00 30/10/2006 14:22
Nelle risposte del direttore di Repubblica Vittorio Zucconi di oggi (30 ottobre) un esempio del fatto che anche chi non ha studiato il caso in profondità può avvicinarsi con ragionevolezza agli eventi storici. Rispondendo a un lettore, incredulo di fronte alla sua non-aderenza alle ipotesi di Jim Garrison, Zucconi scrive ciò che segue. Ossia parole di buon senso.

Il fucile italiano, Carcano modello '91 (1891), era nuovo di zecca, anche se il modello era vecchio, ma perfettamente letale. I fucili della Prima Guerra uccidevano ottimamente, come dimostrano i risultati, e quelli azionati da otturatore a mano sono ancora oggi preferiti dai cecchini perchè più affidabili di quelli automatici o semi automatici. Le tesi del procuratore Garrison sono state esaminate, studiate, analizzate da centinaia di ricercatori e non sono mai state giudicate credibili, anche se in esse c'erano elementi reali. In sostanza: io non sposo in pieno il rapporto Warren, ma non ho ancora trovato una spiegazione alternativa a quella dell'assassino solitario che sia più credibile. Sono stato a Dallas dozzine di volte, ho provato a ricostruire con l'immaginazione quel giorno, affacciandomi alla finestra dalla quale sparò Oswald, che è molto più vicina alla strada di quanto sembri nelle riprese fatte con l'obbiettivo grand'angolare, ho cercato di leggere tutto il leggibile (serio) sull'argomento e ho intervistato persone che erano presenti, nel luogo e nel giorno del delitto e sempre al punto di partenza mi sono ritrovato: un complotto ci fu, ma non per uccidere JFK, ma per chiudere in fretta un'inchiesta su un delitto che la Casa Bianca era allora convinta portasse a Castro e, di conseguenza, a Mosca, con potenziali conseguenza catastrofiche. Anche il Cremlino era terrorizzato all'idea che quell'Oswald, che aveva vissuto in Urss, potesse essere fatto risalire a loro o a una vendetta del loro amico Castro, che aveva subito ripetuti tentativi di assassinio da parte della Cia. Mi dia ascolto: smetta di guardare il film di Stone. Come tutte le teorie complottiste, mescola abilmente pezzetti di fatti a pura fiction, come la scena della "gola profonda" che rivela la verità a Garrison, interpretato da Donald Sutherlalnd. Dieci volte bastano.
Federico Ferrero