Il Forum di johnkennedy.it Il forum sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy

Interessantissime considerazioni sulla morte di JFK.

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    carmelo pugliatti
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    00 18/05/2006 19:31
    Interessanti ed estremamente condivisibili considerazioni sulla morte di JFK,evento catastrofico che rafforzò la sinistra radicale. http://commentary.org/article.asp?aid=12105047_1
    carmelo pugliatti
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    carmelo pugliatti
    Post: 985
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    00 18/05/2006 19:43
    Traduco uno dei passi più significativi: "Altretanti osservatori hanno notato, come la morte di Kennedy abbia in qualche modo dato nuova energia agli impulsi più estremi della sinistra; non solo le idee della sinistra progressista,ma addirittura quelle della della sinistra rivoluzionaria .rappresentata da Marx, Lenin, Mao, Ho Chi Minh e Castro,hanno goduto di grande influenza negli Stati Uniti . Entro il 1968, la sinistra più radicale stava assumendo la direzione delle università e delle dimostrazioni di protesta a sostegno di una miriade di cause estreme.È una delle ironie della storia che molti di quei giovani che nel 1963 reagirono con dolore profondo alla morte di Kennedy, solo pochi anni dopo anni erano divenuti sostenitori delle idee radicali che avevano motivato il suo assassino, Lee Harvey Oswald".
    carmelo pugliatti
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    carmelo pugliatti
    Post: 986
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    00 18/05/2006 20:19
    Ed ancora:"La breve Presidenza di Kennedy deve ricordarci quanto siano distanti le politiche liberali di quei giorni da quelle attuali.Le sue iniziative in politica interna,passate con pochi cambiamenti dopo la sua morte erano una legge sui diritti civili e un importante taglio delle tasse per stimolare l'economia.La legislazione sui diritti civili è ben nota,ma molti hanno dimenticato la riduzione delle imposte del ben 30%,con i tassi abbassati dal 91 al 65%,una misura che venti anni dopo avrebbe ispirato la politica fiscale di Ronald Reagan.Kennedy era inoltre un sofisticato anticomunista che capiva i meccanismi della guerra fredda.Il suo discorso inaugurale nel 1961 era interamente incentrato sulla politica estera e la sfida al comunismo.Come Presidente la sua vittoria più grande è stata il confronto con l'Unione Sovietica sui missili a Cuba,e l'aver costretto i Russi a rimuoverli.Egli era estremamente diretto nell'enunciare gli obbiettivi fondamentali dell'America:"lasciate che ogni nazione,sia essa amica o ostile, sappia che pagheremo ogni prezzo,sopporteremo ogni difficoltà,sosterremo ogni amico e ci opporremo a qualunque nemico per assicurare la sopravvivenza ed il successo della libertà",ed ancora "l'America è una città sopra un colle,un esempio ed un modello per il mondo intero".Malgrado sia oggi ricordato per il suo idealismo liberale Kennedy era in realtà un rappresentante di quel liberalismo pragmatico che caratterizzò la sua epoca - per il quale il progresso doveva essere realizzato non inseguendo utopici ideali,ma attraverso la razionalità e la conoscenza dei problemi della vita pubblica.Lo stesso Kennedy esprimeva spesso questi concetti e parlava dell'ignoranza e dell'estremismo come di nemici gemelli da combattere".
    carmelo pugliatti
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    !presidente!
    Post: 214
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    00 07/06/2006 11:14
    Ciò prova in parte quello che io andavo dicendo da tempo: da un certo punto di vista, JFK era un presidente diverso dagli altri, sia precedenti che successivi: ogni capo di stato Usa, secondo me, ha le "armi" in testa(vedi Bush padre e figlio, e forse anche Johnson, che veniva definito, come ho letto da qualche parte "senatore del pentagono"), ma Kennedy stava comprendendo il cambiamento del mondo qualche anno prima che avvenisse realmente (è avvenuto nel '68, come tutti sappiamo), basando la sua politica sulla "Nuova Frontiera". Il fatto che lui poi non sia riuscito completamente ad attuare le sue idee deriva anche dalle molte contraddizioni che ci sono nella società americana, anche xchè il suo maodo di fare, soprattutto nella politica estera, sembra che non fosse gradito neanche a qualcuno dei suoi collaboratori....
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    Stefano F.
    Post: 516
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    00 07/06/2006 13:43
    Non mi trovi d'accordo sulla questione armamenti. Anche Kennedy aveva " le armi in testa", soprattutto nucleari.

