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UN TENTATIVO DI CONCLUSIONE

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2005 14:35
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23/06/2005 23:22

(Apro un nuovo topic, visto che in quello in cui stavo ora si parla d'altro).

Fino a pochi mesi fa non avevo mai approfondito nel dettaglio il caso Kennedy. Lo avevo già "risolto", per quel che mi riguardava, per altre strade. Ciò che ho scoperto qui, strada facendo, non ha fatto che confermare la mia convinzione.

Il primo paradosso è questo: sono stato costretto ad approfondire i dettagli tecnici come condizione postami dai responsabili di questo forum, per poter partecipare "in maniera preparata" alle discussioni, solo per scoprire che man mano che ponevo delle questioni imbarazzanti, gli stessi personaggi che mi avevanmo invitato a "studiare" o alzavano polveroni indegni di una seria discussione, oppure si dileguavano direttamente nel nulla, lasciando le questioni irrisolte.

Trascurando personaggi di minor valore dialettico, che più che altro fungono qui da "diversivo" nei momenti di dìfficoltà per la tesi ufficiale, bisogna notare che lo stesso Verdegiglio, "gran guru" riconosciuto di questa curiosa congrega autoreferenziale, è stato costretto a "lasciare" il campo più di una volta, utilizzando il classico "certo, hai ragione tu Massimo", che tanto voleva essere paternalistico nei toni, quanto nella sostanza permetteva al suddetto di svicolare. In sei mesi circa di frequentazione io non ho MAI abbandonato una sola discussione, pur essendo da solo a combattere, pur non valendone spesso la pena, e pur essendo stato io trattato spesso come certo non tratto io i miei ospiti, sul mio sito.

In tutto questo, l'unico che ha cercato in qualche modo di tenere il campo fino alla fine - forse per orgoglio, forse perchè tiene in particolar modo all'apparenza di questo suo forum - è stato Federico Ferrero. Per "tenere io campo", sia chiaro, io intendo usare armi legittime come il ragionamento logico, e non trucchi di bassa lega come la continua provocazione, l'ironia fuori luogo, o l'attacco ad personam. Altrimenti, il campo è stato certo "tenuto" a meraviglia dai suddetti gregari.

Federico invece è rimasto nelle regole, anche se lo ha fatto, va detto, in maniera ambigua, comparendo e scomparendo in continuazione, e giocando con le parole ai limiti dell'accettabile (ma anche quello ha un suo fascino, nella dialettica), forse perchè convinto che la carta dello sfinimento, già in passato rivelatasi utile con altri, avrebbe funzionato anche con me.

Io però l'avevo avvisato fin dall'inizio, che la mia resistenza non fa che aumentare con i tentativi di sfiaccamento da parte altrui, e avevo anche avvisato che io cerco sempre di usare le parole per quello che significano: se dico che "ho mille volte più pazienza di te", intendo semplicemente dire che ho mille volte più pazienza di te. Non intendo dire altro.

Comunque sia, la mia pazienza da una parte, e una certa dose di correttezza dialettica, che a Federico riconosco, dall'altra, hanno permesso di arrivare ad una conclusione che io valuto tutt'altro che insignificante.

Che poi gli altri vogliano vederla in questi termini, ovviamente, dipende tutto dalla loro voglia effettiva di cercare la verità. Per fortuna la Logica è una soltanto, e finchè qualcuno non confuti in termini logici ciò che vado a dire, questo rimane valido a tutti gli effetti. Con tutte le conseguenze, quindi, che esso comporta.

Ripeto, a proposito del fatto chi io usi le parole per quello che significano e basta: per fortuna la Logica è una soltanto, e finchè qualcuno non confuti in termini logici ciò che vado a dire, questo rimane valido a tutti gli effetti. Con tutte le conseguenze, quindi, che ciò comporta.

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Alla luce dei fatti, e nel pieno rispetto del significato delle parole, è risultato che:

1 - La "tesi" della Commissione Warren - che Oswald agì da solo - è del tutto arbitraria, nel senso che la stessa Commissione non fornisce poi nemneno una descrizione completa di come ciò sarebbe avvenuto. Tanto è minuziosa nell'elencare le prove contro Oswald, quanto diventa vaga e fumosa nel risolvere l'intero attentato con tre proiettili soltanto. (Come dire: Il ladro di polli è stato lui, perchè ha ancora le penne infilate da tutte le parti. Come abbia fatto a saltare l'altissima rete del pollaio non lo sappiamo, ma in qualche modo deve averlo fatto).

A rigor di termini, quindi, quella della Warren rimane una semplice ipotesi, che è tutta ancora da verificare. Ma la differenza fra tesi ed ipotesi è enorme, ed in questa sede non ci si può pernettere di ignorarla.

2 - Se si provi davvero ad esaminare le possibilità pratiche dell'assassinio con soli tre colpi, ci si riduce a dover ipotizzare un primo sparo intorno a Z160, con conseguente deviazione del proiettile da parte di un ramo della quercia. Come tutti sappiamo, a causa del ferimento di Tague, non ci sono altre possibilità.

