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Non sono tutti matti

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2005 19:16
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Veterano
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23/06/2005 14:18

Tutto bene,se non fosse che ogni riscontro porta alla conclusione che i colpi che uccisero il Presidente partirono dal sesto piano del deposito di libri.Dunque torniamo nuovamente ad Oswald.Io credo che ogni seria ipotesi complottista non possa più prescindere da Lee H. Oswald.dalla dinamica dei colpi già individuata dalla commissione Warren,dai tre (o otto se si presumono connessioni in "alto loco") giorni di tempo tra la decisione finale per il percorso del corteo e l assassinio.Se io fossi un complottista queste le domande fondamentali che mi porrei: 1-E' possibile progettare un simile attentato in meno di una settimana,trovando il killer che casualmente lavora nel posto giusto e assoldandolo per fare il "lavoro" (costruire un capro espiatorio perfetto richiederebbe molto più tempo) Può tra venerdì 14 e giovedì 21 Novembre 1963 Lee H. Oswald essere stato avvicinato da qualcuno che lo ha convinto a compiere l attentato ?


carmelo pugliatti Caro Pugliatti,
il Suo rilievo è giusto. Sulla colpevolezza del solo Oswald come autore dell'attentato mi pare non possano sussistere più dubbi. Teoricamente, ma non esistono prove, qualcuno (De Mohrenschildt?Ferrie? Gli anticastristi capeggiati da "Leopoldo"? Per conto di chi e perché?)potrebbe avergli detto la mattina del 21 novembre: "Lee, hai letto i giornali? Hai visto la TV? Quel maiale di Kennedy passerà domani proprio sotto le finestre del magazzino dove lavori tu. E' un'occasione unica per beccarlo, solo tu puoi farlo. Se l'auto sarà scoperta, come durante la parata di oggi a Houston, non potrai mancarlo. Prendi quel tuo fucile e non sbagliare. Poi ci vedremo nei pressi della tua pensione, ti mettiamo noi al sicuro". Questo POTREBBE FORSE essere successo. Oswald, dopo l'attentato a Walker, era come una molla compressa, pronto a scattare. Tutta l'estate del 1963 è piena di suoi incontri, di contatti, di attività. Norman Mailer ha analizzato con grande lucidità questo periodo e conviene sul fatto che Oswald potesse essere un piccolo informatore del FBI o del COINTELPRO, una sezione coperta dei servizi segreti. Non si spiegherebbe diversamente l'immediato pagamento del debito col governo americano per il viaggio dalla Russia in USA, dato che i suoi magri guadagni non gli avrebbero consentito di saldarlo così in fretta. E' chiaro che Oswald NON ERA un agente del FBI. Gli informatori del FBI non erano agenti: baristi, ristoratori, albergatori, garagisti, taxisti eccetera potevano benissimo essere occasionali fornitori di informazioni per il FBI, ma ovviamente non erano AGENTI. Torniamo ad esaminare con attenzione tre elementi: 1) Oswald era a Clinton (Louisiana)alla fine di settembre 1963, insieme a Ferrie? A che pro farsi ricordare scendendo da una lussuosa limousine nera? A chi giovava quella sceneggiata? Posner ha esaminato le testimonianze originali di chi vide gli uomini della limousine e ha riscontrato contraddizioni evidenti con le testimonianze poi rilasciate dagli stessi testi all'HSCA. Era davvero Oswald? E l'altro uomo era davvero Ferrie? A che pro quell'esibizione?
2) Oswald a casa di Silvia Odio: durante il suo viaggio da Nw Orleans verso il Messico (è stato provato dai tempi di percorrenza e dalle coincidenze dei pullman) Oswald POTEVA essere stato con Leopoldo e un altro anticastrista a casa di Silvia Odio in Texas. Dalle testimonianze della Odio e di sua sorella, non si capisce che scopo avesse quella visita alle nove di sera, mentre la Odio stava per uscire. Leopoldo si presentò come un amico del padre di Silvia, acceso anticastrista, ma il padre le scrisse poi di non conoscerlo assolutamente. Il giorno dopo Leopoldo telefonò alla Odio dicendole che "l'americano" (che dopo l'attentato la Odio riconobbe essere l'Oswald arrestato a Dallas)era un ex Marine un po' matto, che criticava gli anticastristi per non aver ancora ucciso Kennedy. Gli anticastristi stavano forse "caricando" Oswald perché attuasse il suo piano criminale? E con quale scopo avrebbero voluto Johnson alla Casa Bianca al posto di JFK? Johnson congelò la questione Cuba. Se c'era un presidente americano che potesse rovesciare Castro, questi era Kennedy, non certo Johnson. 3) Ferrie conosceva Oswald? Supponiamo che Ferrie, noto pederasta, abbia avuto rapporti intimi col sedicenne Oswald come li ebbe con tanti altri ragazzi della Pattuglia Aerea. Sarebbe stato normalissimo, dopo l'attentato di Dallas, negare di averlo mai conosciuto per non essere sottoposto a continui interrogatori, perquisizioni, mandati di comparizione. Insomma Ferrie, come il FBI, la CIA e gli anticastristi, aveva timore di essere coinvolto in qualche modo nell'atto folle di Oswald e ne prese le distanze. Faccio un esempio personale. Nell'estate del 1983, conobbi al mare a Roma un simpatico giovane, molto in gamba, Mordechai, che mi disse di fare il "dattilografo" presso l'Ambasciata di Israele a Roma. Ci scambiammo i telefoni, entrò nella nostra comitiva, era molto simpatico, andai a trovarlo in Ambasciata (dopo un'accurata perquisizione degli agenti sulla mia persona, feci il suo nome e cognome in portineria, ma mi accorsi che il piantone chiamava ad un interno il Signor Luzon chiedendo un altro nominativo: Mordechai era un nome falso per la copertura), ma tempo dopo sparì da Roma. Era certamente un agente dello Shinbeth o del Mossad. Facemmo insieme delle foto al mare con la mia comitiva, il nostro incontro in Ambasciata fu certamente registrato perché fornii il mio documento all'ingresso, il mio nome è nelle liste postali dell'Ambasciata d'Israele per l'invio di materiale documentario. Se per esempio un domani Mordechai uccidesse un Capo palestinese a Roma, tutti i suoi trascorsi verrebbero a galla, compresi forse i contatti avuti con me. La cosa che farei subito, dicendo la verità, è che ci eravamo visti un paio di volte e che la cosa era finita lì. Se però il SISDE o la DIGOS scoprissero alcune mie lettere effettivamente spedite a Nimer Hammad, rappresentante dell'Autorità Palestinese a Roma (ho delle foto con lui fatte nella stessa occasione in cui incontrai Giulio Andreotti, al quale regalai una copia del mio libro su Kennedy), le cose si complicherebbero. Se a ciò si aggiungessero delle foto che mi ritraggono per ben due volte mentre entro nella sede del SISDE a Roma in Via Lanza, un magistrato sospettoso potrebbe iniziare un'indagine. Sarebbero interrogatori, informative, controlli telefonici, nel caso peggiore pedinamenti, microspie e avvisi di garanzia. Non c'è nulla di sospetto in tutti questi miei incontri, ma dovrei cercarmi un legale, sarebbe comunque per me una seccatura e cercherei di minimizzare, di smarcarmi il più possibile da una rogna del genere. Era dunque più facile per Ferrie dire "Sì, conoscevo questo ragazzino di nome Oswald, era nella Pattuglia, ma non so più niente di lui da anni?" o continuare a dire di non ricordare di averlo mai conosciuto?
Sono domande che non troveranno più risposta. Nel mio libro scrivo che la psicopatia di Oswald può essere stata anche involontariamente "caricata" da questi contatti misteriosi da lui avuti nel 1963. Dopo il suo gesto, tutti avevano interesse a prendere le distanze, per non essere coinvolti: l'ordine di Shanklin ad Hosty del FBI di distruggere il biglietto di Oswald ne è un esempio. Ovviamente, come accertò l'HSCA, Oswald non si muoveva nel vuoto pneumatico, i suoi disordinati contatti erano tanti, ma non esistono più dubbi che fosse l'unico autore materiale del crimine di Dallas. A presto. DV