    Stefano
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    !presidente!
    Post: 215
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    00 07/06/2006 15:10
    Alcuni suoi collaboratori e anche presidenti successivi e precedenti ne avevano in testa più di lui...
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    Stefano F.
    Post: 517
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    00 07/06/2006 18:47
    Mi pare una affermazione troppo generica, e non penso che una persona informata come te posso dare sponda alle retorica simil veltronaina su JFK. Annunciata in campagna elettorale, e perpetrata durante la presidenza, la corsa agli armamenti di Kennedy fu di grande scala.
    Sempre durante la presidenza JFK, come alternativa ai paesi satelliti dell'URSS, si pensava di estendere l'influenza USA nel mondo, spezie il terzo mondo, e proporre un modello alternativo al comunismo.
    Stefano
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    carmelo pugliatti
    Post: 993
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    00 07/06/2006 19:20
    Cito a memoria dal discorso di insediamento di Kennedy :"soltanto quando le nostre armi saranno pronte e sufficenti al di là di ogni ragionevole dubbio saremo sicuri che al di là di ogni dubbio non verranno usate".Il famoso "non chiedete" voleva anche dire "siete disposti a pagare le tasse per costruire armi all'altezza della sfida all' Urss,ed eventualmente a sacrificare le vostre vite e quelle dei vostri figli se sarò necessario"? Kennedy non era un falco stupido e ottuso ,ma neanche una colomba.La moratoria agli esperimenti nucleari con l'Unione Sovietica avrebbe in ogni caso lasciato gli Stati Uniti in condizioni di superiorità,rendendo disponibili fondi che potevano essere impiegati per altri sistemi d'arma o per la controguerriglia (un pallino di JFK).Certamente Kennedy aveva fiutato un cambiamento,anzi lo auspicava,ma l'America che egli aveva in mente alla fine degli anni 60 era lontanissima da quella del 68,nata dal suo assassinio e dall'intervento diretto degli Stati uniti in Vietnam iniziato da Lyndon Johnson.I nuovi giovani americani che JFK aveva in mente per il SUO 1968 (se fosse vissuto) erano membri dei Corpi della Pace dediti a conquistare i cuori e le menti degli abitanti del terzo mondo ai i valori USA ,Berretti verdi combattenti implacabili della guerriglia comunista,Astronauti impegnati nell'esplorazione dello spazio e della luna,non certo Hippies,contestatori marxisti e radicali vari.
    carmelo pugliatti
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    !presidente!
    Post: 217
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    00 08/06/2006 13:50
    In effetti sono un pò infatuato della figura di JFK (magari non a livello di Veltroni), però magari chi sosteneva che con JFK, Kruscev e Papa Giovanni xxiii gli anni '60 iniziavano bene, non aveva tutti i torti. A me è sembrato che Kennedy facesse una politica distensiva verso l'Urss, magari stando sempre sul chi và là....forse ha ragione Arthur Schlesinger. "John Kennedy fu quasi grande..."
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    Stefano F.
    Post: 518
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    00 08/06/2006 14:11
    E lo so, caro !presidente!, la figura di Kennedy suscita tali infatuazioni, ma la sua figura è molto più complessa di quella trasmessa dal mito. Per niente siamo ancora qui a discuterne. E poi chi non ricorda sul caminetto della nonna il quadro con papa Giovanni e JFK ?!
    Ma la storia è un'altra cosa, la sua presidenza fu caratterizzata da massicci investimenti nel settore militare ( ho già riportato in altro post insieme a Carmelo alcuni dati), tali da indurre Chuscev all'azzardo dei missili a Cuba nel tentativo di riequilibrare il gap . Il disgelo con l'URSS fu avviato solo negli ultimi suoi mesi da presidente.

    Per Carmelo.
    Ricordiamo anche l'Alleanza per il progresso, ma credo di ricordare fosse indirizzata all'America latina.