3 - Parimenti, sappiamo anche che il proiettile che colpì il cemento del marciapiede accanto a Tague non lasciò tracce di rame. Era quindi o un proiettile senza camiciatura, oppure, se l'aveva, arrivò già scamiciato, almeno in parte.

4 - Nell'ipotesi quindi che questo colpo sia partito dal fucile di Oswald, l'unica possibilità è che il proiettile si sia scamiciato dopo la deviazione sulla quercia (che sia avvenuto sul ramo stesso è escluso categoricamente, oltre che dal buon senso, da esperti di grande prestigio portati dallo stesso Verdegiglio) e prima di impattare il cemento accanto a Tague.

5 - Questo lascia soltanto la possibilità di una scamiciatura, parziale o totale, avvenuta in un seconda deviazione sull'asfalto stesso del percorso della motorcade. Altro di mezzo, a giudicare dai mille documenti visivi a disposizione, non c'era.

6 . Sappiamo anche - sempre grazie al buon senso e al responso complessivo di svariati esperti - che una deviazione di quel genere (una quarantina di gradi almeno) su uno di quei teneri rami, liberi di oscillare, è teoricamente possibile, ma tutt'altro che probabile. Nella stragrande maggioranza dei casi, ci si aspetta che sia invece il ramo a spostarsi, mentre il proiettile prosegue con una deviazione minima, oppure che il ramo si spacchi del tutto, a seconda del punto del suo asse in cui viene colpito.

7 - In ogni caso, siamo all'interno di un'ipotesi molto sottile, che si inserisce a sua volta in quella altrettanto sottile di una scamiciatura avvenuta con un impatto inferiore all'angolo critico (cioè un vero e proprio "rimbalzo" del proiettile lungo l'asfalto della strada).

8 - In assenza di esperti che confermino che ciò possa davvero avvenire, riconosciamo almeno questa come un'altra possibilità teorica. E' però noto come, nel calcolo probabilistico, le percentuali vadano moltiplicate l'una con l'altra, e questo ci lascia con un'ipotesi complessiva assolutamente risibile dal punto di vista probabilistico.

9 - Se poi si moltiplica questo fattore per le altre decine e decine di "possibilità" tirate per i capelli nel caso Kennedy - una per tutte, il fatto che Connally ricordi il momento errato in cui sentì di essere colpito - ci si trova più che altro a giocare con le parole.

10 - In teoria, è forse possibile che Oswald abbia agito da solo. Ma nella realtà sembra veramente molto, ma molto, ma molto difficile che ciò sia avvenuto. Ripeto, non uso la parola impossibile solo per un rispetto formale del calcolo probabilistico.

Ma da qui a sostenere che sia "provato che Oswald agi da solo", ce ne passa.

ATTENZIONE: Questo ragionamento non vuole concludere che le cosiddette prove contro Oswald siano "valide" oppure "falsificate". Questo ragionamento prende semplicemente atto di fatti noti e da tutti riconosciuti, quali la tempistica dell'evento stabilita grazie a Zapruder, o gli elementi effettivi riscontrati sul campo, come la presenza della quercia piuttosto che il maricapiede scheggiato.

Si chiede quindi di confutare questo semplice ragionamento (oppure implicitamente di accettarlo), senza ricorrere al logoro trucco della "fallacia del piano inclinato", secondo la quale "ma allora questo vuol dire..". Questo vuole dire semplicememte quello che vuole dire: che nella stessa ipotesi di uno sparo a Z160 ci sono ben due improbabiltà di alto grado, che si moltiplicano - negativamente - in base al calcolo probabilistico. E che questa cifra negativa va a sua volta a moltiplicarsi per le tante altre improbabilità riscontrate durante l'analisi dei vari aspetti del caso Kennedy.

Sarebbe quindi onesto, da parte di chi sostiene la cosiddeetta "tesi Warren", correggere prima di tutto quel termine in "ipotesi", e poi chiarire meglio che tanto le prove ufficiali portano a Oswad come colpevole unico, quanto risulta altamente improbabile, all'atto pratico, che egli abbia agito da solo.

Oppure, se vogliamo usare percentuali da "modo di dire", possiamo affermare che Oswald ha forse una probabilità su millle di esser stato l'unico a sparare quel giorno, se mai lo fece. Questo di certo accontenterà molte persone, che non hanno bisogno di altro per venire a termini con il doloroso evento. E nessuno nega loro il diritto di crederlo, purchè riconoscano con onestà che a questo punto ci sono novecentonovantanove probabilità su mille che a Dallas abbia invece agito più di uno sparatore.

Non mi sembra di chiedere una cosa fuori dal mondo, soprattutto se è vero, come si sostiene, che siamo tutti alla ricerca della stessa verità.

Massimo Mazzucco

[Modificato da mazzucco3 23/06/2005 23.33]

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