

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19/04/2004 19:43

19.04.2004
Attentato al WTC
Il falso volo 175
Tratto da NEXUSITALIA
Che succede di nuovo negli Stati Uniti? Succede ad esempio che sino ad oggi tre stati e 163 fra metropoli, città e contee hanno passato risoluzioni di protesta contro il famigerato Patriot Act, la nuova legge che per fronteggiare il “terrorismo” distrugge virtualmente le libertà civili dei cittadini americani. Dei Comitati di Difesa della Dichiarazione dei Diritti sono stati organizzati in tutto il paese, ad esempio Minneapolis, St. Paul, e Duluth. Bene, qualcosa si sta muovendo.
Torniamo ora all’argomento del “falso” volo 175 che, l’11 settembre 2001, ha colpito la torre sud del WTC, quello che non era affatto un aereo della United Airlines! L’indagine era partita da questa foto, che ha fatto il giro del mondo ed è stata pubblicata praticamente ovunque:
Si faceva notare che sotto la pancia del velivolo si osserva benissimo una sorta di “pod”, un congegno di qualche genere che in un aereo di linea non dovrebbe assolutamente esserci. Eccovi dunque altre due analisi fotografiche, basate su due diverse sequenze e angoli di ripresa, che confermano inequivocabilmente la presenza dell’oggetto misterioso in questione:
Insomma, un kolossal hollywoodiano (il terrificante “show” della “palla di fuoco”) preconfezionato in diretta mondiale, al solo scopo di terrorizzare l’opinione pubblica e indurla ad accettare qualsiasi cosa per la propria “sicurezza”, oltre che a fornire il pretesto all’attuale amministrazione statunitense per scatenare conflitti in mezzo mondo:
Pure, anche di fronte a evidenze schiaccianti come questa, il silenzio dei media è assordante! Ma così va il mondo, e non certo da oggi. Ad esempio, ricordate le vicende e gli intrighi legati all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy? Be’, questa foto ritrae il vicepresidente Lyndon Johnson sull’Air Force One, l’aereo presidenziale, di ritorno da Dallas subito dopo l’omicidio, mentre sta giurando per subentrare come nuovo presidente USA, con accanto la vedova, Jackie Kennedy, ancora scioccata e distrutta dal dolore:
Se è vero che un’immagine vale più di cento parole, non c’è molto da aggiungere a quest’altra foto, scattata subito prima della precedente, dove il futuro presidente della camera dei rappresentanti, Carl Albert, strizza l’occhio a Johnson...
Per finire, ricordate come l’attuale amministrazione Bush abbia più volte affermato di avere le prove che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa? Be’, era vero: ecco lo scontrino...





(30 Settembre 2003)


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Diego Verdegiglio
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Mr. Russert: Eravate entrambi membri della Skull and Bones.
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OMICIDIO KENNEDY 40 anni dopo. Qualcosa è cambiato.
Postato il Saturday, 22 November @ 10:21:41 CET di mazzucco



di Massimo Mazzucco

22.11.03. Le pallottole che 40 anni fa uccidevano Kennedy hanno anche ucciso – recita il luogo comune – i sogni di un’intera generazione. Idealista incontaminato, o cinico calcolatore che fosse, Kennedy ha comunque rappresentato una svolta storica, per il mondo, difficile da non riconoscere. Il semplice fatto che sia stato eliminato da un concerto di mandanti e complici che vede in qualche modo coinvolti i falchi della CIA di Allen Dulles, i servizi segreti dello stesso presidente, l’FBI di Edgard Hoover, la mafia di Trafficante, gli esuli cubani in Florida, i razzisti del profondo Sud, i guerrafondai del Pentagono (Vietnam), la dice lunga sull’impatto che Kennedy deve aver avuto su un complesso sistema di potere che ha cercato di riportare sotto il proprio controllo nel breve arco del suo mandato. Kennedy si buttava a testa bassa contro tutto ciò che voleva modificare, e a chi gli consigliava più prudenza rispondeva spesso: “Tanto, da vivo non mi può toccare nessuno. E da morto, chissenefrega!” Fra le due condizioni di salute, però, ci sono state le pallottole di Dallas.

Ma il vero delitto, nei rispetti dell’intera nazione e della storia, lo hanno compiuto tutti coloro che, nel mondo dei media, hanno contribuito a supportare la bugia...

...della Commissione Warren, che ha sbrigativamente stabilito che il colpevole fosse un disperato qualunque, e che la cosa finisse lì.

In questi ultimi giorni però, con l’avvicinarsi del 40° anniversario, si è notato che qualcosa di profondo debba essere cambiato nel mondo dell’informazione USA. Nella solita valanga di documentari celebrativi, infatti, si è distinta una nota comune che non poteva certo essere casuale: tutte le voci, indistintamente, dalla più acuta alla più retorica, hanno calcato pesantemente la mano sulla bugia di stato, dandola ormai per scontata, ed hanno spostato l’accento sul danno a lungo termine che viene a soffrire una nazione come l’America, quando la si offenda così brutalmente nei principi stessi su cui è stata fondata: in questo caso, mentendole. (Se mai Bush pagherà per la guerra in Iraq, non sarà per averla fatta ma per aver mentito sulle ragioni, esattamente come Clinton dovette affrontare l’impeachment non per le scappatelle in sè, ma per aver mentito su di esse sotto giuramento).

L’Americano medio è paragonabile ad un adolescente che si dibatte fra i principi ideali che l’infanzia ti permette di coltivare, e il compromesso a cui il duro scontro con la realtà ti obbliga a scendere. E a giudicare dal nuovo taglio dei documentari, è parso evidente che questo adolescente abbia superato la fase di incertezza, e inizi ad essere pronto ad accettare la realtà con tutte le sue amare implicazioni.

Si è visto per esempio Marina Oswald, una dignitosa sessantenne che nel frattempo ha imparato la lingua - e forse anche qualcos’altro – di questo complicato paese, parlare con distacco non delle colpe dell’assassinio del marito, ma di quelle di chi in seguito ha mentito alla nazione, per coprire la verità. Se è vista l’amante di Oswald, al tempo studentessa di biologia, rivelare con profondo rancore il complesso e subdolo gioco in cui Lee Harvey fu coinvolto dalla CIA, arrivando al punto di credere di partecipare ad un’operazione intesa a sventare un attentato al presidente, mentre il conto alla rovescia delle sue ultime ore era già partito da intere settimane.Si sono visti ex-sceriffi, investigatori, poliziotti, infermieri, agenti di scorta, testimoni oculari (i pochi sopravvissuti alla susseguente morìa da “morti casuali”) lamentare in coro il dolore e la frustrazione con cui hanno vissuto fino ad oggi, terrorizzati dall’idea di venir ammazzati se avessero rivelato ciò che sapevano.

La cosa sorprendente è che così, da un giorno all’altro, delle dichiarazioni che sembrava impossibile fare in una normale conversazione, vengano fatte su reti nazionali, senza che nessuno abbia più niente da ridire. E diventa difficile pensare che a tutto ciò non abbia contribuito in qualche misura la recente esperienza dell’Undici Settembre.

Anche in quel caso infatti (per chi non accetta la versione ufficiale dei fatti) il pubblico è stato ricoperto da uno strato di menzogne che solo la storia rivelerà in tutto il suo spessore. Ma l’esperienza antica deve aver lasciato il suo segno, ed in qualche modo l’americano medio deve aver sentito che il meccanismo si stava ripetendo, identico, sulla sua pelle. Mentre oggi infatti trovi pochi americani che abbiano capito con chiarezza cosa sia successo a Torri e Pentagono, ne troverai ancora meno che siano apertamente convinti che l’intera gestione Bush della faccenda sia stata limpida e genuina.