    [Modificato da Stefano F. 08/06/2006 14.15]

    Stefano
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    !presidente!
    Post: 218
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    00 08/06/2006 18:25
    Non discuto gli investimenti militari, ma forse questi erano dovuti anche al fatto che lui poteva aver ascoltato i suoi collaboratori militari, fidandosi troppo di loro, magari. Infatti quando nel '62 non invase Cuba molti militari e personaggi dell'intelligence rimasero di bocca storta, xchè "L'irlandese cattolico" non aveva fatto quello che loro volevano. Naturalmente, anche JFK sapeva il fatto suo in tema di politica estera militare..
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    Stefano F.
    Post: 519
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    00 08/06/2006 23:40
    Il riarmo massiccio durante la presidenza Kennedy era fortemente indirizzato dal presidente stesso. Due erano i motivi che si prefissava chiaramente già in campagna elettorale: primo, sicurezza e sviluppo ottenuti con investimenti statali anche in gran parte nel settore militare. Secondo, sottrarsi all'unica risposta possibile in caso di conflitto con l'Unione Sovietica. Fino ad Eisenhower,per gli USA e la NATO l'unica risposta in caso di conflitto con i sovietici era la "rappresaglia massiccia" con missili nucleari strategici. A questo risposta, però, è facile comprendere con gli USA fossero, per così dire, impiccati. I sovietici poteva tirare la corda sempre un po' di più, sicuri che la democrazia USA ci avrebbe pensato più e più volte prima di scatenare una guerra nucleare senza vincitori. Vale scatenare la fine del mondo per qualche paese sperduto dell'Est o del Sud-est? E per un'altro pezzetto di Europa " preso" ancora dai comunisti? E per Berlino? Dobbiamo a JKF queste riflessioni, e la sua risposta , concretizzata dal suo consigliere militare Taylor, fu: creiamo la possibilità di una risposta "flessibile". La capacità militare, quindi, di una possibile risposta flessibile e proporzionata alla provocazioni e possibili minaccce sovietiche. Questo comportava massici investimenti militari per rinnovare e ammodernare la macchina militare USA, rendendola pronta ai diversi scenari tattici.

    [Modificato da Stefano F. 08/06/2006 23.44]

    Stefano
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    carmelo pugliatti
    Post: 994
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    00 09/06/2006 00:11
    Re:

    Scritto da: !presidente! 08/06/2006 13.50
    In effetti sono un pò infatuato della figura di JFK (magari non a livello di Veltroni), però magari chi sosteneva che con JFK, Kruscev e Papa Giovanni xxiii gli anni '60 iniziavano bene, non aveva tutti i torti. A me è sembrato che Kennedy facesse una politica distensiva verso l'Urss, magari stando sempre sul chi và là....forse ha ragione Arthur Schlesinger. "John Kennedy fu quasi grande..."

    Fu quasi grande soltanto perchè morì troppo presto.Sono certo che se fosse vissuto JFK sarebbe divenuto un grandissimo Presidente,ma non perchè era una "colomba" (non lo era affatto,ed in nessun modo avrebbe potuto esserelo anche per reazione all'accusa mossa al padre di essere stato favorevole all'"appeasement"
    con Hitler),ma perchè avrebbe saputo combattere il comunismo in modo nuovo ed intelligente.Con il sostegno alla decolonizzazione e coi corpi della pace attirava i paesi del terzo mondo nell'orbita Americana sottraendoli all'influenza sovietica,cercando di bandire i test nucleari nell'atmosfera manteneva da un lato la già acquisita superiorità Americana dall'altro liberava fondi da destinare ad altri tipi di armamenti o alla controguerriglia,sostenendo la sacrosanta crociata per i diritti civili (un pò timidamente però,secondo molti critici)toglieva efficacia alla propaganda comunista contro gli Stati Uniti e si attirava le simpatie delle nuove nazioni africane,invitando i giovani a servire il paese nel servizio civile ed in quello militare (poco conosciuto è l'impegno di JFK a questo proposito)incanalava l'idealismo e la voglia di impegno dei ragazzi disinnescando quelle spinte nichiliste e antisistema che sarebbero riemerse dopo la sua morte e con l'inizio della guerra in Vietnam.

