00 24/11/2006 20:49
In tutti questi anni mi sono spesso chiesto se, per chi crede invariabilmente all'esistenza di cospirazioni nei grandi avvenimenti storici, ci sia stato un caso in cui un accadimento fosse il risultato di un'azione casuale (vale a dire: dal caso fortuito, quello indipendente dall'uomo, all'azione avulsa da ogni contesto di un singolo).

In altre parole: esiste, per i sostenitori delle cospirazioni, la possibilità che un avvenimento pregnante della storia sia accaduto senza l'intervento di una macchinazione? Se sì, quale?

In quale o quali occasioni si può dire che la tal cosa sia accaduta per caso o per coincidenza, o che Tizio sia morto di infarto o di incidente? Da Alessandro Magno ad Arafat esistono dei personaggi storici la cui morte non naturale sia attribuibile a qualcosa di diverso se non a un assassinio premeditato per mano di poteri occulti?

Perché se la risposta fosse no (e, ho constatato negli anni, da King a Bob Kennedy a Rabin a Giovanni XXIII, da Napoleone a Moro a Gandhi a JFK, da Trotsky a Lennon a Pacciani a Jack the Ripper, dalla Monroe a Presley ad Hailé Selassié la risposta è invariabilmente no) bisognerebbe concluderne che l'uomo illustre è, per definizione, immune dalla vulnerabilità dell'uomo comune. Non si può ammalare di tumore, non può patire ictus o aneurismi o infarti, non può essere vittima di incidenti aerei o stradali.

Mi chiedo a quali condizioni chi crede a cospirazioni potrebbe accettare un presidente morto di malattia o, per esempio, per preso di mira da un pazzoide (di quelli che popolano la cronaca da tempi immemori).
Federico Ferrero