Le forme oscure che danno corpo al sospetto inconscio ci metteranno forse degli anni a definirsi meglio, ma viene quasi da pensare che chi ha realizzato quei documentari – forse inconsciamente anche lui – abbia voluto dare una mano per accelerare in tutti i modi questo processo di crescita collettiva.

Massimo Mazzucco



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Diego Verdegiglio
Post: 222
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19/04/2004 23:06

Re:

...dove il futuro presidente della camera dei rappresentanti, Carl Albert, strizza l’occhio a Johnson...





Ohhhh tana per Johnson ![SM=g27825]
carmelo pugliatti
Post: 499
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19/04/2004 23:41

Già,"tana per LBJ"... Ecco una frase di Sebastiano Messina su REPUBBLICA di oggi 19-4
Già,"tana per LBJ"... Ecco una frase di Sebastiano Messina su REPUBBLICA di oggi 19-4-04 p. 49 a proposito dei casi presentati in TV da Carlo Lucarelli:

"Una storia raccontata con nitidezza, senza mai rifugiarsi negli anfratti della dietrologia, quelli delle coincidenze che diventano indizi e degli indizi che diventano teoremi".

Si adatta perfettamente a JFK e al "complotto".
Diego Verdegiglio
Post: 500
Registrato il: 18/11/2002
Veterano
OFFLINE
20/04/2004 01:45