    [Modificato da carmelo pugliatti 09/06/2006 0.38]

    carmelo pugliatti
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    carmelo pugliatti
    Post: 995
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    00 09/06/2006 00:19
    Re:

    Scritto da: Stefano F. 08/06/2006 14.11
    Per Carmelo.
    Ricordiamo anche l'Alleanza per il progresso, ma credo di ricordare fosse indirizzata all'America latina.

    [Modificato da Stefano F. 08/06/2006 14.15]


    Esatto."L'alleanza per il progresso" fu un modo intelligente di combattere le suggestioni castriste nell'America latina.Se avesse funzionato (e con Kennedy vivo ed alla Casa Bianca per otto anni,alla lunga probabilmente avrebbe funzionato)oggi non avremmo certo personaggi scomodi per gli Stati uniti come Chavez,Gutierrez o Lula.

    [Modificato da carmelo pugliatti 09/06/2006 0.20]

    carmelo pugliatti
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    carmelo pugliatti
    Post: 996
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    00 09/06/2006 00:36
    Re:

    Scritto da: Stefano F. 08/06/2006 23.40
    ..la sua risposta , concretizzata dal suo consigliere militare Taylor, fu: creiamo la possibilità di una risposta "flessibile". La capacità militare, quindi, di una possibile risposta flessibile e proporzionata alla provocazioni e possibili minaccce sovietiche. Questo comportava massici investimenti militari per rinnovare e ammodernare la macchina militare USA, rendendola pronta ai diversi scenari tattici.

    [Modificato da Stefano F. 08/06/2006 23.44]