Diego Verdegiglio Caro Verdegiglio,sono d accordo con lei.In linea di principio l unica cospirazione realisticamente ipotizzabile (se si vuole a tutti i costi rimanere "complottisti") è il "complotto light".Ossia un gruppo ristrettissimo (forse addirittura non più di un altra persona) che nei pochissimi giorni tra l annuncio dei dettagli della visita e l attentato "montano" Oswald affinchè tenti di assassinare il Presidente.Si badi,io non credo a questa ipotesi,ritengo che Oswald abbia agito da solo,anche se magari l idea di compiere un gesto così eclatante poteva già essergli maturata da discorsi sentiti in giro in quei mesi.Dunque un complotto di basso profilo,ideato in fretta da gente di mezza tacca (più o meno il genere di sottobosco frequentato da Oswald)per scopi più o meno deliranti.Se volessi scrivere l ennesimo libro sul complotto è questa la pista che seguirei per non farmi ridere dietro grazie a bufale ormai sputtanatissime come gli spari davanti,il killer sulla collinetta,la cospirazione governativa,ecc.Tuttavia ad un obiezione non saprei rispondere:possibile che in quarant anni il mandante (o i mandanti) del delitto non sia lasciato sfuggire nulla? che non si sia confidato con nessuno,che non abbia voluto liberarsi di questo peso,magari in punto di morte,magari anche solo per vantarsi? possibile che nessun "cronista d assalto" sia riuscito a risalire alla verità?




[Modificato da carmelo pugliatti 23/06/2005 14.19]

carmelo pugliatti
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