NO COMMENT



Kennedy e' morto l'11 settembre?
Postato il Friday, 01 August @ 20:31:51 CEST di comedonchisciotte
Cari Donchisciotti
Da pochi giorni dopo l'11/9, ho cominciato a farmi una cultura sulle cosiddette teorie cospiratorie, ossia con buona approssimazione sulla storia "vera" (secondo me tra tutte le TC e tutti i TG sono le prime a contenere piu' verita'...)
Insomma, tra le varie cose, mi sono convinto che non sappiamo chi ha ucciso JFK per il semplice fatto che lo stesso gruppo di persone e' ancora attivo, e ha fatto il 911... Non solo, ci sono inquietanti analogie tra Dallas e le Torri, che incollero' a fine msg insieme a un pout-pourri di informazioni nuove e vecchie... Sembra come che abbiano seguito lo stesso piano, e fatto errori simili...
Potreste farne una sezione del sito, e vedere tra i visitatori chi altro ha trovato elementi in comune... se guardate il film di Stone e cambiate nomi e facce vi verra' da vomitare...
Se volete discuterne, scrivetemi :-)
Gli attentati dell' 11 settembre 2001 seguono la falsariga dell'omicidio Kennedy. Da una parte si individua un capro espiatorio, lo si rende credibile, lo si convince di avere un ruolo ed un nemico. Dall'altra si prepara il piano vero, quello attraverso il quale si raggiungera' l'obiettivo.
Lee Harvey Oswald era stato nei servizi segreti dell'US Navy, cosi' come Osama Bin Laden e' stato finanziato dalla CIA per un decennio, ma entrambe le affiliazioni non sono state rese note in quanto troppo compromettenti.
Oswald venne preparato per sparare a Kennedy, ma in realta' serviva un uomo con un fucile compatibile che si affacciasse dal deposito dei libri di Dallas. Bin Laden e' stato preparato, insieme alla sua organizzazione Al Quaida, per rendere credibile il dirottamento dei quattro aerei e il loro impatto sugli obiettivi, un impatto che fosse compatibile col vero piano.
Il piano per uccidere Kennedy prevedeva un tiratore principale, il sosia di Oswald, posizionato alla finestra sotto quella del falso tiratore: se il colpo del cubano fosse andato a segno, nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio le conclusioni della Commissione Warren. Ma purtroppo non fu cosi'. Altri colpi dovettero essere esplosi, e la collinetta erbosa balzo' agli onori della cronaca, e della storia.
Il piano per distruggere le Twin Towers prevedeva una traiettoria perfetta, come quella dell'aereo che ha colpito la Torre Nord. Se l'altro avesse centrato la Torre Sud con la stessa precisione, tutto sarebbe stato piu' semplice. Invece non fu cosi', e si dovette ricorrere agli esplosivi che erano stati celati nei punti chiave dei due edifici.
Quelli di Al Quaida avevano progettato realmente gli attentati, ma non sarebbero mai riusciti a metterli in pratica in modo efficace e controllato. C'era il rischio che scegliessero un orario di punta, o che all'ultimo momento qualcosa andasse storto con i loro piloti, e non si poteva correre questo rischio. Da una parte si dovevano controllare gli sviluppi dei piani islamici, e dall'altra si doveva mettere in piedi uno schema perfetto, che funzionasse come un orologio.
Si poteva ricorrere a schiavi Monarch di tipo Delta. Quando quel ragazzino si e' schiantato su Tampa... Ma i Monarch sono adatti ad azioni individuali, e non sarebbe stato possibile sincronizzarne un numero cosi' alto. Avevano diversi soggetti iracheni, compatibili con quelli dei potenziali terroristi, come quello che fece saltare per aria il volo Egypt Air, nelle fasi preparatorie dell'omicidio di JFK jr.
Allo stesso modo, quaranta anni prima, non aveva senso usare i Delta per sparare su JFK: non c'era pericolo immediato per i tiratori, quindi sarebbe stato piu' efficace avere i migliori, scortati da un operativo il cui distintivo li avrebbe tenuti al coperto da qualsiasi rischio.
Poi esaminiamo la possibilita' di usare Global Hawk, il sistema di controllo remoto, per dirigere gli aerei sugli obiettivi con la certezza di prenderli, perche' sarebbero stati pilotati da terra, al riparo da esami di coscienza e da altri imprevisti.
Ma non era possibile installare Global Hawk su quattro velivoli, e fare poi in modo che fossero quei particolari quattro a partire quel giorno: avrebbero dovuto rivelare troppa parte del piano a troppa gente, e i segreti che vengono affidati a troppe bocche sono segreti dalla vita corta.
Una delle hostess ha detto: "O mio Dio, vedo dei palazzi... acqua!", un dialogo da libro dozzinale. Se avessero volato davvero per dieci minuti sulla citta', la hostess avrebbe detto "Cristo, stiamo per colpire Manhattan", avrebbe riconosciuto la citta'. Un passeggero ha chiamato la madre, dicendo "Ciao mamma, qui parla Mark Bingham.", come si farebbe con un estraneo, sembra un tentativo forzato di farci credere qualcosa. Van Romero e' un pezzo grosso del NMTech, che la mattina degli attacchi era vicino al Pentagono: la sua azienda offre formazione per l'antiterrorismo a polizia e pompieri. Intervistato dall'Albuquerque Journal ha detto che il collasso delle Torri poteva essere imputabile a piccole quantita' di esplosivo messe in posti chiave dei due edifici.
Romero e' un esperto di demolizioni: pero' dieci giorni dopo cambia idea, e l'AJ cambia la propria storia, anche sulla versione online. A quel punto la NMTech scrive al Presidente per avere l'esclusivadell'antiterrorismo.
Pulire un milione di tonnellate di detriti avrebbe richiesto un anno di lavoro e sette milioni di dollari, e se ne sta occupando la Controlled Demolition del Maryland, la stessa che ha pulito il Murrah Building diOklahoma City seppellendo tutto nel deserto in una zona recintata. Romero ha detto che il crollo del WTC sembrava una di quelle implosioni controllate.
Per rendere credibile il crollo come dovuto all'impatto degli aerei, occorreva una precisione assoluta: cio' non e' accaduto, ed e' qui che le cose hanno cominciato ad andare male.Un 767 ha la manovrabilita' di un elefante a cui hanno innestato le ali, e quindi e' molto difficile fargli compiere manovre che non siano quelle canoniche.
All'ultimo momento il secondo aereo ha dovuto virare per correggere la traiettoria: poi si e' conficcato nel palazzo, che lo ha tagliato come un uovo sodo - dato che il metallo delle ali offriva poca resistenza - e fatto sparire come un uccello nel nido.
L'impatto del primo aereo era stato perfetto, al centro della torre, e tutto il carburante era penetrato in profondita' nella struttura, dove era esploso.
Ma il secondo era stato un disastro, migliaia di litri di carburante erano stati espulsi, e mentre una parte di essi entrava a tutta velocita', un'altra prendeva fuoco quasi subito e cosi' esplodeva con i resti del velivolo all'esterno dell'edificio, in un'enorme palla di fuoco.
L'azione si stava trasformando in un disastro, e la Torre Sud avrebbe dovuto crollare prima della Torre Nord, per evitare che il fuoco si spegnesse togliendo ogni credibilita' all'operazione coperta.Prima ancora che arrivasse il secondo aereo, la prima torre era in fiamme e spargeva un fumo nero e tossico su Manhattan: l'impatto perfetto del primo aereo aveva fatto penetrare il carburante in profondita', col risultato che alcuni piani bruciassero in tutta la loro larghezza.
I sistemi anti-incendio della torre erano entrati in funzione bloccando le porte tagliafuoco di ogni piano, ma gli impiegati potevano ancora scappare per le scale.
I giganteschi piloni d'acciaio erano stati costruiti in Giappone, e secondo i media si sarebbero sciolti per il calore: ma in questo caso la Torre Nord sarebbe crollata per prima, perche' aveva avuto piu' tempo e perche' bruciava come una candela, mentre la Torre Sud aveva un paio di focolai ben confinati.
Avrebbe potuto collassare per quelle fiamme? Le esplosioni dell'impatto avevano consumato la gran parte del carburante in pochi secondi, e ora bruciavano le sedie, i mobili, la carta, e l'aria a disposizione per alimentare il fuoco era minima: niente dell'intensita' richiesta per fondere tutto quell'acciaio.
Neanche era possibile credere che l'impatto avesse danneggiato la struttura: erano talmente elastiche da far soffrire il mal di mare a molta gente, nelle giornate ventose, i superstiti avrebbero detto che non avevano avvertito neanche l'arrivo dell'aereo.
Perche' il fuoco fosse la causa del collasso, l'acciaio avrebbe dovuto essere sottoposto al calore dell'incendio che devastava la prima torre per molte ore, ma la seconda torre non si decideva a bruciare, rovinando i piani a livello estetico: non a livello operativo, dato che non era il fuoco la vera arma distruttrice.
Se l'obiettivo fosse stato di farle crollare col fuoco, avrebbero dovuto colpire gli angoli piu' vicini tra le due torri, aumentando le possibilita' che esse collassassero l'una sull'altra.
Invece quello che accadde fu una serie di esplosioni negli edifici intorno alle Torri, che mandarono nuvole di polvere nell'aria, preparando il sipario per la fine dello spettacolo.
Se si guarda l'evidenza, la teoria dell'esistenza dei dirottatori non regge, perche' in realta' solo uno degli aerei e' davvero caduto. Le Torri Gemelle erano disegnate per resistere all'impatto di un Jumbo, e il modo in cui sono cadute rende incredibile qualsiasi teoria derivante dal semplice impatto e dal fuoco che ne e' scaturito.
E' possibile trovare arabi che si sacrifichino per la causa, ma trovarne diciannove per una singola missione non e' facile, e meno ancora lo e' trovarne almeno quattro che siano ottimi piloti: tra l'altro i loro istruttori di volo li descrivono come incapaci anche di guidare un aereo leggero.Insomma, questi diciannove, operando con coordinazione militare, avrebbero la meglio sull'equipaggio usando dei tagliacarte e la voce grossa, poi condurrebbero questa gente in cabina, dove trovano i piloti, che casualmente hanno la testa tra le nuvole e non sentono rumori, poi hanno ragione di loro - alcuni ex-militari, ma che sembrano incapaci di reagire davanti ad un taglierino - e prendono i comandi, quindi con la maestria acquisita leggendo manuali e usando dei simulatori volano verso gli obiettivi, senza alcun fastidio da parte delle autorita', e li colpiscono. E gli asini volano.
A parte il fatto che molto carburante si e' perso nell'impatto, e' un materiale che non brucia lentamente come il legno, e poi ci sono i dispositivi anti-incendio che avrebbero arginato le fiamme, pur non potendo nulla contro il contenuto dei serbatoi.
C'era molto fumo ma si vedeva poco fuoco, e per fondere l'acciaio si ha bisogno di temperature elevatissime, irraggiungibili con del semplice carburante per aerei. E ammesso che le colonne d'acciaio si sciogliessero, sarebbero collassate in quel modo? Probabilmente la parte alta delle Torri sarebbe crollata di lato spargendo detriti in un'area molto vasta.
Ma la prima torre, colpita diciotto minuti prima, doveva crollare prima della seconda, non un'ora dopo, e i piloni della seconda, colpita sull'angolo, non dovevano essere minimamente danneggiati. Eppure e' stata proprio la seconda a crollare quasi subito, anche se tutto indicava l'altra.
Riscaldare l'acciaio e' un'operazione lunga, il calore si dirige verso le parti fredde, e devi ricominciare: in che modo si puo' fondere una quantita' del genere? Come raggiungere una temperatura oltre i 1.500 C con l'ausilio del solo carburante?
Da una torre e' crollata la cima quasi compatta, un blocco grande come un palazzo di venti piani, dove e' finito? Avrebbe dovuto creare un buco grosso come un campo da baseball.Dove sono finite le colonne centrali in acciaio lunghe quattrocento metri?
L'aereo caduto sul pentagono ha fatto delle manovre da caccia con un pilota che un mese prima era definito incapace di guidare un Cessna: non si vedono tracce, nelle foto, di ali, motori, bagagli e cadaveri. E' stata ventilata l'ipotesi di un sistema di controllo remoto, una tecnologia che esiste e viene correntemente usata con Global Hawk, un jet militare simile al 737. Con questa soluzione si elimina il problema dei dirottatori e dei piloti. Il problema e' che seppure questa tecnologia esiste, sarebbe quasi impossibile organizzare le partenze di quattro velivoli ben individuati, esattamente quei quattro, senza avere troppe persone a conoscenza del piano.
Troppe cose potevano andare storte, mentre invece era indispensabile la sicurezza - e segretezza - assoluta.
Il piano finale invece era piu' semplice: c'erano tre aerei, messi a punto dall'Air Force o dal NORAD, abilitati al controllo remoto, con nessuno a bordo: un jet di linea carico di esplosivi, un jet F16 armato di un missile, e un Boeing 767 dipinto da United Airlines.
Nelle prime ore del mattino dell'11 settembre, Mohammad Atta e altri arabi salirono sui voli AA e UA su istruzioni dei loro corrispondenti CIA, immortalati sulle telecamere di sicurezza degli aeroporti, quindi i quattro aerei decollarono.
Erano quattro Boeing: due 767, entrambi partiti da Boston e diretti alle Twin Towers, e due 757, da Washington e Newark. Tutti questi voli imbarcavano tra il 16 e il 39% dei passeggeri previsti.Dopo circa mezzora dal decollo, i piloti dei quattro aerei ricevettero un allarme secondo il quale gli USA erano sotto attacco terroristico, con l'ordine di spegnere i transponder e atterrare presso una base militare nel nord-est: nel frattempo l'aereo telecomandato diretto alla Torre Sud era gia' in viaggio per NY, ed era sui monitor degli operatori radar.
I passeggeri del volo UA93, quello che si sarebbe poi schiantato in Pennsylvania, furono convinti che il loro volo fosse stato dirottato, e istruiti a usare i propri cellulari per telefonare ai parenti.A quel punto il primo degli aerei telecomandati si schiantava sulla Torre Nord con una nuvola di fumo seguita da una potente esplosione, mentre l'altro si avvicinava a Manhattan per schiantarsi sulla Torre Sud diciotto minuti dopo, in diretta TV.
Qui nasce il problema: i suoi manovratori, non abituati a controllare a distanza un bestione del genere, quasi mancano il bersaglio e colpiscono l'angolo. Buona parte del carburante fuoriesce dalla struttura ed esplode in un immensa palla di fuoco, come si vede dalle riprese televisive. Passera' ancora mezzora prima che gli intercettori della US Air Force si alzino.
Il jet F16 telecomandato vola verso il Pentagono sulla scia dell'aereo AA, scende a livello del terreno e si avvicina orizzontalmente, poi spara un missile che impatta sul muro esterno dell'edificio e quindi vi si schianta, trapassandone diversi anelli.
Nel frattempo i quattro aerei sono atterrati nella base militare dove erano diretti, e i centonovantanove passeggeri e membri degli equipaggi vanno ad aggiungersi alle trentatre persone gia' a bordo del UA93, sul quale viene caricato dell'esplosivo.
La Torre Sud collassa piu' o meno nello stesso momento, mentre il volo carico di tutti i testimoni dei quattro aerei si dirige verso Washington per un falso attacco: altri quaranta minuti ed anche la Torre Nord e' in briciole.
Il volo UA93 viene abbattuto sulla Pennsylvania, due ore dopo il suo primo decollo da Newark, mentre alcune sue parti vengono trovate ad otto miglia nella comunita' di Indian Lake, dove molti parlano di un secondo aereo e di detriti che cadono dal cielo.
Verso mezzogiorno i media gia' parlano di Bin Laden, e l'America violentata piange vendetta.Il semplice schianto degli aerei sulle Torri Gemelle avrebbe provocato dei morti, ma non quanti ne servivano: avevano bisogno della distruzione completa per spezzare psicologicamente il popolo americano e mondiale e provocare una reazione isterica contro gli islamici, dovevano crollare entrambe.
Non sara' possibile provare che sono stati usati esplosivi, ma e' un dato di fatto che le Torri siano collassate in un modo strano, lasciando a terra una strana polvere e nessuna traccia delle colonne centrali in acciaio. Gli effetti sembrano quelli di un raggio disintegrante ad alta energia di origine sconosciuta, che ha polverizzato tutto lasciando quell'odore sgradevole che ha aleggiato su Manhattan per settimane: se cio' corrispondesse a verita', sarebbe stata usata un'arma segreta, magari un residuato degli esperimenti bellici della Guerra Fredda.
Ma anche ammettendo l'uso di una tecnologia segreta, perche' hanno lanciato gli aerei sulle Torri? Perche' quella tecnologia andrebbe oltre le possibilita' di qualsiasi terrorista arabo, e cosi' serviva un motivo plausibile per il collasso di quegli edifici, che sarebbe poi stato montato dai media.