    Enormi investimenti militari.Il riarmo voluto da Kennedy (e ricordato e difeso anche nel discorso che avrebbe dovuto pronunciare a Dallas in 22 Novembre del 1963)è paragonabile solo a quello di Reagan negli anni 80 (altre curiose analogie tra i due presidenti sono la stessa politica fiscale,fatta di massicci tagli alle tasse per rilanciare l'economia e le "guerre stellari" che per il Presidente Kennedy erano costituite dall'X-20 Dyna Soar,un mini shuttle orbitale che avrebbe sostituito l'U-2 come aereo spia,dal laboratorio spaziale militare MODS (poi MOL)e dalle capsule militari "Blue Gemini" per intercettazione,ispezione e neutralizzazione di satelliti sovietici,e come bombardiere orbitale,tutti progetti da portare a termine tra la metà e la fine degli anni 60.Questi programmi,uniti alla corsa alla luna ed al riarmo militare avrebbero probabilmente sfiancato l'economia Sovietica esattamente come accadde negli anni 80.Morto Kennedy fu invece il Vietnam a "sfiancare" gli Stati Uniti). P.S. Per i progetti spaziali militari dell'amministrazione Kennedy,poi non portati a termine a causa dei costi della guerra nel sud est asiatico si veda il divertente sito "Deep Cold". http://www.deepcold.com/deepcold/us.html
    carmelo pugliatti
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    "moris"
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    00 16/06/2006 11:49
    Senza dubbio, almeno inizialmente, la politica di jfk sulle armi è stata al centro delle sue attenzioni. Uno dei cavalli di battaglia della campagna del 60' fu appunto il gap missilistico anche se una volta presidente e dopo i colloqui con Eisenhower si rese conto che in realtà le cose stavano diversamente.
    La sua politica conservatrice è stata evidente credo fino a tutto il 1961 ed in parte il 1962,dopo ci fu un cambiamento.
    Sottolineo il suo impegno sulla messa al bando dei test nucleari anche se dovette alla fine accontentarsi di un blando compromesso con i russi. Riguardo al Vietnam io voglio basarmi sui dati oggettivi senza ipotesi sui se... ed i ma...
    E' documentata la sua intenzione di un piano di ritiro triennale entro il 1965 ed il piano di ritiro di 1000 "consulenti militari" entro la fine del '63. Con il colpo di stato e l'uccisione di Diem più o meno approvata e conosciuta da jfk si sperava in un governo vietnamita più responsabile ed in grado di vincere la guerra. Kennedy sapeva bene che il rischio di una nuova Corea era reale e voleva evitare un coinvolgimento. Dai 16000 consiglieri con jfk presidente (anche se si è partiti da 1000 con lui) si è arrivati a mezzo milione con LbJ! Questi sono dati reali. E' vero che le circostanze sono poi state sfavorevoli ma dire che anche jfk sarebbe stato coinvolto allo stesso modo non è certo corretto. L'indecisionismo di Johnson e la sua incompetenza in politica estera credo che lo abbiano travolto. Kennedy sulla politica estera è stato competente fin da giovane, ha viaggiato molto negli anni '40 e '50.
    Come si poteva in quegli anni e per di più durante il suo primo mandato rendere nota la sua intenzione vera sul vietnam? (per me contano più di tutte le testimonianza di Sorensen e Salinger).
    Mi pare che nessun presidente abbia fatto chissà cosa durante il suo primo mandato e jfk non fa eccezione. La guerra è iniziata in vietnam con lui ma l'escalation si è avuta con LbJ, mezzo milione di soldati fanno impressione, la responsabilità di quello che è stato il vietnam è sua. Non sono certo convinto che sarebbe stata la stessa cosa senza la pazzia di Oswald.
    Saluti
    Moris
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    Stefano F.
    Post: 523
    Registrato il: 21/11/2002
    Veterano
    00 16/06/2006 13:17
    E' quello che è stato sempre detto nel forum e sostanzialmente condiviso da tutti. La conoscenza e l'intelligenza in politica estera di JFK, nonostante alcuni gravi errori, era di un altro livello rispetto a Johnson.
    Stefano
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    !presidente!
    Post: 228
    Registrato il: 27/05/2005
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    00 16/06/2006 13:28
    In effetti questo è uno degli argomenti più "stucchevoli" del caso JFK, cioè quello che sarebbe successo in Vietnam se non ci fosse stata l'opera di Oswald: addirittura è stato uno degli argomenti più in voga tra coloro che sostenevano la tesi del complotto, cioè Kennedy ucciso xchè voleva ritirarsi dal Sud-Est Asiatico. Non si sa se gli Usa si sarebbero ritirati, ma all'epoca un eventuale ritiro poteva anche esser visto come un "vendersi ai Comunisti", e quindi forse anche il Presidente sarebbe dovuto adeguarsi....
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    carmelo pugliatti
    Post: 1.002
    Registrato il: 17/12/2002
    Veterano
    00 18/06/2006 17:33
    Io trovo più che verosimile l'ipotesi di quegli storici (sempre più numerosi negli ultimi anni) secondo cui Kennedy avrebbe evitato l'intervento diretto degli USA nel Vietnam.Non sottovalutiamo le grandi capacità di JFK in politica estera,nè la saldezza della sua (giusta) convinzione che le giungle del sud est Asiatico sarebbero state un pantano per l'America.Evitando la guerra Kennedy avrebbe cambiato in meglio la storia,ma la probabile perdità del Vietnam del sud intorno al 1967-68,unita all'incapacità di far passare in Congresso la legge sui diritti civili sarebbe certamente costata ai Democratici la Casa Bianca.Nel 1968 Nixon o Rockefeller sarebbero stati eletti (mentre in panchina si scaldava l'astro in ascesa Ronald Reagan).Probabilmente per Kennedy il bilancio degli ultimi anni di mandato sarebbe stato amaro,ed egli avrebbe subito severe critiche sia da destra per il Vietnam, sia da sinistra per la sua politica moderata e centrista.Tuttavia trascorso qualche tempo JFK sarebbe stato un Presidente molto rimpianto,come è accaduto per Eisenhower e per Bill Clinton.

    [Modificato da carmelo pugliatti 18/06/2006 17.35]

    carmelo pugliatti
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    !presidente!
    Post: 231
    Registrato il: 27/05/2005
    Frequentatore
    00 19/06/2006 13:35
    Le capacità di politica estera di JFK non si discutono, ma non bisogna dimenticare che il periodo storico in cui lui si trovò ad operare era un pò particolare: le cose incominciavano a cambiare e gli effetti si videro poi nel lustro successivo, ovverossia nella seconda metà degli anni '60. I suoi collaboratori non è che condividessero molto le sue azioni, e non mi riferisco solo ai militari, ma anche il Robert Mcnamara ed altri.