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Effetto Jet

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2007 17:38
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17/02/2007 02:10

Caro Luca,
grazie per il Suo cortese messaggio nel mio spazio e mi spiace molto che Lei non abbia ancora potuto leggere il mio libro, forse avremmo trovato vari argomenti di discussione. Non entro nel merito del Suo studio di fisica sull'effetto jet, ma tengo a precisarLe alcune cose fondamentali:
1) Il movimento della testa di Kennedy (prima in avanti ai fotogrammi 313-314 e poi violentemente indietro)non fu dovuto solo a leggi fisiche, ma ANCHE a fattori neurofisiologici di cui Lei mi pare non tenga conto. L'impatto del proiettile in entrata alla sommità dell'occipite (sul fatto che quello fosse un foro di entrata non esistono dubbi: l'autopsia rilevò la classica "svasatura a becco di flauto" d'ingresso sul tavolato cranico, con uguale svasatura di uscita e scoppio della teca cranica sull'osso parieto-frontale destro)fu causa di una violenta decerebrazione, con conseguente inarcamento dei muscoli dorsali, analogamente a quanto già provato in letteratua medico-legale (si vedano i casi di decapitazioni, impiccagioni, ferite mortali in guerra ecc). Da questi due movimenti contrastanti della testa di Kennedy derivano gli spruzzi di sangue: gli autisti e i coniugi Connally furono per primi ricoperti di sangue, materia cerebrale e frammenti ossei (si leggano le loro testimonianze)e subito dopo lo furono sia la First Lady che i poliziotti di scorta sul retro, compreso l'agente del Servizio Segreto Clint Hill che cercava di arrampicarsi sulla parte posteriore della vettura. Il fatto che Kennedy si inclinasse a sinistra, secondo uno studio dell'HSCA e la testimonianza della stessa Jackie, pare fosse dovuo ANCHE al fatto che la First Lady attirasse nelle sue braccia il marito dopo essersi accorta del secondo colpo sparato da Oswald, che aveva ferito il Presidente Kennedy e Connally all'incirca ai fotogrammi 223-224 del film di Zapruder. Contemporaneamente al colpo alla testa, l'autista Greer accelerò bruscamente per sottrarsi ad altri colpi e dirigersi verso l'ospedale. Alcuni analisti vedono in questa accelerazione (che quasi impedì all'agente Hill di aggrapparsi alla maniglia del bagagliaio per salire sul cofano posteriore, come riporta William Manchester) una delle possibili concause che in qualche modo contribuì al movimento del corpo del presidente verso dietro. Il fattore VENTO (che soffiava molto forte nella piazza: in Houston Street un polizotto motociclista testimoniò di essere stato quasi sbalzato dalla moto e nel mio libro pubblico la foto di Jacqueline che tiene con una mano il suo cappellino per impedire che voli via. Si veda anche nei film il garrire tesissimo, in senso contrario al moto della vettura, delle bandierine sui parafanghi della limousine presidenziale) può aver contribuito a che lo spruzzo sanguigno raggiungesse non solo il bagagliaio posteriore, ma anche i poliziotti di scorta e alcuni spettatori che sostavano sul ciglio di Elm Street. Nel mio libro paragono l'effetto dello spruzzo di sangue di Kennedy alla parabola di 180° che può descrivere uno spruzzo d'acqua in una persona con i capelli lunghi che immerga la testa in acqua verso avanti, e subito dopo la sollevi di scatto dall'acqua, mandando le chiome velocemente indietro. Esiste una bellissima foto di una ragazza indiana che fa questo movimento in un fiume: il fotografo ha fissato la parabola dell'acqua che fuoriesce dai capelli in uno spruzzo ad arco, dal davanti verso la schiena.
2) Recenti ricostruzioni computerizzate tridimensionali, basate sui vari film dell'attentato, provano che la posizione dell'auto e dell'allinamento dei corpi nell'auto rispetto alla finestra di Oswald, nonché l'allineamento delle ferite nelle ricostruzioni filmate dell'FBI fatte dalla strada e dalla finestra, sono compatibili SOLO con colpi derivanti dall'angolo del sesto piano del deposito di libri (la "finestra di Oswald", appunto).
3) La posizione del cranio di Kennedy nel momento in cui fu colpito è determinante per capire l'angolo di penetrazione. La testa più o meno dritta o ruotata in basso o in alto o inclinata verso destra o sinistra è un fattore che determina la traiettoria di entrata, passaggio e uscita del proiettile in alcuni punti e non in altri. Durante una conferenza con tutti i primari di medicina legale di Roma, da me tenuta all'Università Cattolica "Gemelli" nel 1998, fu infatti paragonato l'angolo di ingresso nel cranio di Kennedy (che è stato possibile ricostruire in base a foto e film, nonché ai documenti autoptici)al caso della studentessa Marta Russo, uccisa da un colpo di pistola al cranio sparato da una finestra dentro l'Università La Sapienza di Roma. Durane la conferenza mi fu mostrato il foro d'ingresso nel cranio di Marta Russo.
4)I frammenti, le pallottole e i bossoli recuperati a Dallas escludono che nell'attentato a Kennedy sia stata usata un'arma diversa da quella rinvenuta fra gli scatoloni al sesto piano del magazzino di libri("AD ESCLUSIONE DI OGNI ALTRA ARMA")e con certezza acquistata da Oswald nel marzo 1963, sotto il falso nome di "Hiddel", quando neanche lo stesso Kennedy aveva minimamente immaginato che in autunno sarebbe andato in Texas.
4) Non esiste la minima prova che siano stati trovati nei corpi o nell'auto frammenti o resti di munizioni diverse da quelle Western Cartridge calibro 6,5 full metal jacket sparate dal Mannlicher Carcano acquistato da Oswald. Non esistono testimonianze di persone che abbiano visto qualcuno sparare sul corteo presidenziale da luoghi che non fossero il sesto piano del magazzino librario nel quale lavorava Oswald. Non esiste nessuna prova di estranei presenti nel magazzino librario subito prima o durante l'attentato. Nessuno testimoniò di aver visto Oswald fra le 12,15-12,20 e il momento dell'attentato. Non esiste nessuna prova che colleghi di Oswald siano stati suoi complici o abbiano usato la sua arma contro il presidente Kennedy. Non esiste nessuna prova che al sesto piano del magazzino librario vi fosse qualche impiegato o operaio del deposito fra le 12,15-12,20 e il momento dell'attentato.
5) Discordanze sorsero fra i medici che videro le ferite di Kennedy sull'esatta collocazione delle stesse, ma l'analisi delle foto e delle radiografie effettuata dall'HSCA nel 1978 ha permesso di convalidare la descrizione della necroscopia effettuata dai patologi militari Humes, Boswell e Finck. Per quanto essa non fosse stata eseguita con tutti crismi della patologia legale più moderna(nel 1963 ancora piuttosto non nettamente distinta dalla anatomopatologia), le sue pecche non erano tali da inficiarne la sostanza, riguardante la determinazione della direzione d'ingresso dei colpi, dei loro effetti e della causa di morte.
Sarò lieto di discutere con Lei ulteriori dettagli. La saluto cordialmene. Diego Verdegiglio
Diego Verdegiglio
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