Nelle ore seguenti agli attentati sono state fatte passare delle leggi che di fatto limitano le liberta' civili del popolo americano, permettendo di monitorare quasi ogni attivita' umana, e il Congresso le ha votate senza averle finite di leggere.
Nel frattempo, con l'imminente guerra in Afghanistan, si toglieva di mezzo un grosso ostacolo alla realizzazione dell'oleodotto che portera' il petrolio del Mar Caspio verso l'Oceano Indiano: solo in agosto i talebani stavano negoziando con gli americani, e al loro rifiuto gli fu promesso un tappeto di bombe invece dei tappeti d'oro che stavano stendendo loro davanti.
Il nemico invisibile che l'America si trovava davanti le dava la possibilita' di proseguire quella guerra in eterno. Il volo AA77, quello del Pentagono, fu dirottato quando la Torre Nord era stata gia' colpita, ma non fu intercettato dai jet dell'Air Force che erano a soli dieci minuti.
Come ha fatto il fuoco a fondere la Torre Sud in 47 minuti, dato che e' implosa in modo tale da essere compatibile solo con lo scioglimento e non col crollo?
Mike Vreeland, un Luogotenente della Marina, scrisse un documento che descriveva gli attacchi ben prima che essi avvenissero, che fu trovato a Toronto il 14 settembre.

Ci sono diversi indizi che portano alla soluzione: ci sono quattro voli coast-to-coast che partono semivuoti; c'e' una donna che ha visto l'aereo che colpiva la Torre Nord, e che lo descrive come un piccolo aereo; c'e' la notizia della NBC di un'esplosione all'eliporto del Pentagono, dove non si parla di aerei, e le prime interviste che parlano di un aereo piccolo; non c'e' traccia di resti d'aereo in quell'area, e c'e' un buco troppo piccolo nell'edificio; ci sono dei piloti-dirottatori che secondo i loro istruttori non erano in grado di guidare un Cessna, figuriamoci un 767, mentre l'AA77 ha fatto manovre ai limiti del possibile; ci sono i transponder che vengono spenti, lasciando gli aerei visibili al radar - dopo un momento in cui erano spariti - ma nascondendo i loro nomi e codici e la loro altitudine; c'e' la Torre Sud che viene colpita in modo imperfetto, quasi sullo spigolo, e buona parte del carburante va perduto.
Prendiamo un Boeing 767, lo nascondiamo e lo dipingiamo come un jet della American Airlines, ci mettiamo il controllo remoto e lo parcheggiamo in una base militare. Poi teniamo basso il numero dei passeggeri, truccando il computer della compagnia aerea, e prenotiamo sui voli per un paio di nostri uomini, cosi', per controllare che tutto proceda bene.
Appena gli aerei sono in volo, dobbiamo staccare i transponder: il modo piu' facile e' chiamare i piloti dal NORAD e dire che c'e' un'emergenza nazionale, che c'e' un attacco terroristico in atto e che bisogna mantenere il silenzio radio, invitandoli al contempo a scendere in una certa base aerea.
I piloti a quel punto staccano i transponder, e quelli della FAA perdono le informazioni che identificano gli aerei: li possono ancora vedere sui radar ma sono solo delle luci intermittenti senza nome. A quel punto hanno gia' l'aereo fantasma in coda, quello con il controllo remoto, e il radarista e' confuso: non sa che sta guardando il fantasma, mentre il volo di linea sta dirigendosi verso la base che gli e' stata indicata.
Sono le 8:45, un piccolo jet telecomandato, quello che la signora ha visto, si schianta sulla Torre Nord, mentre il fantasma del volo 175, anch'esso guidato da terra, dopo diciotto minuti si infila nella Torre Sud. Pero' ci si infila male, per poco anzi non perde l'obiettivo: anche i piloti esperti hanno dei problemi quando guidano da terra un bestione di quelle dimensioni. Poco dopo un jet pieno di esplosivi, o un missile sparato dallo stesso jet, colpisce il Pentagono al posto del AA77, mentre i passegeri dei quattro voli veri, nella base militare, vengono condotti a bordo del UA93: se c'erano davvero degli agenti a controllare, ora sono di sicuro a terra, mentre l'aereo - col suo carico di carne umana - viene abbattuto sulla Pennsylvania.
Cosi' abbiamo quattro aerei normali, guidati da un controllo umano, il loro pilota, e altri aerei telecomandati e senza nessun passeggero a bordo: chiamiamolo Global Hawk, e' il sistema di controllo remoto piu' conosciuto, ma non sappiamo quale sia stato usato effettivamente.
Non era possibile installare Global Hawk sugli aerei normali, perche' i piloti se ne sarebbero accorti, e perche' non e' possibile allineare quattro particolari velivoli affinche' partano quasi contemporaneamente senza far sapere la cosa a qualche decina di persone: invece cosi' non lo sa nessuno, all'aeroporto di imbarco, lo sanno solo quelli della base militare, e magari qualche agente al controllo aereo della FAA, magari qualcuno del NORAD che ci lavora abitualmente.
Anche l'ipotesi dei computer di bordo manomessi con le coordinate degli obiettivi non sta in piedi, il computer sarebbe stato programmato con la rotta GPS e avrebbe volato senza le correzioni che invece si sono viste, specie al momento dell'impatto.
Nel filmato della Torre Nord non si vede chiaramente l'aereo, vediamo la telecamera che si volta sentendo il rumore e poi il fumo dell'impatto, quindi le fiamme: poi le fiamme se ne vanno, il fumo si dirada e sul lato della torre si vede un segno a forma di S, incompatibile con un aereo, e tra l'altro e' un segno che al momento dell'impatto non c'era.
I dirottatori non servono neanche: basta prendere i nomi arabi nelle scuole di volo, nelle liste dei passeggeri quei nomi non ci sono. Nelle telefonate dagli aerei dicono "so che sto per morire", ma sono ancora tutti vivi, ci sono solo dei dirottatori con dei coltellini, eppure non dicono "c'e' una speranza di cavarcela". Magari c'e' stato un errore nel non aver inserito dei nomi falsi nella lista dei passeggeri, di cui intervistare i falsi parenti.

Ricapitolando, questa e' la mia teoria preferita riguardo all'11/9 (trovata in gran parte su www.public-action.com).
In breve:
1) Avvisano gli equipaggi dei quattro aerei che e' in corso una non megliospecificata serie di attentati o altro
2) Li si invita a staccare i transponder (gli aerei sono ancora visibili manon sono piu' identificabili con i loro codici di volo) per non farsiattaccare dagli attentatori di cui sopra e a fingere un dirottamento (da quile "telefonate a casa" dei passeggeri) e a dirigersi verso una base delNORAD o dell'aeronautica
3) Nel frattempo due aerei dipinti da AA e UA, guidati tramite Global Hawk(controllo remoto: era stato scartato perche' era impossibile sapere qualiaerei avrebbero viaggiato quel giorno, ma se li hanno sostituiti come parenon conta piu' quali partissero...) si accodano alle loro scie per farsivedere dai radar, si buttano sulle Torri, ma il secondo dei due (difficilida pilotare da terra, non sono molto manovrabili) quasi sbaglia bersaglio edisperde molto carburante (il primo, non visibile nel filmato, potrebbeessere un caccia... una testimone oculare della prima ora disse che era unaereo "piccolo"...)
4) Le Torri sono entrambe state minate dalla Controlled Demolition, lasocieta' che aveva pulito le macerie di Oklahoma e ora il WTC: la seconda(quella colpita "male") esplode per prima, perche' le fiamme si stavano perspegnere non permettendo piu' un crollo dovuto al carburante... la primacrolla come da previsioni con tempistiche credibili, ma ormai hanno rovinatoi piani...
5) Sul Pentagono ci va un caccia (F16?) che si apre la strada con un missilee si schianta (da qui la strana traiettoria, impossibile per un 767, normaleo quasi per un caccia)...
6) I centocinquanta passeggeri dei quattro voli (ne avevano imbarcati pochiapposta per compiere il piano, di solito i coast to coast sono molto piu'pieni...) vengono caricati sull'ultimo, che viene abbattuto in Pennsylvaniaper coprire tutte le tracce...
7) Gli unici arabi esistenti sono Atta e l'altro, imbarcati su uno dei voli,a far la parte dell'Oswald. Non per nulla le uniche immagini in aeroportosono di loro due... Nelle liste dei passeggeri non c'e' traccia di arabi,sono stati tutti identificati: o non hanno fatto il check-in, ma allora comehanno fatto a passare il secondo check-in fatto dalle hostess per contare ipranzi da servire? oppure non esistevano proprio...
8) A quel punto parte tutta la sarabanda mediatica, con l'obiettivo dellaguerra (spese militari: 344 mln di $...), del papeline (petrolio, qlc mld di$ di interessi occidentali...) e della droga (una produzione di 3700tonnellate l'anno, bloccata dai talebani... rif. Corriere della Sera di ottobre/novembre 2001)

Materiale selezionato e raccolto da Alessandro Maiucchi
e-mail: a.maiucchi@libero.it
sito: http://maiucchi.supereva.it


Caro Alessandro,
ho deciso di postare il tuo scritto come "lettera alla redazione". Devo dire che proponi rilevanti questioni su cui ci sarebbe molto da discutere. Per cui rilancio il tuo appello: "se volete discuterne scrivetemi".

Ma permettimi almeno tre osservazioni.
1) perché non inizi tu a sviluppare qualche argomento (vedi ad esempio l'omicidio di Kennedy) e ci invii il tuo elaborato (iniziando così a collaborare con noi?);
2) ad esempio sono rimasto colpito quando affermi che "non sappiamo chi ha ucciso JFK per il semplice fatto che lo stesso gruppo di persone e' ancora attivo, e ha fatto il 911": perché non approfondire meglio questa affermazione?
3) perché nel frattempo non provi a postare qualcuna delle tue osservazioni sul forum?
4) la sezione 11 Settembre esiste già e, credimi, gli articoli sono praticamente all'unisono con le tue osservazioni (compreso la cronaca dei fatti dell'11 settembre);
5) *** omissis (su richiesta dell'autore della lettera)
Cari saluti
Comedonchisciotte


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Articolo più letto relativo a lettere alla redazione:
Kennedy e' morto l'11 settembre?


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BRAVO! E l'assassino di Luther King ha messo la bomba a Oklahoma City. (Voto: 1)
di mazzucco il Friday, 01 August @ 21:55:38 CEST
(Info Utente | Invia un Messaggio)
Devo dire, in tutta sincerità, che di fronte alla fatica mostruosa di mettere bene a fuoco anche un solo elemento del 9/11 o di Dallas, l'idea di risolvere le due più grosse cospirazioni della storia con un colpo solo (certo che in qualche modo c'entra sempre l'FBI, ma quando Hoover è morto Muller prendeva ancora il latte dalla mamma!), mi sa tanto di sbruffonata da bar.

Perchè ovviamente non si vuole nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi che tu sia invece proprio uno di quelli che alzano polveroni sempre più grossi, allo scopo opposto.

Ma comunque sia, un minimo di rigore in più nel ragionare non guasta mai, nemmeno a livelli dilettanteschi come il tuo.

Scusa la secchezza del commento, ma se vai a leggerti il mio intervento nel forum sull'11 Settembre, capirai il perchè.

Massimo Mazzucco



Informazione - controinformazione - fantainformazione di Marpia il Saturday, 02 August @ 00:35:03 CEST










Diego Verdegiglio
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20/04/2004 03:33

Curiosando su Internet mi sono imbattuto in un forum americano sull assassinio di JFK. un tread aveva come tema: "riesumare il corpo del presidente"? e partiva dal presupposto che i resti mortali di Kennedy,sottoposti ad imbalsamazione,quindi presumibilmente ancora essere ben conservati,potrebbero essere sottoposti ad una nuova autopsia chiarificatrice.Tra le risposte brillava per idiozia paranoica quella di un tale che assicurava che Lyndon Johnson aveva architettato di far diventare monumento nazionale (quindi sottoposto ad una speciale tutela) la tomba del suo predecessore propio per evitare il rischio della esumazione della salma(!!!) Un altro forumista ha messo giustamente in rilievo che un simile atto sarebbe un inutile profanazione.I devoti del complotto non si convincerebbero mai,e davanti alla conferma dei risultati dell autopsia griderebbero che il corpo è stato manomesso (esattamente come accadde per l esumazione di L.H.Oswald avvenuta nel 1981).Concordo perfettamente.
carmelo pugliatti
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20/04/2004 11:21

Anche io.
Diego Verdegiglio
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20/04/2004 14:06

D'altra parte il cervello è sparito dagli Archivi Nazionali... "Loro" l'hanno fatto sparire.

Hanno dovuto già riesumare Oswald, nel 1981, tanto insistenti furono le stupidaggini di chi (giornalisti e scrittori) sosteneva che in quella tomba ci fosse un altro uomo...
Federico Ferrero
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20/04/2004 16:34

Si,ed il giornalista promotore della riesumazione (sosteneva che nella tomba non ci fosse il vero Oswald,ma un agente del KGB),dopo aver visto smentite le sue cervellotiche teorie, va adesso sostenendo che LA TOMBA ERA STATA PRECEDENTEMENTE RIAPERTA,E LA TESTA DEL FALSO OSWALD SOSTITUITA CON QUELLA DELL ORIGINALE (!!!!)Non voglio generalizzare,ma con le dovute e rispettabilissime eccezioni vi sono due tipi di "complottisti":1-i conformisti;essi non sanno neanche bene chi fu Kennedy ,ma in TV hanno visto il film di Stone e tra un programma di Maria De Filippi ed un reality show hanno ascoltato Bisiach."sanno" dunque che JFK fu ucciso dai potenti perchè "voleva la pace" (si sa,"la politica è zozza" ed "è tutto un magna magna").2-Gli odiatori dell America;Detestano gli Stati Uniti e vedono in essi la sentina d ogni male.Per loro gli "amerikani" sono responsabili di tutto.Gli "odiatori dell america" tendono sempre ad accompagnarsi ai peggiori tiranni e genocidi (l Unione Sovietica,Fidel Castro,Mao,Ho Chi Min,Pol Pot,e ultimamente terroristi palestinesi,ed integralisti islamici),tuttavia non perdono mai l occasione di dare lezioni di "democrazia" (perchè è ovvio che gli unici ed i soli democratici sono loro).Per loro che Kennedy sia stato ucciso da un complotto di Stato è un dogma indiscutibile,quasi come il fatto che dietro l attentato alle torri gemelle ci sia la Cia ed il mossad.Vi è per la verità un terzo tipo di "complottista",quello che pazientemente si informa e faticosamente arriva all evidenza che non vi fu alcun complotto.

[Modificato da carmelo pugliatti 20/04/2004 16.38]

carmelo pugliatti
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20/04/2004 17:19

Assolutamente sì, caro Pugliatti.

Del resto, quando si dice che i complottisti sono TUTTI disonesti, si dice una mezza verità: lo sono quelli che hanno avuto la possibilità di conoscere buona parte degli elementi che chiariscono le tante circostanze della morte del presidente.

Chi invece, per vari motivi, ha visto solo il film di Stone e sentito dire, poco più che casualmente, parlare di Oswald e dell'assassinio sui quotidiani, non può essere ritenuto colpevole. Dovrebbe però astenersi da giudizi assoluti (ma qui mi tiro la zappa sui piedi: da complottista ero CONVINTO di quello che dicevo, e avevo perso di vista la razionalità: ignoravo appositamente i campanelli che mi suonavano in testa quando leggevo il libro di Garrison e mi accorgevo che era basato, in realtà, sul nulla: nessuna prova, nessun elemento solido, solo discorsi fumosi su "Loro", non un nome, un fucile, una foto, un filmato).
Federico Ferrero
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20/04/2004 18:42

Qualche giorno fa,rimettendo a posto vecchie cose ho ritrovato dei ritagli di giornale che immediatamente mi hanno riportato alla mente i miei giorni da "complottista".Erano gli anni 80,quando dei giornalisti Inglesi fecero uno "Scoop": Avevano scoperto il "vero" killer del presidente Kennedy.Era un francese,membro della malavita di Marsiglia e presunto assassino su commissione.Ricordo che (ero molto giovane ed ingenuo,allora)per alcuni giorni pensai che finalmente il tempo aveva fatto giustizia del complotto lasciando finalmente emergere la verità.tra poco tutto sarebbe stato chiaro,i killer,i mandanti,il movente.Infatti di li a poco tutto fu chiaro.Il "killer",che tra l altro nel novembre del 1963 era poco più che adolescente,all epoca dell omicidio di Dallas stava in realtà prestando servizio militare in marina.Allarmato (e un pò divertito) per il clamore suscitato intorno al suo nome,l uomo ( un malavitoso di mezza tacca) si era affrettato a produrre testimonianze che avevano sgonfiato il caso facendo fare ai reporter britannici una meschina figura.Ricordo la mia delusione ; il mistero continuava. Qualche anno dopo,leggendo ed informandomi compresi che il vero,unico e solo killer del presidente Kennedy era Lee Harvey Oswald.Impossibile? non più del fatto che un certo Gavrilo Princip con due colpi di pistola a Sarayevo abbia determinato i destini dell intero XX secolo.In quel caso però il complotto (ordito dai servizi serbi e dall organizzazione terroristica "la mano nera") c era.Infatti è venuto alla luce.A distanza di anni rimangono nell ombra solo le cospirazioni inesistenti.
carmelo pugliatti
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20/04/2004 20:13

Proprio così.E il gioco più bello,per i complottistiè quello di ipotizzare su complotti inesistenti
Diego Verdegiglio
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21/04/2004 02:07

Bah...che dire... mi cascano le braccia...

DOSSIER KENNEDY


di Giorgio Bongiovanni



MAGNICIDIO

Il sacrificio di John Kennedy

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”. A pronunciare queste frasi fu il giudice Giovanni Falcone, ucciso da Cosa Nostra, la mafia siciliana, il 23 maggio del 1992. Erano ormai trascorsi 18 anni dalla morte di John Fitzgerald Kennedy e Giovanni, come John, stava imboccando l’arduo sentiero della lotta per la giustizia che lo avrebbe portato a diventare martire. E profeta della sua morte. L’immenso potere della mafia, collegato a poteri occulti e deviati dello stato, lo stesso che lui aveva servito con onestà e fermezza, riuscì ad assassinarlo perché lui era solo. Solo come John Kennedy, il presidente della nazione più potente del mondo che non avendo i necessari appoggi, sostegni, alleanze è rimasto vittima di quei poteri che solo apparentemente erano a lui sottomessi.
Il dossier che presentiamo in queste pagine illustrerà nei dettagli l’implicazione della Cia, della mafia e di altri poteri economici nell’assassinio di Kennedy. Esporremo inoltre le motivazioni politiche che hanno portato il presidente alla morte e vedremo come la commissione Stokes o altre fonti autorevoli hanno conferito ufficialità alla tesi del complotto nell’omicidio di Dallas. Un recente sondaggio dimostra che oltre il 60% dell’opinione pubblica americana non crede alle conclusioni presentate dalla Commissione Warren, secondo la quale l’uccisione del presidente è da attribuire al gesto di un individuo isolato, ma pensa si tratti di una cospirazione. Il noto giornalista e autore Gianni Bisiach, del quale ci onora l’amicizia e del quale vantiamo la collaborazione, è stato tra i primi giornalisti italiani ad indagare sulla morte del presidente Kennedy e forse l’unico a spiegare, tramite il film “I due Kennedy” (1969) e il libro “Il Presidente - la lunga storia di una breve vita”, il complotto mafia -Cia - petrolieri - grandi industriali in relazione ad essa. Il lettore scettico potrebbe guardare con diffidenza a tali considerazioni ed è questo il motivo per cui, in conclusione alle indagini presentate, abbiamo riportato il Rapporto finale della commissione Stokes, il Select Committee on Assassination of the U.S. House of Representatives, che conferma quelle che fino al 1979 potevano sembrare solo teorie. Lo stesso ex direttore della Cia William E. Colby, morto in circostanze misteriose, ha ammesso, durante la presentazione del libro di Gianni Bisiach, che la Central Intelligence Agency ha collaborato con la mafia, pur escludendo categoricamente la sua partecipazione nell’assassinio Kennedy.
Ma come è possibile spiegare la figura di John Kennedy dal punto di vista spirituale? John Fitzgerald Kennedy era figlio di Joseph Kennedy, plurimiliardario, il cui nome appariva nella lista delle 50 persone più ricche d’America. Era pertanto membro di quelle famiglie occulte (vedi “Terzomillennio” n° 4) che gestiscono il potere economico nel mondo e che quindi influenzano i movimenti politici per tutelare gli interessi del potere che rappresentano e continuare ad esercitare il proprio dominio sul mondo. John era figlio di un miliardario che, mentre esercitava la carica di ambasciatore a Londra, non prese mai una netta posizione contro Hitler o Mussolini e si batté affinché l’America non prendesse parte al secondo conflitto mondiale che avrebbe potuto compromettere gli
interessi del suo Paese. John era quindi un ragazzo dell’alta società, nato e cresciuto nella ricchezza, lontano dai problemi del mondo e, apparentemente, da quei valori spirituali e altruistici che vanno a scontrarsi con le idee di predominio e di potere assoluto al quale mira il clan delle famiglie economiche. E’ infatti per ragioni di prestigio e di potere che il padre Joe lo spinse a diventare presidente e agevolò, “con ogni mezzo”, la sua carriera politica. Ma una volta conquistato il titolo di capo degli Stati Uniti John tradì le aspettative del padre che sperava in un figlio che governasse l’America allo stesso modo in cui l’avevano governata altri presidenti democratici. Cosa successe a John Kennedy? E’ possibile paragonarlo a Paolo che fu folgorato sulla strada di Damasco? Già prima di assumere la massima carica della politica statunitense, John, detto Jack, iniziò da senatore la sua battaglia contro la criminalità organizzata, affiancato dal fratello Robert. Una volta raggiunta la Casa Bianca e consolidato il suo potere decise di intraprendere una politica pacifista basata sull’uguaglianza sociale e sulla cooperazione con gli altri governi della terra. Per quanto riguarda la vita privata, non abbandonò mai il lusso e, nonostante amasse la moglie e i figli, ebbe più d’una relazione extraconiugale. La più conosciuta è sicuramente quella con Marilyn Monroe basata, a nostro avviso, su un sentimento profondo e misterioso. Non è certo un caso che la Monroe sia morta in condizioni sconosciute e in molti si sono chiesti quali segreti potesse nascondere l’amante del presidente degli Stati Uniti e di suo fratello Bob. Era a conoscenza di informazioni occultate dal governo americano? Ma, nonostante i suoi difetti umani, nella vita politica, in quella che lui considerava una missione, John cercò di mantenersi sempre coerente. L’errore commesso a Cuba gli fece comprendere l’importanza di evitare qualsiasi compromesso diplomatico e di agire secondo i piani da lui stabiliti. E’ in questo momento che il suo spirito scelse di mettere in atto un programma superiore e Jack diede una svolta decisiva alla sua politica. Dichiarò di voler porre fine alla guerra nel Vietnam, appoggiò attivamente la battaglia di Martin Luther King a favore dell’uguaglianza sociale, impose nuove tasse agli industriali e, affiancando la battaglia del fratello Bob, ministro della giustizia, sferrò uno dei più potenti attacchi governativi mai registrati nel corso della storia contro Cosa Nostra. E’ da sottolineare che negli anni ‘60 e ‘70, la mafia americana possedeva un potere immenso, paragonabile a quello dell’odierna mafia siciliana. Fu in seguito alla politica di Kennedy che la Cia e l’Fbi si impegnarono nella lotta contro la criminalità organizzata diminuendone fortemente il potere ma senza mai riuscire a distruggerla. Le cinque famiglie mafiose americane esistono tutt’oggi. John Fitzgerald Kennedy intraprese quindi una politica basata sulla vera giustizia, sulla vera democrazia, sull’unione tra i popoli partendo da un’operazione di “pulizia” all’interno degli organismi governativi posti sotto la sua diretta responsabilità. Certamente né lui né Bob avrebbero mai potuto immaginare che la malavita organizzata sarebbe riuscita ad infiltrarsi fino ai più alti vertici della struttura governativa e che sarebbe riuscita a corrompere anche alcuni dei loro più stretti collaboratori, tra i quali lo stesso Johnson.
Kennedy si rese quindi strumento di una forza superiore, lottò per il miglioramento dell’attuale società e sacrificò la propria vita per un ideale di giustizia. Nello stesso periodo, anche Papa Giovanni XXIII si impegnò in una battaglia per gli stessi ideali e, durante la crisi di Cuba, rivelò allo stesso Kennedy e a Krusciov il testo del Terzo Segreto di Fatima. Nel 1963, l’umanità intera si trovava di fronte alla straordinaria possibilità di instaurare nel mondo un nuovo governo di pace e di solidarietà tra i popoli e di lasciarsi finalmente alle spalle un passato fatto di guerre, ingiustizie, sofferenza e paura. Ma il 22 novembre di quell’anno gli spari che echeggiarono a Dallas fecero crollare il sogno di un futuro migliore e il mondo ritornò nell’abisso dal quale, per un attimo, era riemerso. L’umanità, per l’ennesima volta, rifiutò l’invito al cambiamento rivolto dalla dimensione superiore attraverso la missione di Kennedy, Krusciov e Papa Giovanni.
Il cammino si fa sempre più difficile ma l’esempio di chi continua a lottare a favore della vita deve far riscoprire in noi la speranza di poter raggiungere la Nuova Frontiera in cui Kennedy aveva così fermamente creduto. Ma se questo tempo sarà testimone di nuovi martiri la speranza di poter effettuare un cambio all’interno della comunità mondiale si farà sempre più debole e l’unica certezza che rimarrà sarà quella del ritorno di Gesù Cristo.
E come avrebbe voluto dire Kennedy il 22 novembre del 1963 in un discorso che scrisse ma che non riuscì mai a pronunciare, “In questi giorni riuniamoci nei templi dedicati al culto e nelle case illuminate dagli affetti familiari per esprimere la nostra gratitudine per i gloriosi doni di Dio, e preghiamo con fervore e umiltà affinché Egli continui a guidarci e sostenerci nelle grandi opere incompiute di conseguire la pace, la giustizia e la comprensione fra tutti gli uomini e le nazioni, e di porre fine alla miseria e alle sofferenze dell’umanità”.

Esiste una teoria, per la quale simpatizziamo, che vede tra i moventi dell’omicidio di Kennedy la sua intenzione di rivelare informazioni top-secret relative all’esistenza di civiltà extraterrestri nell’universo. Secondo l’investigatore Salvador Freixedo, autore di numerosi libri tra i quali “Videntes” o “Visionarios”, “quando Kennedy salì alla presidenza, la sua relazione con gli esseri provenienti da altre parti del cosmo (quelli denominati ‘grigi’) fu talmente intensa da sembrare una fiction, nonostante vi siano molti fattori che ne provano la veridicità”. Qualcuno sostiene addirittura che Marilyn Monroe sarebbe stata uccisa dai servizi segreti perché minacciò di rivelare alcune informazioni segrete sulla realtà extraterrestre che le erano state riferite da John e dal fratello Bob. I fratelli Kennedy sarebbero rimasti turbati dall’accaduto e John avrebbe affermato che “lo stesso ufficio del Presidente viene usato per sovvertire i diritti dei cittadini, ed è mio diritto renderlo noto”. Per togliere potere ai servizi d’intelligence avrebbe quindi deciso di rivelare i segreti sugli UFO. Queste informazioni sono state confermate dall’ex agente della Cia e pilota aeronautico John Lear. L’ufficiale della Marina statunitense Milton William Cooper gli avrebbe raccontato di aver visto i documenti militari relativi agli oggetti volanti non identificati mentre si trovava a bordo del sottomarino dell’US Navy USS Tiru, nel 1966 e nel 1988 riportò tali notizie all’interno di un sito internet. Lo stesso Cooper riferì poi a John Lear che Kennedy sarebbe stato ucciso perché intenzionato a rendere nota la verità sugli UFO “e così il MJ-12 decise di farlo fuori”. Disse ancora di aver visto i documenti del MJ-12 che illustravano i piani per l’uccisione del presidente. Nello stesso anno, nel corso di una riunione di ex agenti dei servizi segreti statunitensi, Lear chiese ai colleghi se, su richiesta dei loro superiori, avrebbero accettato di uccidere il presidente degli Stati Uniti. Quattro persone risposero affermativamente. Sarebbe in seguito emerso un documento risalente al 3 agosto 1962 e redatto dalla Cia che riguardava Marilyn Monroe e la giornalista Dorothy Kilgallen (che fu assassinata dopo aver intervistato Jack Rubi). Secondo il documento, le due donne sarebbero venute a conoscenza di storie di misteriosi crash e cadaveri alieni e per questo assassinate. Un’ulteriore ipotesi è quella presentata, in data 22 giugno 1999 da “Il Messaggero”. Nelle pagine del quotidiano si legge: “Ottanta cartelle Top Secret sull’assassinio Kennedy, conservate per decenni negli archivi inaccessibili del KGB, ora finalmente dissigillate dal presidente russo Boris Eltsin per essere consegnate a Bill Clinton in nome dell’amicizia, della trasparenza e della fine della Guerra Fredda. […] nel dossier potrebbero esserci addirittura le prove della natura extraterrestre dell’assassinio di Kennedy. Il Presidente della ‘Nuova Frontiera’ avrebbe deciso nel 1962 di diffondere notizie documentate sull’esistenza di civiltà aliene nell’Universo, ed i “Marziani avrebbero risposto chiudendogli per sempre la bocca”.
Noi riteniamo sia molto probabile che Kennedy avesse avuto accesso ad archivi segreti riguardanti gli UFO e che fosse sua intenzione rivelare, con il tempo, la verità sulla realtà extraterrestre. Non pensiamo comunque che questa possa essere una delle motivazioni che abbiano spinto i suoi “nemici” ad assassinarlo. E’ vero però, che con la sua morte è stato sventato il pericolo che informazioni top - secret divenissero di dominio pubblico.




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JFK: sulle tracce degli assassini di A. Petrozzi e M. Loi

JFK: la lunga storia di una breve vita di M. Centofante

Intervista a Gianni Bisiach di G. Bongiovanni


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Diego Verdegiglio
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21/04/2004 09:54

NO COMMENT?

Scritto da: Diego Verdegiglio 20/04/2004 1.45

Kennedy e' morto l'11 settembre?

Materiale selezionato e raccolto da Alessandro Maiucchi
e-mail: a.maiucchi@libero.it
sito: http://maiucchi.supereva.it




Come vedete l'ho scritto io ;-)
In realta' sono appunti per il mio terzo romanzo... pero' dovete ammettere che - a livello di fiction - sono affascinanti :-)
Infine: credete davvero che l'11 settembre sia andato come hanno detto, con le istruzioni di volo in arabo e tutto il resto? Sarei felice di leggere qlcs di convincente a tale proposito (dopo anni, ora accetto la possibilita' che Oswald abbia sparato...)
Grazie :-)
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21/04/2004 14:31

Re: Leggete ancora...

Scritto da: Diego Verdegiglio 19/04/2004 19.54

Il segreto bipartisan

I due principali contendenti per la presidenza Americana sono entrambi membri della Skull and Bones, una delle più vecchie società segrete americane. Perché questo non è uno dei principali argomenti di questa elezione?
Mr. Russert: Eravate entambi membri della Skull and Bones, una società segreta di Yale. Che può dirci a proposito?
Senatore Kerry: Non molto perchè è segreta.— Meet the Press, August 31, 2003

Mr. Russert: Eravate entrambi membri della Skull and Bones.
Presidente Bush: E' così segreta che non possiamo parlarne. — Meet the Press, Taped on February 7, 2004




Non vi fa nessun effetto? E' come se (come se?) i due candidati alle prossime elezioni fossero iscritti a una P2 ancora piu' potente, e rispondessero che non ne possono parlare...
Voi siete tranquilli?
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21/04/2004 14:42

No, non sono tranquillo.
Pensate che stavo addentando or ora una mela e ho trovato dentro un microchip... Si sarebbe installato nella mucosa gastrica e avrebbe trasmesso informazioni su di me a un server della California, controllato dalla Cia...
Se poi continuerò a difendere "Loro" e il Governo non mi faranno niente, altrimenti diffonderanno tramite la capsula un veleno a rilascio ritardato nel mio corpo, uccidendomi lentamente: sembrerà morte naturale, e io sarò solo l'ultimo di una INCREDIBILE lista di nomi (vi ricordo Minoli?) di persone che hanno avuto a che fare col caso Kennedy (e non ditemi che io non sono con le mani in pasta nel caso Kennedy) e che hanno perso la vita in circostanze misteriose.

Attenti alla mele!

[Modificato da Federico Ferrero 21/04/2004 14.43]

Federico Ferrero
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21/04/2004 14:51

Re:

Scritto da: Federico Ferrero 21/04/2004 14.42
No, non sono tranquillo.
Pensate che stavo addentando or ora una mela e ho trovato dentro un microchip... Si sarebbe installato nella mucosa gastrica e avrebbe trasmesso informazioni su di me a un server della California, controllato dalla Cia...

Attenti alla mele!

[Modificato da Federico Ferrero 21/04/2004 14.43]




Ironia della sorte, ho scritto un racconto simile a questo, dal titolo W.H.O. ;-)
E' possibile avere una risposta seria, oppure devo dedurre che dice la verita'?
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21/04/2004 16:15

l arte si confonde con la vita,o la vita come opera d arte?[SM=g27833]
carmelo pugliatti
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21/04/2004 17:15

... è la verità.
Federico Ferrero
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21/04/2004 21:01

Bellissimo!Siamo nel surreale puro:un pò di aria fresca e divertente,finalmente,dopo tanto ciarpame!
Diego Verdegiglio
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